Escape Room: dai videogiochi “punta e clicca” degli anni ’80 ai giochi da tavolo

Ti trovi in una stanza ricca di oggetti strani, alcuni davvero molto strani; c’è una scrivania con un cassetto, chiuso da un lucchetto. Sulla scrivania trovi un antico diario, dove leggi un indovinello. La soluzione a questo indovinello potrebbe essere la chiave per trovare la combinazione del lucchetto e così aprire il cassetto. E via così, per 60 minuti. Questa è la situazione tipica di un’Escape Room, un fenomeno arrivato in Italia meno di 10 anni fa e che rapidamente si sta diffondendo anche oltre la vita “reale”.

Che cosa è una Escape Room

Come dice il suo nome, una Escape Room è letteralmente una stanza da cui è necessario scappare. Non c’è nulla di pericoloso dietro perché di fatto si tratta di un gioco. È però un gioco a tempo, che richiede ai giocati di mettere in campo tutte le loro abilità logiche e deduttive. In questo gioco non si può barare, non serve la forza fisica (o almeno quasi mai). L’obiettivo di partecipanti ad una Escape Room è quello di risolvere tutti gli enigmi per riuscire a trovare l’ultimo indizio che li condurrà fuori dalla stanza.

escape room - lucchetto
Credits: MasterTux via Pixabay

La maggior parte delle Escape Room si gioca al chiuso, principalmente in una stanza ma ne esistono alcune strutturate anche su più stanze, a cui si accede sempre dopo aver risolto alcuni puzzle o enigmi. Oggi sempre di più si parla di Escape Room a tema: temi generali, come il Far West o l’Egitto, temi legati al mondo del cinema oppure al mondo letterario. Le prime Escape Room nate in Italia erano semplicemente composte da una serie di enigmi da risolvere, prive di una storia come filo conduttore. Prima dell’avvio del gioco spesso vi è un’introduzione, che ha il duplice scopo di spiegare le regole basilari (per esempio, è quasi sempre inutile tentare di forzare le serrature) e illustrare la situazione ai giocatori. 

escape room - risolvere enigmi
Credits: Pixabay

Generalmente le Escape Room più lineari si giocano in 60 minuti, con un numero di giocatori variabile, ma è consigliato non superare le 6/8 persone. Naturalmente questo va anche in funzione della dimensione e complessità stessa della stanza. I gestori delle Escape Room sono i primi a suggerire la composizione del gruppo. Nel corso degli anni è nata una nuova tipologia di gioco, mettendo in competizione due squadre: solo una delle due arriverà però all’enigma finale. 

La psicologia dietro al gioco

Studi di psicologia affermano che il fenomeno delle Escape Room abbia trovato base fertile per la sua diffusione proprio grazie ad alcuni elementi caratteristici del gioco stesso. Il primo fattore importante è rappresentato dall’unicità dell’esperienza. Secondo uno studio di Eventbrite, oltre il 70% dei Millennial trova più appagante vivere esperienze e creare ricordi legati ad esse, rispetto a possedere beni materiali. Ecco perché questo fenomeno fa leva su alcuni concetti cardine: possibilità di tastare con mano ogni piccolo aspetto dell’esperienza, vivere una storia e un tema, e infine poter utilizzare tutti i sensi per prendere parte al gioco.

escape room - combinazione
Credits: Tomasz_Mikolajczyk via Pixabay

L’altro concetto importante per la buona riuscita del gioco, e spesso per riuscire a risolvere tutti gli enigmi e vincere, è l’interazione con gli altri giocatori. È fondamentale il confronto e anche la creazione di nuovi legami. In un ambiente come quello delle Escape Room ogni possibile gerarchia viene eliminata: ecco perché sono uno dei passatempi maggiormente scelti come attività di team building aziendale.

Videogiochi “punta e clicca”: gli antenati delle Escape Room

In Italia questo fenomeno è arrivo intorno al 2015, mentre le prime vere Escape Room hanno iniziato a diffondersi in Giappone nel 2007. Già nel 2007 però non si poteva parlare di un concetto completamente nuovo, perché anche se dotato di una veste completamente differente, lo stile era già conosciuto agli appassionati.

escape room - ricerca indizio
Credits: Las Vegas The Escape Game via viator.com

Bisogna tornare indietro di almeno 30 anni, a metà degli anni ’80, quando si sviluppano i primi videogiochi caratterizzati fortemente da filone narrativo e i primi giochi di avventura “punta e clicca”. Questi giochi possono dirsi i precursori veri e propri delle Escape Room perché di base il concetto era quello di vivere avventure superando diversi livelli. Per superare questi livelli era necessario risolvere enigmi e indovinelli, trovare oggetti nascosti e inventarsi anche risoluzioni più insolite. 

Gli anni ’80 rappresentano anche il periodo in cui si sviluppano altri filoni importanti e che fanno da base alle Escape Room che conosciamo oggi. Il tema dei giochi di avventura, specialmente in termini dei videogiochi, e soprattutto i giochi di ruolo. Il più famoso di tutti, forse, Dungeons & Dragons. 

escape room - cryptex
Credits: John Riviello via Flickr

Infine, con un balzo avanti di una ventina di anni, nei primi anni del 2000 hanno iniziato a spopolare online puzzle game in cui l’obiettivo era quello di trovare l’indizio per procedere alla pagina successiva. Questi giochi online erano quasi completamente gratuiti; la risoluzione degli enigmi si basava principalmente sull’utilizzo di semplici software accessibili a tutti. Spesso gli indizi erano nascosti nel codice HTML della pagina stessa; prevedevano file sonori o l’uso di linguaggi e alfabeti diversi, come il codice binario o il braille. Il più noto di tutti in Italia è stato Enigmi.net: nato nel 2005, contava oltre 5 milioni di visualizzazioni.

enigmi - codice html
Credits: via medium.com

La nuova veste delle Escape Room: dai libri ai giochi in scatola

In pochi anni le Escape Room sono diventate un vero e proprio fenomeno mondiale, tanto da attrarre diverse industrie di settore. Tra queste spiccano sicuramente l’industria dei giochi in scatola e l’industria dei libri.

Alcune case editrici hanno creato collane di libri in grado di replicare l’esperienza vissuta all’interno di una Escape Room. Ovviamente alcuni aspetti tipici non potevano essere replicati, per esempio il fatto del tempo in scadenza o dell’esperienza di socialità. Lo stile legato però agli indizi e alla possibilità di procedere solo dopo averli risolti è stato mantenuto; per raggiungere la parte finale del racconto era necessario saltare di pagina in pagina risolvendo gli enigmi.

escape room - gioco da tavolo
Credits: craniocreations.it

Oggi forse la trasposizione più realistica delle Escape Room al di fuori delle stanze fisiche si trova nei giochi in scatola. L’edizione più diffusa è Unlock – Escape Adventures, di Asmodee Italia, insieme ad Exit!. Si tratta di giochi da tavolo a prezzi abbastanza contenuti, che possono essere giocati anche in autonomia. Unico neo? Sono giochi one-shot: dopo averci giocato una volta, la storia e gli enigmi sono sempre gli stessi.

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