Business

Premi Oscar: storia e curiosità della statuetta più famosa al mondo

Il 28 marzo 2022 si terrà la 94° edizione dei Premi Oscar, la più importante e più antica kermesse cinematografica fondata dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Da quasi un secolo, ormai, i cinefili attendono con trepidazione questo giorno: già da febbraio, quando sono annunciate le candidature, partono le scommesse su chi si aggiudicherà la famosa statuetta. Ma come è nato l’Academy Award? Come sono decisi i premi?

La storia degli Academy Awards

L’Accademia delle arti e della scienza del cinema è un’organizzazione nata nel 1927 grazie a Louis B. Mayer, dirigente della Metro-Goldwyn-Mayer. Lo scopo era riunire personalità e lavoratori dei cinque rami principali del settore cinematografico: attori, registi, sceneggiatori, tecnici e produttori. Il primo nucleo dell’organizzazione era formato da 36 membri, oggi considerati i fondatori dell’Academy.

Qualche mese dopo la sua fondazione, l’Academy contava già 230 personalità, tra i quali figurava anche il primo membro onorario: Thomas Edison. Nel giro di due anni l’Academy portò avanti diverse iniziative, tra cui pubblicazione di saggi, costruzione di sale, la fondazione di una scuola di cinema con i più grandi cineasti dell’epoca (come Griffith e Lubitsch), ma soprattutto diede vita ai suoi famosi premi, gli Academy Awards, che oggi conosciamo con il soprannome “Oscar”.

Perché il nome “Oscar” per i premi?

premio oscar - kodak theatre
Il red carpet del  Dolby Theatre di Los Angeles, dove ha luogo la cerimonia

Tutti abbiamo fissa nella mente l’immagine del premio Oscar: una statuetta in oro raffigurante un cavaliere con una spada, in piedi su cinque cerchi che rappresentano i cinque settori del cinema (quelli di attori, registi, produttori, tecnici e scrittori). Sono alte poco più di 34 centimetri, pesano circa 4 chili e hanno un valore commerciale di circa 300 dollari. Dal 1929 sono state più di 3.000 le statuette consegnate. Progettate a partire da un disegno di Cedric Gibbons (art director della Metro-Goldwyn-Mayer) si dice siano state modellate sull’attore messicano Emilio “El Indio” Fernandez, ma ciò non è vero.

Sulle origini del nome “Oscar” ci sono tante leggende metropolitane e poche certezze. Quella più accreditata (ma mai confermata dagli Academy) vede protagonista Margaret Herrick, direttrice della biblioteca dell’Academy negli anni ’30, la quale avrebbe visto la statuetta e avrebbe esclamato: “Sembra mio zio Oscar!”.

Secondo un’altra versione, la stessa dinamica accadde con l’attrice Bette Davis, ma l’Oscar chiamato in causa stavolta è suo marito, Harmon Oscar Nelson. L’unica cosa certa è che già dal 1934 i giornalisti usavano questo soprannome per i premi, mentre l’Academy lo adotterà ufficialmente a partire dal 1939.

Come lavorano i membri degli Academy per decretare i vincitori della stagione?

I lavori cominciano a fine dicembre con la scelta dei candidati. I 9.000 membri attivi dell’Academy ricevono le schede elettorali e la Reminder List of Eligible Releases. Il primo criterio per far parte della lista è essere un film uscito entro il 31 dicembre. Gli appartenenti alle 17 categorie sono chiamati a votare solo per il proprio ramo (esempio: i registi votano solo i registi.) Questo non vale per la categoria Miglior Film Straniero, che segue invece un’altra procedura. In un secondo turno di votazione, poi, viene votata la lista ufficiale dei candidati (stavolta, tutti votano per ogni categoria.)

Entrare a far parte dell’Academy è molto difficile, ma dal 2007, quando il numero di votanti era fermo a 6.000, sono diventati 9.362 i membri attivi. Uno studio condotto dal Los Angeles Times nel 2012, inoltre, metteva in luce come i 6.000 membri fossero soprattutto uomini bianchi. Per l’esattezza, all’epoca dello studio, il 94% dell’Academy era bianco, il 77% di sesso maschile, e il 54% di età superiore ai 60 anni. Da allora sono passati 10 anni, e di cambiamenti sociali ce ne sono stati molti. Le donne si sono ritagliate uno spazio sempre più consistente nell’industria, soprattutto in seguito al fenomeno del #MeToo, e lo stesso vale per le comunità nere, asiatiche ecc. Nel 2020 la percentuale di donne nell’Academy ha raggiunto il 33%, così come le comunità etniche meno rappresentate sullo schermo hanno toccato il 19%. C’è ancora molto da fare, ma è senz’altro un punto di partenza.

Premi Oscar tra cinema e politica

Sacheen Littlefeather

In 100 anni di storia, i momenti iconici delle cerimonie sono stati molti. Uno spettacolo dove si mischiano moda (con le sfavillanti passerelle sul red carpet), cinema ma anche politica. Il palco degli Oscar è diventato, nel corso del tempo (ma oggi ancor di più), una postazione privilegiata da cui lanciare messaggi di una certa rilevanza politica e sociale. Un esempio famoso è quello di Marlon Brando, che nel 1973 rifiutò il premio Oscar al miglior attore protagonista in protesta ai soprusi sofferti dalle popolazioni indigene. Al suo posto mandò una giovane donna Apache, Sacheen Littlefeather (pseudonimo di Marie Louise Cruz) che tenne in sua vece un discorso di denuncia contro Hollywood.

La ragazza era un’attrice, ma dopo l’episodio fu minacciata e la sua carriera stroncata, visto che Hollywood la inserì nella sua “lista nera”. Marlon Brando e George C. Scott (quest’ultimo nel 1971) furono gli unici due vincitori a rifiutare la statuetta. La cerimonia degli Oscar del 2022 sarà la cerimonia della ripartenza dopo lo stop imposto dal Covid. Avete già preparato i popcorn? Chi si aggiudicherà la statuetta? Preparate le scommesse, perché manca davvero poco!