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Dark Tourism: la nuova frontiera del viaggio attraverso i luoghi del macabro

Oggi quando sia viaggia è sempre più comune includere nel proprio itinerario anche luoghi non particolarmente felici. La storia di questi edifici è spesso segnata da eventi tragici, certe volte addirittura raccapriccianti. Certe volte questo tipo di visita può trasformarsi in un’esperienza profondamente emotiva, mentre altre volte potrebbe addirittura mettere a disagio. Ecco che cosa è il Dark Tourism.

In realtà non si tratta di nulla di estremamente lontano da quello a cui oggi moltissime persone si sono abituate. Vi capita mai di visitare memoriali di guerra o musei dedicati ad evento tragico? Ecco, senza saperlo in questo modo tutti forse abbiamo praticato, almeno in piccola parte, quello che oggi si definisce Dark Tourism. Il turismo oscuro può avere diverse sfumature e non tutte hanno necessariamente una linea diretta con il concetto di morte e disastro naturale.

La prima domanda: è eticamente corretto visitare questi luoghi?

La visita a luoghi legati ad eventi meno felici non è qualcosa di nuovo. Ciò che è nuovo è sicuramente l’intenzione e ciò che spinge i turisti ad avvicinarsi ad itinerari del Dark Tourism. Da diversi decenni gli studi accademici hanno cercato di catalogare le diverse tipologie di turismo che possono rientrare all’interno di questo filone; soprattutto, gli studiosi continuano ad analizzare cosa conduca le persone a visitare tali posti e quale sia l’atteggiamento dei turisti.

Dark Tourism - selfie ad Auschwitz
Credits: Getty via re-thinkingthefuture.com

Una delle prime domande che è lecito porsi è questa: il Dark Tourism può essere considerato un turismo etico? Certamente l’intento e ciò che spinge a muoversi verso una determinata destinazione turistica è importante. Quello che oggi bisogna chiedersi è se il motivo principale per cui molte persone scelgono di affacciarsi al Dark Tourism sia il desiderio di approfondire eventi tragici oppure solo una moda. Un esempio lampante è dato dall’altissimo numero di foto in cui persone si cimentano in vere e proprie acrobazie tra i muri di cemento del Museo Ebraico di Berlino.

Dark Tourism: : ce n’è per ogni “gusto”!

Di sicuro una cosa tipica del Dark Tourism è l’assenza di esperienze più comuni, come per esempio abbronzarsi in spiaggia o praticare sport all’aria aperta. Mancano anche gli aspetti più culturali del viaggio più tipico: meno visite a musei, gallerie d’arte, monumenti storici.. A meno che non includano una certa percentuale di elementi oscuri.

Dark Tourism - Chernobyl
Credits: Free-Photos via Pixabay

Certamente ci possono essere concezioni diverse di oscuro: è per questo motivo che oggi ci sono anche diverse tipologie di Dark Tourism, collegate ad aspetti diversi. Dalla storia, ad eventi catastrofici o eventi naturali, fino alla vita di particolari personaggi come serial killer.

I luoghi meta di Dark Tourism oggi vivono un processo chiamato Disneyfication: una trasformazione commerciale di tutto, cercando di rendere l’esperienza sicura sotto ogni punto di vista. Questo fenomeno descrive anche tutti i processi che sono stati effettuati per spogliare il luogo del suo carattere originale, omettendo alcune volte importanti dettagli. I riferimenti ad elementi negativi sono quasi smorzati, per rendere questo tipo di turismo ancora più piacevole e comprensibile a tutti.

Genocide Tourism, Disaster Tourism, Prison & Ghost Tourism: i tre filoni più diffusi

Una delle forme di Dark Tourism più diffusa si lega ai luoghi simbolo dell’Olocausto. Qui si ricorda primo tra tutti il Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau. I campi di concentramento sono uno dei luoghi del mondo dove si sono compiute le peggiori atrocità contro l’uomo e rappresentano la parte più nera e cupa di questo tipo di turismo. Oltre ai luoghi dell’Olocausto, in generale ci sono tutti i luoghi testimonianza di genocidi e attentati. In questo gruppo rientra anche il Memoriale di Ground Zero a New York, costruito sulle fondamenta delle Torri Gemelle abbattute nel 2001. 

campo di concentramento di Auschwitz
Credits: peter89ba via Pixabay

Un’altra forma molto diffusa è il Disaster Tourism: qui ci troviamo di fronte a luoghi diventati famosi per disastri sia naturali, sia causati dall’uomo stesso. In questa forma di Dark Tourism rientrano tutte le visite a siti antichissimi come quelli di Pompei ed Ercolano, città distrutte dall’eruzione di un vulcano. Insieme a questi si possono citare tutte quelle mete oggi famose a seguito di terremoti o uragani e altri disastri naturali. Non da meno i luoghi diventati famosi per disastri compiuti dall’uomo: in Italia, dobbiamo per forza ricordare l’isola del Giglio e quanto avvenuto con la Costa Concordia nel 2012. Alcune mete sono tornate nuovamente in voga anche a seguito di serie tv: ricordate Chernobyl, la mini serie tv della HBO del 2019?

Dark Tourism - Prigione Alcatraz
Credits: MarcelloRabozzi via Pixabay

La terza forma più diffusa di Dark Tourism è forse la più leggera. Si tratta del turismo in luoghi infestati e del terrore, insieme alla visita a prigioni e luoghi abbandonati: Prison e Ghost Tourism. Se programmate un viaggio a San Francisco, sicuramente nel vostro itinerario non potrà mancare una visita all’isola di Alcatraz, che ospita l’omonimo carcere. Altrettanto famosa, nel continente americano, l’Isola delle Bambole in Messico.

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