“Caso mai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!”: una frase che a stento verrà dimenticata. Sono passati oltre 20 anni da quando The Truman Show è uscito nei cinema, un film diventato cult che ha consacrato Jim Carrey come attore. Il mondo costruito intorno alla vita del protagonista è rimasto nella mente di tutti gli spettatori: un luogo artificioso, all’apparenza sempre sereno. Tuttavia, poche persone sanno che la sceneggiatura originale di The Truman Show era molto più dark. Il film era inizialmente concepito come un thriller.
La distopia dei reality portata sul grande schermo
The Truman Show è un film che ha sempre fatto discutere molto, fin dalla sua uscita nelle sale. Tra i messaggi che il regista e lo sceneggiatore hanno voluto trasmettere si nota subito una critica alla società di inizio millennio: telespettatori pronti a credere a tutto ciò che la televisione trasmette. Il merito del regista è di aver predetto l’impatto che i reality show avrebbero avuto dopo pochi anni sul modo di guardare la televisione e di percepire la realtà.

Truman Burbank, interpretato da Jim Carrey, è il protagonista del film; un ragazzo di circa 30 anni che vive una vita piuttosto ordinaria. Truman viene mostrato fin da subito come una persona energica e in buoni rapporti con tutte le persone della sua vita. Già all’inizio del film, però, il telespettatore scopre la verità fondamentale: fin dalla sua nascita, Truman è il protagonista di uno spettacolo televisivo che porta il suo nome, The Truman Show. Questo reality in onda da 30 anni accomuna tutto il Paese, che lo segue costantemente e in ogni momento della giornata. Il mondo di Truman è tutto ricreato all’interno di studi televisivi e tutte le persone che fanno parte della sua vita non sono altro che attori e comparse.

Lo spettatore scopre fin da subito il paradosso tra la perfezione del mondo in cui Truman vive e la finzione che vi è dietro. Truman, invece, si avvicina sempre di più alla realtà attraverso alcuni episodi particolari: riconosce il padre tra le comparse, dopo che la produzione lo aveva precedentemente fatto affogare. Alla fine del film, il protagonista scopre la realtà: esce di scena tagliando tutti i fili che lo hanno tenuto legato allo show fin dalla sua nascita, mettendo per la prima volta piede nel mondo reale e smettendo di interpretare il ruolo di burattino.
La prima sceneggiatura di The Truman Show
Per come ricordiamo The Truman Show, il film è una commedia drammatica e al tempo stesso quasi romantica, che fa riflettere ma regala anche tante emozioni. Analizzando più oggettivamente la struttura del film, ci sono alcuni elementi che però si discostano molto dal genere della commedia. Al centro della storia c’è infatti un sistema di controllo attivo tutti i giorni, 24 ore su 24, che potrebbe accomunare il film ad altri generi.

Credits: Paramount Pictures
La prima sceneggiatura di Andrew Niccol aveva un tono molto differente. Ci sono state almeno una quindicina di versioni differenti prima di arrivare a quella che oggi conosciamo tutti; inoltre, prima dell’arrivo del regista, il nome del film era The Malcolm Show. In una delle prime versioni della sceneggiatura l’atmosfera era molto più cupa. La vita di Truman era ambientata in una metropoli ricostruita ad Hollywood, che potrebbe assomigliare alla Gotham di Nolan, sempre bagnata da incessante pioggia.
The Malcolm Show: la versione di The Truman Show ricca di elementi “dark”
Anche il personaggio di Truman era molto diverso: al posto del trentenne solare, avremmo avuto di fronte un uomo dipendente da alcool e droghe e poco impegnato in società. Inoltre, secondo questa prima sceneggiatura, gli spettatori non avrebbero appreso la realtà sulla vita e lo show se non verso la fine del film. In The Truman Show che conosciamo oggi, invece, ci viene raccontato fin dalle prime inquadrature.

Credits: Paramount Pictures
Tutta la prima sceneggiatura è piena di luoghi comuni tipici dei thriller: avremmo assistito a diverse scene in cui il carattere burbero di Truman sarebbe stato portato ai suoi estremi. Tra questi attimi spiccano due scene in particolare, quando anche il protagonista inizia ad avere sospetti sul mondo intorno a sé. Una prima scena in cui Truman minaccia di uccidere un neonato se la madre non avesse ammesso di conoscere il suo nome; la seconda, in cui una banda di ragazzi in metro cerca di stuprare una donna e Truman rimane passivo, certo che si tratti di attori.
Infine, le scene più cariche di significato sono proprio quelle finali. The Truman Show si chiude con un confronto quasi dolce tra Truman e Christof, il regista dello show. Nella versione originale della sceneggiatura, leggiamo di uno scontro fisico durante il quale Truman sta per gettare Christof nel vuoto dopo aver scoperto la realtà. Il film si chiude con un salto in avanti: attraverso un televisore, si vede una bambina nella stessa casa in cui avevamo conosciuto Truman. Si tratta della figlia di Marlon, il suo migliore amico, e sullo schermo compare la scritta: “ZOE – Total Record Of a Human Life”.