Tetris è un videogioco nato nel 1985 nell’Unione Sovietica che, come moltissimi dei giochi più famosi ancora oggi, deve la sua nascita ad eventi involontari. Oggi il gioco è disponibile per ogni piattaforma e sistema operativo esistente. Esistono tantissime varianti diverse, ma la forma classica è quasi venerata. Quando Alexey Pajitnov inventò il gioco negli anni Ottanta non si sarebbe mai immaginato che un giorno avrebbe avuto così tanto successo.
Tetris: il videogioco nato per svagarsi durante un test su un computer
La storia di Tetris ha origine in URSS, durante il periodo Sovietico che ha caratterizzato la Guerra Fredda. Alexey Pajitnov lavorava come ingegnere di software presso l’Accademia Sovietica delle Scienze a Mosca; il suo compito era quello di testare un nuovo computer, l’Electronika 60. Durante le fasi di test, con l’obiettivo di valutare la potenza del nuovo computer e allo stesso tempo divertirsi, inventò e scrisse un gioco semplicissimo traendo ispirazione dalla sua infanzia. Di certo non si immaginava che un giorno Tetris sarebbe diventato uno dei più coinvolgenti giochi per console.

La parola Tetris è un neologismo formato dalla fusione di due parole: tetramino e tennis. Un tetramino è una figura formata da 4 quadrati identici, collegati tramite i propri lati. Le sette forme con le quali giochiamo ancora oggi sono sette tetramini. Pajitnov scelse la parola tennis, invece, perché era il suo sport preferito. La meccanica di gioco di Tetris è molto semplice: blocchi colorati cadono a velocità diverse e, mentre cadono, il giocatore può ruotarli per posizionarli creando file orizzontali ininterrotte. Man mano che le file orizzontali si completano, spariscono. L’obiettivo del gioco è evitare che i tetramini si impilino raggiungendo la cima dello schermo.
Alexey Pajitnov si ispirò ad un gioco da tavolo realmente esistito, il Pentomino. Era un gioco di puzzle dove 12 tessere formate da cinque quadrati, con forme e colori diversi, potevano essere disposte come un puzzle in una scatola. Con l’invenzione di Tetris, quindi, Pajitnov semplificò le cose, riducendo il numero di quadrati e di conseguenza il numero di forme.

La diffusione del gioco e una serie di accordi complessi
Tetris diventò subito popolare tra tutti i programmatori che avevano accesso al nuovo computer Electronika 60, anche se la grafica non poteva dirsi granché. Il gioco si diffuse rapidamente in Unione Sovietica, ma Pajitnov non iniziò a fare soldi. Bisogna ricordare che nel regime Sovietico le idee appartenevano allo Stato e il concetto di vendita di software era pressoché sconosciuto.
Piano piano, però, Tetris iniziò a diffondersi fino agli stati dell’Unione Sovietica che cominciavano a vedere le crepe del regime. In Ungheria, Robert Stein, il presidente di Andromeda, una casa di videogiochi inglese, entrò in contatto con il gioco e strinse accordi con Pajitnov per diffondere Tetris anche in Inghilterra. A causa di fraintendimenti e per un accordo troppo informale, Andromeda iniziò a preparare il lancio di Tetris, ma la società sovietica lo bloccò. Per la cessione dei diritti ci volle molto tempo.

La versione di Andromeda ebbe successo, ma il grosso dei soldi nel settore dei giochi proveniva dalle console. Henk Rogers, sviluppatore di videogiochi, si rese conto per primo che Tetris era perfetto per una console come il Game Boy, lanciata in Giappone da Nintendo solo qualche anno prima. Riuscì a convincere il fondatore di Nintendo America ad includere Tetris in ogni Game Boy: in questo modo tutti avrebbero voluto comprare la nuova console… E così fu.
L’eredità di Tetris: il videogioco nel XXI secolo
Oggi Tetris è sicuramente un gioco da record: secondo i dati della Tetris Company ci sono stati oltre mezzo miliardo di download su dispositivi mobili e il gioco è stato rilasciato su più di 65 piattaforme. Le varianti in circolazione sono tantissime: lo stesso sviluppatore ha lavorato personalmente su circa un centinaio di versioni diverse. Tra le più originali si ricordano Tetris 99, una versione che può essere giocata in contemporanea da massimo 99 giocatori. Una decina di anni fa, invece, venne organizzato un torneo di eSports: alcune partite, la cui durata ha superato i 30 minuti, hanno milioni di visualizzazioni su YouTube.

Un gioco apparentemente semplice ha destato l’interesse di numerosi matematici, che nel corso degli anni hanno studiato la complessità di Tetris. Gli studi portati avanti intorno all’inizio degli anni 2000 hanno dimostrato che una partita di Tetris certamente si concluderà con la sconfitta del giocatore. A meno che non sia prevista la vittoria per parametri differenti, per esempio un numero di righe completate, anche se la velocità di caduta dei blocchi rimanesse costante, il gioco non potrà continuare all’infinito e non ci sarà mai la vittoria per il giocatore.
“Effetto Tetris”: gli studi della psicologia
Chiunque abbia giocato almeno una partita a Tetris sa benissimo quanto sia difficile smettere; proprio per questo il gioco è stato oggetto di studi di psicologia. Con “Effetto Tetris” facciamo riferimento ad un fenomeno psicologico di confusione di pensieri e immagini mentali, che si verifica quando ripetiamo per lungo un’attività che richiede molta attenzione. Lo studio ha dimostrato che chi giocava a Tetris per molto tempo tendeva ad intravedere gli stessi schemi del gioco anche nel sonno. L’Effetto Tetris non riguarda solamente l’attività legata al gioco in sé, ma molte altre attività che richiedono elevata attenzione: studi al microscopio o programmazione al computer.

Come mai si verifica l’Effetto Tetris? Lo studio ha dimostrato che quando compiamo una di queste attività, il nostro cervello deve sforzarsi molto per permetterci di avere il massimo della concentrazione. Giochi come Tetris, che richiedono così tanta concentrazione, sono usati anche con scopi benefici. Sono giochi ottimi per prevenire ricordi traumatici: lo studio ha evidenziato che giocando a Tetris poco dopo alcuni eventi traumatici, la nostra attenzione viene concentrata sul gioco e l’intensità delle immagini traumatiche viene ridotta.