Cos’è il femminicidio? Come possono difendersi le donne?

Il termine femminicidio non esaurisce il suo significato nell’atto finale di uccisione di una donna, ma identifica un fenomeno molto più ampio. Questo include infatti una molteplicità di casi di maltrattamento e violenza fisica, psicologica, sessuologa, educativa o economica, agiti prevalentemente da uomini in ambito lavorativo, familiare o sociale. Si tratta, in ogni modo, di comportamenti che minano la libertà, la dignità e l’integrità di una donna. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto la violenza contro le donne, non solo come un problema che ha pesanti ricadute sul benessere psico-fisico di esse, ma come un vero e grave problema di salute pubblica. Come rilevato dai dati Istat, 1 donna su 3 nella sua vita ha subito un atto di violenza.

La violenza fisica, psicologica o sessuale cambia una donna per sempre. Può colpire la sua salute fisica, distruggere la sua salute mentale e provocare danni e sofferenze che porterà con sé per il resto della sua vita. Le conseguenze sulle vittime sono devastanti e nel peggiore dei casi esse arrivano addirittura a tentare il suicidio. Educare all’uguaglianza può essere il primo passo per eliminare la violenza sulle donne.

Femminicidio: donne uccise da uomini perché donne

violenza domestica femminicidio
violenza domestica

La forma più frequente di violenza è quella domestica, esercitata dal partner e spesso anche dai familiari. In questo caso l’aguzzino, indipendentemente dal luogo in cui agisce e dalla forma di violenza praticata, mira ad assumere il potere all’interno della relazione maltrattando umiliando, minacciando e svalutando la donna fino a commettere a volte l’omicidio.

La violenza domestica è infatti fortemente correlata al concetto di potere. Il suo vero obiettivo non è esclusivamente quello di provocare dolore o sofferenza fisica, quanto piuttosto quello di sottomettere, piegare e ingessare la donna dentro mille forme di paure.

Il silenzio circonda la violenza

Nonostante le difficoltà e la paura, chiedere aiuto (magari contattando il numero antiviolenza e stalking “1522”) è l’unico strumento nelle mani di una donna che subisce violenza. Uno tra i consigli utili da dare a qualsiasi donna è quello di provare a non accettare fin dall’inizio la prima manifestazione di violenza, perché ne seguirà certamente una successiva e cosi via fino ad arrivare ad una terribile escalation di soprusi e accuse.

La piaga più grande è che le donne fanno fatica a parlare della violenza che subiscono, pensando che ci sia qualcosa di sbagliato in loro. La vittima che viene isolata non parla con nessuno di ciò che sta vivendo mentre invece sarebbe importante, se non fondamentale, cercare di chiedere aiuto per porre fine alla spirale di crudeltà in cui si è costretti a vivere. La richiesta d’aiuto può essere rivolta a familiari, amici, centri specializzati e centri antiviolenza, ma in ogni caso è importante sottolineare che, una volta entrati nel circolo della violenza, è estremamente difficile uscirne da sole.

La soluzione sempre valida ed efficace è quella di rivolgersi ai centri antiviolenza sul territorio, poiché vi lavora un personale specializzato in grado di fornire informazioni utili a tutelarsi e a comprendere ogni situazione. Ma per denunciare i fatti o chiedere un immediato intervento in caso di pericolo imminente è possibile anche rivolgersi alla Stazione dei Carabinieri o al Commissariato della Polizia di Stato.

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Il problema è culturale

Aiutiamo le donne a riconoscere i violenti: i segnali a cui fare attenzione femminicidio

La legge numero 69 del 19 luglio 2019 introduce il Codice Rosso a tutela delle donne e dei soggetti deboli, ma dati alla mano, viene spontaneo domandarsi quanto questo Codice Rosso venga rispettato. La risposta la troviamo nei numeri. Dal 2020, i delitti di femminicidio sono aumentati del 10% e, da quando è entrata in vigore la legge, questa è stata infranta in più di 4.234 casi ed è in continuo aumento. Nonostante la consapevolezza di questo grave problema, è ancora lunga la strada da fare per la tutela delle donne e la condanna di ogni tipo di forma di violenza su di esse.

Il femminicidio e tutti i comportamenti che ne derivano non hanno valenza giuridica, per questo è necessario un intervento di sensibilizzazione che prevenga lo sviluppo di un certo tipo di mentalità. A cominciare dall’istruzione scolastica e l’educazione familiare. Una società che ripudia la violenza è una società che informa in maniera corretta e non giustifica le attenuanti, ma sopratutto che trova il modo di proteggere coloro che sono costretti a subirla e a non farli sentire mai colpevoli della loro ingiustizia.

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