La maggior parte delle persone ha assaggiato almeno una volta nella propria vita il famigerato cioccolatino chiamato “bacio Perugina” e chi non l’ha fatto, ne ha comunque sentito parlare. Si tratta di un cioccolatino fondente con al centro la nocciola che è diventato simbolo di San Valentino. Questo a causa della sua componente romantica (enfatizzata dal nome), esaltata dalla presenza nell’incarto argentato di un bigliettino con su scritte delle frasi d’amore tradotte in varie lingue. Tutto molto romantico…ora. Infatti, all’inizio non era poi così “dolce”. il suo nome non aveva niente a che fare con i baci o con l’amore in generale, anzi, era proprio l’opposto. Data la sua forma simile alla nocca di una mano, il bacio Perugina venne inizialmente chiamato “cazzotto“. Ma vediamo insieme in che modo è nato il “cazzotto” e quando è diventato “bacio Perugina”.
La Società Perugina
Il 30 novembre 1907, Francesco Buitoni, Leone Ascoli, Francesco Andreani e Annibale Spagnoli danno vita a un laboratorio di confetti a cui viene dato il nome di Società Perugina. Nel 1915 costruiscono una fabbrica in periferia dove, oltre a creare confetti, iniziano la produzione di cacao in polvere. Due anni dopo nasce il cacao Perugina. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, l’azienda viene lasciata nelle mani di Luisa Spagnoli, moglie di Annibale, e dei figli Mario e Aldo. Fu proprio lei a convincere Francesco Buitoni, proprietario di un pastificio, a diventare socio dell’azienda.
Rendendosi conto della situazione proposta dalla guerra, Luisa Spagnoli decide assumere esclusivamente manodopera femminile, in modo che queste potessero continuare a sostenere le famiglie. Inoltre, apre un asilo nido all’interno della struttura, permettendo così alle mamme di portare i propri figli in fabbrica e concedendo a queste il diritto di allattare il proprio figlio durante le ore di lavoro. La guerra crea però problemi alla Perugina: il costo dello zucchero è alle stelle. Luisa Spagnoli non demorde, abbandona quindi caramelle e confetti e si dedica solo alla produzione del cioccolato.
L’amore che diede origine al bacio Perugina
Nel 1923, Annibale Spagnoli decide di abbandonare l’azienda e la moglie. Ciò crea un avvicinamento tra Luisa Spagnoli e il figlio del socio, Giovanni Buitoni, di 14 anni più giovane. In contemporanea, Luisa, dopo aver verificato quanto materiale avanzasse dalle altre produzioni, pensa a un modo per risparmiare riutilizzando “gli scarti”. Un giorno, nel laboratorio in cui era solita ritirarsi per sperimentare, prese una sola nocciola e la cosparse di cioccolato fondente e granella di nocciola. Nasce così il famoso cioccolatino che Luisa, guardandolo, decise di chiamare “cazzotto”, data la somiglianza a un pugno chiuso con la nocca sporgente.
Giovanni Buitoni, che adorò da subito il cioccolatino, non era però tanto convinto del nome dato dalla sua amata. Lo ribattezzò quindi come lo conosciamo tutti noi ora, “bacio Perugina”, un nome decisamente più dolce e romantico.
Il bacio Perugina è anche simbolo dell’amore che nacque tra Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni. Fu per questo motivo che il pittore e grafico futurista Federico Seneca, realizzò la confezione dei cioccolatini ritraendoci sopra due amanti che si baciano avvolti da un cielo serale, come il quadro di Hayez. Fu sempre Seneca a inserire, verso gli anni ’30, i famosi bigliettini d’amore all’interno dell’involucro del cioccolatino. Questa tradizione si deve al fatto che, secondo delle voci, Luisa Spagnoli era solita scrivere piccoli pensieri d’amore per il suo amante, avvolgendoli attorno a dei cioccolatini che poi lui avrebbe dovuto controllare. Questi bigliettini divennero così apprezzati da diventare oggetto di collezionismo.