Il sorriso di Joker: il marchio di un’antica tortura

Sadico, psicopatico, eccentrico, carismatico e imprevedibile: il Joker è uno dei più terribili criminali della città di Batman, Gotham City. Un volto emblematico e inconfondibile lo caratterizza: enormi labbra rosse in un sorriso esteso fino quasi alle orecchie, una specie di ghigno orribile, che spaventa e che lo contraddistingue più di ogni altra cosa.

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Le cause del suo triste sorriso

Nel film Il cavaliere oscuro, Joker mantiene fede al suo “non avere un passato definito”, raccontando due versioni di come ha ottenuto le cicatrici che formano il suo sorriso. La prima si rifà alla versione di Amore Folle, con il padre violento che torna una sera ubriaco, uccide la moglie in un impeto di ira e, vedendo suo figlio spaventato, prende un coltello, glielo ficca in bocca e gli deturpa il volto; tale versione pare essere la più vicina alla realtà, in quanto più tardi affermerà ad una sua vittima che gli ricorda suo padre e di aver odiato quest’ultimo.

Vuoi sapere come mi sono fatto queste cicatrici? Mio padre era un alcolista. E un maniaco. E una notte dà di matto ancora più del solito. Mamma prende un coltello da cucina per difendersi, ma a lui questo non piace neanche un po’! Allora, mentre io li guardo, la colpisce col coltello, ridendo mentre lo fa. Si gira verso di me e dice: “Perché sei cosi serio?!”. Viene verso di me con il coltello e mi ficca la lama in bocca.

“Mettiamo un bel sorriso su questo faccino!”

Joker

La seconda versione, simile a The Killing Joke per la figura della moglie, racconta di come, non avendo i soldi per un intervento di plastica facciale, dopo che alla moglie fu sfregiata la faccia da alcuni strozzini, Joker tentò di farla sorridere sfregiandosi la bocca con un rasoio. Questo indusse la moglie, terrorizzata, a lasciarlo.

Avevo una moglie, era bellissima… come te! Lei mi diceva sempre che mi preoccupavo troppo, mi diceva che dovevo sorridere di più, che giocava d’azzardo e si metteva in un mare di guai con gli strozzini… Hey! Un giorno le sfregiano il viso. Ma non abbiamo i soldi per la plastica. Lei non lo sopporta. Ma io voglio vederla tornare a sorridere! Voglio che lei sappia che non me ne importa delle cicatrici! E allora, mi ficco il rasoio in bocca e mi riduco così… da solo. E sai che succede? Non ce la fa neanche a guardarmi! E mi ha lasciato. Ora ne vedo il lato buffo: ora sorrido sempre!!!

Joker

Ma a cosa è ispirato il sorriso di Joker?

Il sorriso di Joker è indubbiamente ispirato al sorriso di Glasgow, un metodo di tortura nato originariamente in Scozia, a Glasgow, ma divenuto presto popolare anche tra le gang criminali inglesi.

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Generalmente, in questa tortura vengono praticate due incisioni agli angoli della bocca della vittima. Successivamente, le viene inflitto ulteriore dolore con calci, pugnalate o qualsiasi altro mezzo, fino a farla urlare. Poiché la bocca è stata tagliata, le urla portano ad un’ulteriore lacerazione delle incisioni, lungo il lato del viso, fino alle orecchie. Solitamente la ferita viene inflitta con un pezzo di vetro rotto o con un coltello, lasciando una cicatrice che fa sembrare la vittima sorridente e può portare alla morte per dissanguamento, se non viene curata.

Come già detto, la vile tecnica di tortura divenne in seguito popolare tra le bande di strada d’Inghilterra, che speravano di lasciare così un messaggio di avvertimento per le gang rivali. Venne, infatti, particolarmente usata dai Chelsea Headhunters, una cricca di teppisti londinesi. Alcuni dei membri sadici coniarono il termine “Chelsea grin” o “Chelsea smile”.

Dalla finzione alla cronaca: un sorriso passato sulla bocca di molti personaggi

Anche l’attore scozzese Tommy Flanagan ha le cicatrici di un sorriso di Glasgow. Ha subito queste lacerazioni quando è stato aggredito fuori da un bar in cui ha lavorato come DJ, in Scozia.

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Il sorriso di Glagow venne trovato anche sul volto senza vita di Elizabeth Short, l’inquietante caso americano irrisolto e passato alla storia come “Il delitto della Dalia Nera”.

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Nel 1946, Elizabeth Short, un’aspirante attrice, arrivò ad Hollywood con la speranza di entrare nel mondo dello spettacolo. L’ultima volta che fu vista viva fu la sera del 9 gennaio 1947 nel salone del Biltmore Hotel di Los Angeles, probabilmente in compagnia di un uomo.
Il 15 gennaio il corpo di Elizabeth Short fu trovato a Leimert Park, un quartiere meridionale di Los Angeles, abbandonato in un terreno non edificato. Il corpo fu scoperto intorno alle 10 del mattino dalla signora Betty Bersinger, a passeggio con la figlia di tre anni. Inizialmente la signora Bersinger pensò che si trattasse di un manichino abbandonato. Guardando più da vicino, scoprì che era qualcosa di molto più allarmante: un cadavere mutilato. La Bersinger corse in una casa vicina e telefonò alla polizia.

Credits: filmdaily.com

Il corpo nudo scoperto da Bersinger era in condizioni orribili. Oltre ad essere stato tagliato completamente a metà in vita, era mutilato e con vistosi segni di tortura; aveva i capelli tinti di rosso e le era stato lavato via accuratamente il sangue dal corpo. La bocca di Short era stata tagliata da un orecchio all’altro, creando l’effetto Glasgow smile e conferendo al suo viso un aspetto orribile e semi-sorridente.

Credits: acustodeditombe.blogspot.com

“Io rido soltanto… esteriormente. Il mio sorriso è solo a fior di pelle. Se tu potessi vedermi dentro, io… sto piangendo!”

Joker

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