Quante volte ci è capitato di guardare un film oppure una serie tv e notare una particolare tradizione legata ai bigliettini di San Valentino? Specialmente tra i più piccoli nelle scuole, in tutti i Paesi anglosassoni è tradizione scambiarsi pensieri dolci in occasione del 14 febbraio. Oggi la tradizione è profondamente supportata dal marketing; dove ha inizio la storia?
Una festa pagana: l’origine della tradizione dei bigliettini di San Valentino
San Valentino cade ogni 14 febbraio ed è comunemente conosciuta come la festa degli innamorati. Ogni anno, il giorno di San Valentino gli innamorati sono soliti esprimere l’affetto reciproco con frasi dolci e regali. È un giorno che alcuni temono, altri sbadatamente dimenticano e altri ancora non vedono l’ora di festeggiare.
Come moltissime delle feste che celebriamo, anche San Valentino ha origine da una festa romana durante la quale ci si scambiava regali. Si tratta della festa pagana Lupercalia, risalente all’età del bronzo e destinata a garantire abbondanza e fertilità durante l’anno successivo. Durante questa festività si offrivano cani e capre come dono al dio romano dell’agricoltura e dei pastori. Inoltre, giovani uomini correvano per le strade del paese portando strisce di pelle di capra intrise di sangue. La leggenda dice che se una donna veniva colpita dalle pelli, la sua fertilità sarebbe stata assicurata e avrebbe dato alla luce un figlio nell’anno successivo. Per garantire la fertilità e provvigioni abbondanti, gli uomini colpivano allo stesso modo anche i campi e i raccolti.
La festa dei Lupercalia era celebrata anche in onore della creazione stessa di Roma. Il nome infatti deriva dalla parola lupus, che in latino significa lupo. Secondo la tradizione, la città di Roma venne fondata da Romolo e Remo, due piccoli orfani allevati da una lupa. Ogni anno, quindi, la festa dei Lupercalia iniziava all’interno della grotta sacra dove i sacerdoti credevano che la lupa avesse allattato Romolo e Remo.
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Chi era San Valentino?
Secondo molte leggende, San Valentino era un prete di Terni, medico romano e vescovo. Subì il martirio da parte dell’imperatore Claudio II Gotico nel 270 d.C. Ci sono diverse teorie legate alla sua storia. Alcuni credono che San Valentino e la festa degli innamorati siano legati perché egli firmò con “Il tuo Valentino” una lettera destinata alla figlia del suo carceriere, con la quale aveva stretto una profonda amicizia. Altri credono che l’imperatore Claudio II lo invitò a sospendere una celebrazione religiosa abiurando il Cristianesimo e a seguito di questo lui sposò segretamente alcune coppie.
Perché ci si scambia bigliettini dolci a San Valentino?
Tra le tante tradizioni legate alla festa di San Valentino, una delle più longeve è quella di scambiarsi bigliettini d’amore. Nel mondo anglosassone è ampiamente diffusa anche tra i più piccoli, specialmente a scuola. Se ci pensiamo è un’usanza che vediamo spesso raccontata nei film americani e nelle serie tv o cartoni animati stranieri.
Alle scuole elementari, ogni anno i bambini creano una scatola personale, decorandola con immagini di supereroi o principesse, brillantini e personalizzandola al massimo. Allo stesso tempo, creano anche dei bigliettini nella tipica busta rossa, a loro volta decorati, che consegnano ai compagni di classe durante il giorno di San Valentino. Oltre ai bigliettini si ricevono anche biscottini, lecca-lecca e altri dolcetti: questo si avvicina molto alla tradizione che conosciamo meglio.
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Chi ha scritto il primo bigliettino
La storia dei bigliettini di San Valentino ha origine nel Medioevo, grazie al poeta inglese Geoffrey Chaucer. Verso la fine del 1300, Chaucer scrisse un poema in cui collegava l’amore cortese alla celebrazione di San Valentino. Nel poema, infatti, parla proprio del 14 febbraio come giorno in cui gli animali e gli esseri umani cercano i compagni per la loro vita. Chaucer in realtà non ha proprio scritto un bigliettino di San Valentino, anche se il riferimento è molto chiaro. Il primo vero bigliettino è del duca Charles d’Orleans, che inviò a sua moglie un biglietto mentre era prigioniero a Londra. Il biglietto recitava: “Je suis desja d’amour tanné, ma tres doulce Valentinée“, che tradotto vuol dire “sono già malato d’amore, mia dolcissima Valentina“.
Altri riferimenti ai bigliettini di San Valentino si trovano nella letteratura del 1600, con William Shakespeare. Pur avendo scritto alcune tragedie d’amore passate alla storia, il riferimento a San Valentino si trova in un’opera incentrata sulla vendetta: l’Amleto. Shakespeare scrisse un verso riferendosi alla credenza secondo cui la prima donna vista da un uomo a San Valentino sarebbe stata il suo vero amore.
“To-morrow is Saint Valentine’s day,
Amleto di Shakespeare – Parole pronunciate da Ofelia
All in the morning betime,
And I a maid at your window,
To be your Valentine.”
La tradizione dei bigliettini di San Valentino è continuata nei secoli, fino a diventare oggetto di marketing. Alcuni produttori hanno iniziato a specializzarsi nella creazione di cartoline economiche sempre più innovative. A partire da effetti personalizzabili, fino ad animazioni e parti tridimensionali. Il fatto di essere un prodotto economicamente accessibile da tutti ha contribuito a mantenere popolare la tradizione dei bigliettini il 14 febbraio. Solo lo scorso anno, in America sono stati spesi 1,3 miliardi di dollari per cartoline di San Valentino!
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