Operazione London Bridge: cosa accadrà alla morte di Elisabetta II

Quando si parla dell’Operazione London Bridge è noto a tutta la Gran Bretagna e ai paesi del Commonwealth il riferimento alla figura di Elisabetta II. Proprio pochi giorni fa, la regina Elisabetta ha celebrato il 70° anniversario del suo regno.

In carica dal febbraio 1952, a seguito della morte del padre Re Giorgio VI, e incoronata nel giugno del 1953, Elisabetta diventò regina a soli 25 anni. Ad oggi il suo regno è il più lungo della storia della monarchia inglese, dopo aver superato nel 2015 il record detenuto dalla regina Vittoria; inoltre, è in assoluto il regno più lungo al mondo per una regina.

Uno degli aspetti più importanti del ruolo della regina risiede sicuramente nella durata del suo regno, che coincide con la storia moderna della Gran Bretagna. Infatti, il regno di Elisabetta iniziò proprio all’indomani della seconda Guerra Mondiali. Tra tutti questi aspetti, per comprendere meglio l’Operazione London Bridge, non c’è da dimenticare anche che la prima incoronazione trasmessa in eurovisione fu proprio quella di Elisabetta II.

Operazione London Bridge - 70° anniversario regno
Credits: royal.uk

Che cosa è l’Operazione London Bridge?

La Regina Elisabetta II indossa sul suo capo una delle corone più pesanti al mondo ed è nota per la sua tenacia e fermezza. Potrebbe non piacere a tutti i suoi sudditi, che di certo sono però accomunati dagli stessi dubbi: cosa accadrà quando la regina morirà? La risposta a questa domanda si trova proprio nei dettagli dell’Operazione London Bridge.

L’Operazione London Bridge è un piano segreto che illustra tutto ciò che avverrà nei giorni appena successivi alla morte della regina Elisabetta II. Come tutti i regnanti britannici, anche per Elisabetta è già previsto un piano dettagliato, con indicazioni precise scandite giorno per giorno. Ogni fase di questo piano è denominata con la stessa modalità con cui si indicano le fasi di un attacco in guerra: il D Day è il giorno della morte, a cui seguiranno il D+1, D+2, etc.

Operazione London Bridge - regina giovane
Credits: royal.uk

Non esiste una sola versione di questo piano, ma molte, conservate sia da Buckingham Palace, sia dalla BBC, sia, infine, dal governo britannico. L’Operazione London Bridge è stata ideata negli anni ’60 e da allora le versioni sono state aggiornate con il tempo, proprio a seguito della longevità del regno di Elisabetta; quasi tutte, però, concordano su un punto. Infatti, prevedono che quando accadrà la regina di spegnerà in poco tempo. È un’ipotesi facilmente ammissibile, vista l’età della regina che nel 2022 compirà 96 anni.

Le persone coinvolte e le fasi

Come è ovvio aspettarsi, nelle ore subito successive alla morte della regina si susseguiranno una serie di chiamate importanti. La prima persona, esterna alla famiglia, che verrà contattata sarà il Primo Ministro inglese. Il nome dell’operazione deriva proprio dalla frase in codice che è stata scelta per dare la triste notizia: tramite una linea telefonica sicura verrà comunicato che “London Bridge is down” e così l’operazione avrà inizio.

Gli Uffici degli Affari Esteri avrà il compito di avvisare i governi al di fuori del Regno Unito, dove la regina è anche il capo di stato, e le altre 36 nazioni del Commonwealth. In questi primi momenti la notizia circolerà all’insaputa del resto dei cittadini del mondo, tramite linee telefoniche sicure e speciali apparecchiature. Il resto del mondo ne verrà a conoscenza quando la notizia verrà comunicata alla stampa britannica e un un funzionario in abiti da lutto uscirà da una porta di Buckingham Palace e appunterà un avviso con i bordi neri ai cancelli del palazzo.

famiglia reale inglese
Credits: royal.uk

Una delle principali differenze con i funerali di stato di altri monarchi sarà sicuramente la rapidità con cui tutto il mondo verrà a conoscenza della morte. Infatti, nell’Operazione London Bridge è prevista una circolarità della notizia estremamente rapida, grazie alla tecnologia moderna. In pochi secondi, migliaia di post, tweet e articoli verranno pubblicati. Nel 1952, alla morte di Giorgio VI, la BBC trasmise l’informazione quasi 4 ore dopo l’accaduto!

Notiziari tv e radio durante l’Operazione London Bridge

All’interno dell’Operazione London Bridge è assegnato un ruolo anche alle emittenti radio, ai telegiornali e direttamente a tutti i loro dipendenti. Moltissime delle persone che vi lavorano non hanno mai visto assistito alle fasi successive alla morte di un monarca e hanno sperimentato solo in fase di test. Alcuni di loro, addirittura, hanno solo letto sulla carta ciò che dovrà essere fatto.

Operazione London Bridge - statuetta regina
Credits: pixel2013 via Pixabay

Per moltissimi anni la BBC ha avuto il monopolio su questo genere di informazioni da parte della famiglia reale, ma ora non è più così. In ogni caso, quando la regina Elisabetta morirà, alla BBC verrà attivato un allarme speciale che risale ai tempi della Guerra Fredda. Tutte le testate giornalistiche manderanno in onda servizi speciali con il necrologio; tante testate hanno già pronte una dozzina di storie per poter anticipare gli altri sui tempi.

L’Operazione London Bridge prevede un segnale in codice anche per le radio britanniche, che sono tutte collegate da un sistema di luce d’allarme blu, che scatterà in caso di catastrofe nazionale. A questo punto, i DJ sapranno di dover iniziare a trasmettere musica più pacata, attendendo il momento per comunicare agli ascoltatori la triste notizia. Alcune radio hanno già creato playlist dal nome Mood 1 o Mood 2, a seconda del grado di tristezza da infondere, e che aggiornano periodicamente.

Cosa ne sarà del corpo della Regina Elisabetta II?

I programmi prevedono piano diversi per il movimento della salma, a seconda del luogo in cui la regina morirà. Per esempio, se dovesse mancare al Castello di Windsor verrebbe portata a Buckingham Palace in pochissimi giorni; invece, se dovesse morire all’estero, il suo corpo verrebbe riportato in patria dall’aeronautica militare britannica.

Banconote regina Elisabetta II
Credits: PublicDomainPictures via Pixabay

Ma perché si usano dei nomi in codice?

Tutte le famiglie reali hanno una lunga storia di piani per i funerali di un membro della monarchia. In particolare la famiglia reale inglese usa da lungo tempo dei nomi in codice, per poter parlare del piano segretamente. Questi nomi non sono casuali, ma spesso hanno un legame con la persona per la quale sono ideati e, in particolare per la corona inglese, sono quasi sempre nomi di ponti.

Per Elisabetta II si parla dell’Operazione London Bridge: è il ponte più iconico che attraversa il Tamigi. Altri funerali programmati prevedono l’Operazione Ponte Menai, pensata per il Principe Carlo, erede al trono; il Ponte Menai è un ponte del Galles, di cui Carlo è principe. I funerali di stato del Principe Filippo, consorte di Elisabetta, a cui abbiamo assistito tutti nell’aprile 2021, erano parte dell’Operazione Forth Bridge. Il Forth Bridge si trova nella zona ovest di Edimburgo e, ancora una volta, si adattava perfettamente a Filippo in quanto Duca di Edimburgo.

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