Le Linee di Nazca sono uno dei luoghi più misteriosi del pianeta Terra. Si tratta di giganteschi geoglifi tracciati nel deserto di Nazca che si trova in Perù. Che siano opera di alieni? Magia? Ancora oggi gli studiosi si interrogano sul significato di questo sito. Ci sono archeologi che passano l’intera vita a studiarle senza che vi sia un’unica teoria certa sulla loro creazione e sul loro significato.
Che cosa sono le Linee di Nazca
Le Linee di Nazca, oggi patrimonio dell’Unesco, si trovano una zona pianeggiante ed estremamente arida del Perù, circa 400km a sud di Lima. Queste figure occupano un’area di circa 450 km quadrati. Le Linee di Nazca sono in realtà oltre migliaia e formano circa 400 figure di dimensione e tipologia differenti. Sono tra i geoglifi più eccezionali del mondo, sia per la modalità con cui sono stati realizzati, sia per le loro dimensioni e la loro quantità.

Tra le varie figure delle Linee di Nazca si riconoscono una quantità decisamente importante di figure zoomorfe; le più famose sono quella di un condor, di un colibrì, di un uccello, di un pappagallo. E poi ancora un fenicottero, un fatto, una balena, una scimmi e un cane. Si tratta di figure spettacolari: alcuni di questi disegni sono di oltre 300 metri! Oltre a tutte queste, il complesso delle Linee di Nazca continua con un grande numero di disegni geometrici. Tra queste ci sono spirali, triangoli, cerchi e anche semplici linee.
La maggior parte delle linee di trova nelle aree pianeggianti del deserto di Nazca. Sono chiaramente distinguibili quando si sorvola in aero l’area e un po’ meno visibile viaggiando ad altezza umana. Seppur in numero ridotto, altre figure si trovano invece sul lato di piccoli promontori e sono visibili con più facilità anche da chi si trova a percorrere l’area di Nazca.

Come sono state create?
Quando ci si trova di fronte ad opere così grandi e così antiche, come per esempio accade con il complesso di Stonehenge, una delle domande che ci si pone più spesso è proprio questa. Come e quando sono state costruite le Linee di Nazca? Il primo studioso ad essersi occupato di questo misero fu Paul Kosok, un professore della Long Island University, nel 1939; Kosok si trovava in quest’area per approfondire gli studi sui sistemi di irrigazioni utilizzati dalla civiltà pre-Inca in Perù. Notò le linee proprio sorvolando il deserto di Nazca tra due dei fiumi su cui si sarebbe concentrato e se ne appassionò.

Tutti i disegni di Nazca sono stati creati spostando i le pietre superficiali del deserto. L’area infatti è particolarmente desertica; tuttavia, non si tratta di un deserto di sabbia, ma di pietre di colore rossastro, ricche di ferro, al di sotto delle quali si trova terra giallastra. Perciò le linee non sono state disegnate, ma in realtà create spostando alcune delle pietre e lasciando in vista la parte di terra più chiara. In questo modo si sono create delle insenature profonde circa 10-15 centimetri. Le pietre che circondano ancora il tracciato rappresentano la forza di questi disegni: sono in grado di riparare il solco dai venti, impedendo che i fenomeni atmosferici possano modificare o eliminare le Linee di Nazca.
Il mistero delle linee attira tantissime persone a Nazca
Il mistero delle Linee di Nazca continua ad affascinare dagli anni ’40, quando furono scoperte. Attraggono ancora tantissime persone: scienziati, archeologi, studiosi di storia, turisti curiosi e anche seguaci di gruppi di culto appartenenti alla New Age. Nel corso del tempo sono nate tante teorie diverse, un po’ appartenenti agli stessi gruppi che si recano sul luogo.

Le teorie più diffuse sul significato delle Linee di Nazca
Secondo una prima teoria, supportata anche dal professore che le scoprì, le Linee di Nazca rappresentano un luogo di culto. Quando il professor Paul Kosok si recò per la prima volta ad osservarne una, era il 21 giugno, solstizio di inverno per l’emisfero australe. Notò che il punto esatto in cui tramontava il sole quel giorno corrispondeva alla direzione in cui diverse linee si univano. Altri studiosi nel corso degli anni ’40 ipotizzarono che si trattassero di sentieri tracciati per camminare durante le cerimonie.
Un contributo molto importante nel corso degli anni è stato fornito da un’archeologa tedesca, Maria Reiche. I suoi studi portarono alla luce una seconda teoria, legata al mondo astronomico. Dopo aver restaurato e portato alla luce molti geoglifi che erano ancora nascosti, la Reiche ipotizzò che le Linee di Nazca avessero un nesso con l’astronomia. Alcune delle principali figure furono legate alle costellazioni più importanti. Tuttavia, questa teoria fu smentita da alcuni astronomi, che affermarono che non vi era alcuna relazione tra i disegni e le costellazioni.

Proprio a questa teoria se ne oppose una terza: secondo un gruppo di archeologici, i disegni non avevano relazioni con il mondo astronomico ma il significato era molto più prossimo alla zona in cui erano presenti. Le Linee di Nazca avrebbero potuto essere collegate alla cultura del posto, un luogo estremamente arido. Ecco come nacque la teoria che lega i disegni al culto dell’acqua, secondo la quale i disegni formavano un paesaggio per il riturale di approvvigionamento dell’acqua.
Non è ancora chiaro il motivo per cui queste enormi linee sono presenti nel deserto di Nazca; quello che è certo è che nessuno si aspettava che disegni creati tra il 500 a.C. e il 200 d.C facessero discutere così tanto ancora oggi.