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Starbucks: i nomi sui bicchieri non sono solo una moda

La cultura americana ci ha passato un’immagine molto forte legata ad una bevanda che per noi italiani è un rito: il caffè. Il caffè estremamente lungo, servito in grandi tazze o bicchieri di cartone da portare via è una tradizione americana. Nel corso dei decenni questa tradizione si è diffusa in tutto il mondo, arrivando anche in Italia. Sicuramente viaggiando tutti ci siamo imbattuti almeno una volta in una caffetteria di stampo americano, ma ce n’è una più di tutte che salta subito in mente: Starbucks, l’azienda che scrive i nomi dei clienti sui bicchieri.

Perché Starbucks scrive i nomi dei clienti sui bicchieri?

Tutte le volte che si ordina un caffè, oppure una delle tantissime bevande proposte da Starbucks, il cameriere alla cassa domanda” Qual è il tuo nome?”. Oltre al nome, il cassiere prende nota sul bicchiere anche dell’ordinazione. Se la caffetteria è affollata, questo potrebbe sembrare del tutto normale: con molti clienti, i camerieri non rischierebbero di consegnarti l’ordine sbagliato. Facendo attenzione, però, si nota che il nome viene richiesto anche quando il locale è praticamente vuoto. Quali sono i vantaggi di Starbuck nello scrivere i nomi dei clienti sui bicchieri, quindi?

Starbucks i nomi sui bicchieri - bicchieri
Credits: Pexels via Pixabay

Auto-promozione dell’azienda

Starbucks ha iniziato a scrivere i nomi dei clienti sui bicchieri proprio per un aspetto pratico. Quando la catena ha raggiunto l’apice del successo, tutte le caffetterie erano piene zeppe di clienti e i camerieri ricevevano troppi ordini. Per rispettare standard di preparazione che fossero in linea con altri marchi, segnare i nomi avrebbe permesso di evitare possibili errori dovuti alla fretta. In pochissimo tempo, Starbucks ha capito che scrivere i nomi sui bicchieri non solo aumentava l’efficienza, ma stava diventando un vero segno di riconoscimento. 

Questo ha contribuito alla promozione stessa del marchio Starbucks e ha dato vita ad alcune dinamiche divertenti. Sia perché i locali erano sempre affollati, sia perché Starbucks era “meta” di turisti stranieri, capitava molto facilmente che i cassieri di Starbuck sbagliassero a scrivere i nomi sui bicchieri. La maggior parte dei clienti non si è mai risentita ma anzi, alcuni hanno anche iniziato a prendere in giro la stessa Starbucks. Ancora oggi, quando ordinano una bevanda, comunicano nomi falsi come Regina Elisabetta, il Boss e altri personaggi famosi o storici.

Starbucks i nomi sui bicchieri - mickey mouse
Credits: jixtacom via Pixabay

I nomi sui bicchieri creano un legame tra il cliente e Starbucks

Scrivere i nomi sulle tazze è anche un modo per far provare al cliente un senso di appartenenza a qualcosa che è più grande di lui. Quando Starbucks scrive i nostri nomi sui bicchieri in un certo senso sta comunicando che quel bicchiere appartiene esclusivamente al cliente per cui è stato preparato. Cosa che potrebbe sembrare ovvia, l’ordine è del cliente che l’ha richiesto; tuttavia, la connessione che Starbucks crea tra cliente e prodotto è più forte di quella che potrebbe esserci in un’altra caffetteria. Basti pensare al fatto che i bicchieri usa e getta venivano portati a casa dal cliente, e spesso conservati come un importante souvenir del viaggio!

Comunicazione diretta con il cliente

Il terzo motivo per cui Starbucks chiede ai clienti i nomi da scrivere sui bicchieri è per sentire direttamente la sua voce. Da punto di vista psicologico, comunicare qualcosa in più alla semplice ordinazione al banco lascia un ricordo positivo al cliente.

Starbucks i nomi sui bicchieri - nome
Credits: laurenhudgins via Pixabay

I nomi sbagliati sui bicchieri di Starbucks

Se la pratica di scrivere i nomi dei clienti sui bicchieri è così importante per l’azienda Starbucks, sembra normale domandarsi perché così tanto spesso ci siano errori nella scrittura. In Italia, con i nomi italiani, probabilmente è abbastanza raro, ma nel mondo anglosassone è un evento molto più frequente.

Infatti, in molti hanno teorizzato che scrivere i nomi sbagliati non fosse semplicemente un errore, ma un modo per giocare ancora di più con il cliente. Principalmente, però, l’errore sembra esser dovuto alla fretta e al fatto che gli stessi baristi affermando di non essere tenuti a chiedere l’ortografia del nome.

Non tutti però sembrano contenti. Nel corso del tempo, sembra che chiunque abbia un nome particolare, o con una pronuncia che potrebbe far pensare ad ortografie diverse, preferisca fornire un nome falso. È un po’ come quando ti trovi al primo giorno di scuola e speri di non fare una brutta figura; i clienti aspettano il proprio ordine, sperando che il cameriere non li metta in imbarazzo chiamandoli con il nome sbagliato.

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