Consonno è una piccola frazione che si trova in provincia di Lecco, a Olginate. Oggi è famosa per essere una città fantasma, in completo abbandono. Prima di essere completamente abbandonata a sé, questa frazione fu protagonista di un sogno. Un sogno che oggi si può definire fallimentare, e cioè quello di diventare una piccola Las Vegas in Brianza.
La “Città dei Balocchi” della Brianza: benvenuti a Consonno
Consonno oggi si presenta tutt’altro che una Città dei Balocchi: il sogno di Las Vegas è rimasto un vero e proprio sogno e oggi appare come uno dei tanti paesi fantasma di Italia. Il piccolo paesino sorge sulle colline della Brianza a non più di 600 metri di altitudine e da molto tempo non ospita più alcun abitante. I suoi unici visitatori sono alcuni curiosi che si avventurano tra gli edifici, gli appassionati di urbex e tutti coloro che desiderano sperimentare una nuova tipologia di turismo più prossimo.

Oltre a loro, non manca anche qualche visita al piccolo cimitero da parte dei parenti degli ex abitanti. Infatti, per definizione una città abbandonata come Consonno non fu sempre disabitata. Al contrario, fino agli anni ’60 era uno dei centri per il divertimento più promettenti della Brianza. Proprio per questo motivo spesso la sia chiama anche “Città dei Balocchi”. Era il punto di attrazione per molti personaggi dello spettacolo, illuminata quasi a giorno come Las Vegas!
Prima ancora di parlare della discesa e dell’abbandono di Consonno, prima che Consonno diventasse famosa per essere una piccola Las Vegas, cosa c’era? Consonno nasce come un piccolo borgo in Brianza, tra prati e campi. Il centro della vita degli abitanti di Consonno non era altro che una vita dedita all’agricoltura, dove le persone cedevano sempre di più alla tentazione della vita in fabbrica. L’economia del borgo era però serena, portata avanti grazie ai frutti dei campi intorno ad esso: economia locale, sostenuta principalmente dai castagneti.

Un piccolo borgo fino agli anni ’60
Fino agli anni ’60, si descriveva Consonno come un insieme di terreni, boschi ed edifici rurali; è sufficiente immaginassi una ventina di casette, tutte costruite intorno alla chiesta centrale. A far da sfondo, un paio di botteghe e una sola osteria. Il resto erano campi e boschi. Così appare come un luogo estremamente sereno, privo di ogni distrazione. Perché, allora, Consonno è diventata una piccola Las Vegas? E cosa, soprattutto, non ha funzionato?

Credits: Marco Buggio via Flickr
Il conte Mario Bagno: l’eccentrico imprenditore e il suo sogno
I grandissimi cambiamenti che hanno interessato Consonno negli anni ’60 sono dovuti al conte Mario Bagno, che individuò in Consonno il luogo perfetto per costruire la Città dei Balocchi che sognava da tempo. Consonno aveva diverse caratteristiche interessanti; prima di tutto, la vicinanza a Milano, che la rendeva molto facile da raggiungere, e poi naturalmente l’immensa campagna circostante che avrebbe permesso di ampliarne le dimensioni.
Così nel 1962 il conte Mario Bagno acquistò tutte le quote dei terreni, diventando in pochissime tempo l’unico proprietario. I lavori per la costruzione della Città dei Balocchi cominciarono subito e proseguirono sempre rapidamente. Erano gli anni ’60 e l’Italia stava vivendo gli anni del boom economico; in questo periodo non era ancora presente una certa attenzione ai valori ambientali e all’importanza dei borghi come quello di Consonno. Per questo motivo, l’enorme progetto di questo eccentrico imprenditore non fu bloccato. Il conte arrivò a fare qualcosa che prima nessuno aveva mai fatto: distruggere completamente un intero borgo, per costruire una piccola Las Vegas.

In pochi anni il conte Mario Bagno cambiò completamente quello che era il piccolo borgo di Consonno: nacquero ristoranti, hotel, alberghi di lusso e tante altre costruzioni che rimandavano a tema, dal Medioevo al Giappone. I lavori non riguardarono solo la creazione di edifici per la vita mondava, ma anche altre strutture dedicate al tempo libero e allo sport all’aperto: luna park, zoo, piste di pattinaggio e campi da golf. Insomma, tutto ciò che una persona alto-spendente poteva desiderare per il suo divertimento racchiuso in una stessa località. Consonno diventò quindi una città dei divertimenti a tutti gli effetti, con spettacoli e serate a tema che richiamavano un gran numero di persone. Trascorrere una serata alla Las Vegas della Brianza era diventata una delle cose da non perdersi nella vita!
Il declino di Consonno: non è più sempre festa?
Il conte Mario Bagno prestò davvero poca cura per l’ambiente circostante durante la costruzione del suo progetto e la natura non tardò a ribellarsi. A causa di un inverno molto piovoso, una frana colpì l’unica strada che portava a Consonno alla fine degli ani ’70. L’euforia per la novità del posto si stava già spegnendo e le ulteriori difficoltà nate proprio a seguito della frana segnarono un declino rapido di Consonno.

All’ingresso del paese una frase recitava “A Consonno è sempre festa”; oggi invece Consonno non è altro che ruderi e edifici abbandonati, caduti in declino. Negli anni 2000 sono stati proprio i rave party ad animare questo paese fantasma: in un certo senso, a Consonno è ancora sempre festa.