Sindrome di koro: il mio pene sta sparendo!

La sindrome di Koro è una sindrome culturale caratterizzata da ansia e paura irrazionale che i propri genitali si stiano restringendo o ritirando nell’addome, fino a scomparire. Può anche manifestarsi sotto forma di attacco isterico epidemico (isteria di massa), riuscendo a provocare reazioni di panico collettivo.

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Nonostante gli uomini siano i soggetti maggiormente colpiti, anche le donne possono essere affette da koro: la loro paura si concentra sulla scomparsa delle grandi labbra, i capezzoli o il seno. Spesso questi episodi di ansia incontrollata sono accompagnati dalla convinzione che la conclusione del processo sia la morte.

Koro: il pene come la testa di una tartaruga

La sindrome è caratteristica della Cina e si manifesta principalmente nel sud-est asiatico. Tuttavia, sono stati segnalati casi di Koro in soggetti di differente origine etnica. In Africa, la sindrome viene generalmente attribuita a un attacco di stregoneria e riguarda principalmente il “furto del pene, piuttosto che la sua retrazione. In questo caso, gli stregoni o presunti tali possono sfiorare il malcapitato al mercato cittadino (o semplicemente incrociano il suo sguardo), in modo da trasferire l’atto magico. Casi isolati sono stati segnalati in tutto il mondo, spesso come conseguenza di altri disturbi mentali.

L’origine della parola “koro” deriva dal termine malese kura che significa “testa di una tartaruga”, per l’ovvio riferimento alla capacità dell’animale di ritrarre la propria testa all’interno dell’esoscheletro. Secondo un’altra ipotesi, il termine potrebbe provenire dalla lingua locale di Makassar, in Indonesia, con il presunto significato di “affondare/rientrare”.

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Ma il pene si ritrae davvero in misura anormale?

Il pene, in condizione di riposo, subisce naturalmente una retrazione in diverse circostanze. Queste contrazioni sono più pronunciate nelle situazioni di freddo, di stress e durante l’esercizio fisico. Possono essere fonte di imbarazzo per coloro che hanno un riflesso di retrazione iperattivo, specialmente se esposti ai loro partner o ad altre persone (per esempio, nelle docce e nei camerini), nonostante una lunghezza normale e soddisfacente nello stato eretto.

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Nel 1985, lo psichiatra americano Ronald Simons ha ipotizzato che la retrazione del pene negli attacchi di koro fosse un riflesso protettivo in situazioni di lotta o fuga, come negli animali. Dunque, secondo lo psichiatra, questa reazione si è preservata negli uomini.

Una leggera retrazione del pene, che normalmente si verifica negli stati di ansia, può trasformarsi in un grave attacco di panico con un grado estremo di retrazione, a causa di un ciclo di feedback positivo: la retrazione provoca ansia, quindi l’ansia provoca più retrazione e così via.

La teoria di Simons offre anche una spiegazione del koro in termini di biologia umana universale, piuttosto che in cultura. Tuttavia, questa proposta non è stata ampiamente accettata. La definizione di koro come una sorta di disturbo delirante è, però, la più radicata nella letteratura internazionale.

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Alcuni studi hanno dimostrato, attraverso il test proiettivo DAPT (Draw-a-penis Test), che i pazienti che soffrivano di questa sindrome avevano una percezione del proprio pene significativamente inferiore a quella effettiva. In realtà l’organo genitale di questi soggetti rientrava assolutamente nella media, sebbene lo percepissero di infime misure, sia nello stato eretto sia nello stato di riposo. Il test è stato ripetuto due anni dopo ed ha mostrato gli stessi risultati: i pazienti con il koro hanno dimostrato una notevole costanza nel mantenere immutate le loro percezioni dismorfofobiche.

Cura della sindrome di koro nelle diverse culture

Nel mondo occidentale, la sindrome di koro viene trattata come una fobia. Attualmente non si dispone di dati scientifici che possano indicare una metodologia specifica per il trattamento del disturbo. Si rende dunque necessaria una valutazione accurata dei sintomi, in modo da stabilire, caso per caso, le tecniche psicoterapeutiche più adeguate. Spesso, infatti, questa sindrome è legata anche ad un disturbo ossessivo-compulsivo e a un disturbo dismorfofobico del corpo, già presenti nel paziente. Tuttavia, non in tutte le culture è questa la terapia.

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I trattamenti indigeni per il koro variano notevolmente e sono spesso influenzati dagli eventi attuali. Ad esempio, un’epidemia potrebbe essere attribuita a una forza invasiva o a un singolo rivale. Sconfiggere il nemico a volte è il trattamento consigliato in queste situazioni. In altri casi, il trattamento indigeno potrebbe includere esorcismo, riposo, trattamenti a base di erbe o altre pratiche di guarigione.

In Cina, al paziente vengono prescritti trattamenti tradizionali basati sulle cause suggerite dalle credenze culturali. Pregare gli dei e chiedere ai sacerdoti taoisti di eseguire l’esorcismo è comune. Se si ritiene che sia coinvolto uno spirito maligno, le persone possono suonare il gong per scacciarlo. Il malato riceverà una pozione di medicina cinese che aumenta lo yang o lo yin, che di solito include erbe, corno di cervo, coda di cervo, pene di tigre o pene di cervo o pene di foca. Altri alimenti per la terapia sono la zuppa di peperoni, la zuppa di zenzero e il liquore.

Koro: un’epidemia che avanza

La sindrome di Koro è più frequente di quanto si pensi e in alcuni paesi asiatici ci sono state grandi epidemie non molti anni fa.

Un’epidemia di koro ha colpito Singapore nell’ottobre 1967, per circa dieci giorni. I giornali inizialmente hanno riferito che alcune persone hanno sviluppato il koro dopo aver mangiato carne di suini inoculati con un vaccino per l’influenza suina. Le voci relative al consumo di carne di maiale e al koro si sono diffuse dopo un’ulteriore segnalazione di un maiale inoculato che moriva per la retrazione del pene. I casi denunciati ammontavano a 97 in una singola unità ospedaliera in un giorno, cinque giorni dopo la notizia originale.

Un’epidemia nel novembre 1976 a Isan , in Thailandia, causò almeno 350 casi, la maggior parte dei quali thailandesi e maschi. L’opinione popolare e i media hanno considerato come causa dell’epidemia un’avvelenamento da cibo e tabacco vietnamita in un orribile assalto contro il popolo thailandese.

Dukun: il pene torna alla sua dimensione naturale

In Indonesia, il koro è trattato da guaritori tradizionali, chiamati dukun, che sono spesso abitanti dei villaggi semi-alfabetizzati.

I dukun certamente non leggono la letteratura medica internazionale e seguono semplicemente i metodi di guarigione delle tradizioni locali. La pratica di questi guaritori si adatta meglio al modello di attacco di panico di Simons, più che al concetto di disturbo delirante.

Quando un paziente arriva in uno stato di panico dicendo che il suo pene si sta restringendo, il dukun asseconda e ascolta il suo paziente. Effettua poi i suoi trattamenti, allevia il panico e permette al pene retratto di tornare alla sua condizione normale.

Se il koro è inteso come un attacco di panico, questo recupero non è sorprendente poiché gli attacchi di panico normalmente si intensificano fino a raggiungere un picco e poi si riducono rapidamente, quindi il dukun sta semplicemente facilitando una risoluzione naturale.

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Il koro è una sindrome culturale, cioè un insieme di disturbi somatici e psichici riconoscibile solo all’interno di una specifica società o cultura. Non vi sono, infatti, in questi pazienti, delle reali alterazioni strutturali di organi o funzioni. Molti di questi disturbi mentali sono, almeno in parte, condizionati dalla cultura in cui si manifestano, poiché intrisi di sfumature etniche e religiose, di cui il terapeuta dovrà ovviamente tenere conto.

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