Le prime storie circa la possibilità che gli animali si ubriacassero alla pari degli esseri umani risalgono ad almeno 2 secoli fa. Inizialmente gli scienziati erano scettici. Sembrava impossibile, infatti, che certi animali talmente grandi come alci ed elefanti potessero assumere tanto alcol da essere ubriachi. Si supponeva che il senso di ubriachezza dipendesse dalla frutta fermentata di cui si cibavano. Recentemente, alcune prove hanno dimostrato che non si tratta solo di un mito, ma di realtà frutto della mutazione di un gene. Gli aneddoti circa gli animali selvatici che sembrano ubriachi dopo aver mangiato la frutta si sono diffusi sempre di più.
Alci incastrati nelle piante e elefanti che barcollano: tante storie di animali ubriachi
In Svezia qualche anno fa un alce è stato ritrovato bloccato su un albero di mele, con una sola zampa a terra. L’alce si trovava nel giardino di una casa; quasi sicuramente si è ubriacato mangiando le mele in fermentazione sul terreno. Cercando di arrivare alla frutta più fresca, è rimasto bloccato. Durante la stagione autunnale non è raro trovare questi animali ubriachi in situazioni assurde, perché proprio durante questa stagione le mele mature cadono dai rami nei giardini svedesi.

Storie simili riguardano gli elefanti africani. Si tratta di animali che spesso mangiano i frutti maturi dell’albero della Marula, originario dell’Africa meridionale e dal quale si ricava proprio un liquore. Addirittura possiamo parlare degli scimpanzé, che costruiscono apposta strumenti per estrarre più facilmente la linfa fermentata nelle palme che crescono in Guinea. Nonostante tutte queste storie, gli scienziati si sono dichiarati fin da subito scettici all’idea di animali grandi come gli elefanti ed ubriachi.
Animali ubriachi: si tratta di un falso mito?
Mareike Janiak, una ricercatrice dell’università canadese di Calgary, ha apprfondito il tema in uno studio che ha coinvolto diverse specie di mammiferi. Nel suo studio, Janiak ha analizzato il funzionamento del gene ADH7. Si tratta di un gene il cui scopo è codificare un enzima che serve a eliminare l’alcol dal corpo. Studiando oltre 80 mammiferi, Mareike Janiak ha riscontrato che il gene ADH7 non funziona più nei mammiferi che si nutrono principalmente di erba o fogliame, e che non consumano generalmente frutta.

Quindi gli scienziati hanno sbagliato a sfatare il mito degli animali ubriachi? In realtà l’errore nasce da supposizioni errate. Le affermazioni degli scienziati si basavano semplicemente sul calcolo di etanolo presente nella frutta e sulla velocità con cui gli esseri umani lo abbattono. Hanno perciò considerato quanta frutta servirebbe ad un umano, rapportando poi il risultato sulle dimensioni di un elefante. L’errore degli scienziati sta proprio nel fatto di dare per scontato che tutti i mammiferi siano in grado di scomporre nello stesso modo l’etanolo.
Gli esseri umani sono incredibilmente veloci a riprendersi dopo una sbronza rispetto al resto dei mammiferi. In confronto agli altri primati, l’uomo riesce a scomporre l’etanolo circa 40 volte più rapidamente! È molto probabile che il cambiamento sia avvenuto molto prima che l’uomo iniziasse a produrre bevande fermentate. Sarebbe legato infatti all’aumento della frutta come nutrimento e all’approvvigionamento di frutta più spesso caduta al suolo.

Non tutti i mammiferi seguono la stessa dieta!
Se gli esseri umani hanno un metabolismo particolarmente veloce nella scomposizione dell’etanolo, non è sufficiente aggiustare le dimensioni per trarre considerazioni simili su altri mammiferi. Il team canadese ha scoperto che molti tra i mammiferi studiati non hanno nemmeno un gene ADH7 correttamente funzionale. Ciò che questi animali hanno in comune è proprio l’alimentazione priva di frutta, ma composta più che altro da erba, fogliame o carne.
Lo studio della Janiak e del suo team ha identificato altri animali che potrebbero ubriacarsi più facilmente. Tra questi, per esempio i cavalli o i porcellini d’India, che come l’elefante potrebbero aver perso il gene ADH7. Si tratta però di animali che non si abbuffano di frutta zuccherata o fermentata; l’elefante invece è ghiotto di frutta della Marula e quindi più spesso inserito nel gruppo degli animali ubriachi.

Ci sono però allo stesso tempo altri animali meno inclini ad ubriacarsi. Pipistrelli della frutta, alcune particolari volpi e addirittura un primate del Madagascar si cibano praticamente solo di frutta e nettari, e per questo potrebbero essere più bravi a scomporre l’alcol etilico. Lo studio ha dimostrato che si tratta di un adattamento dei mammiferi, che hanno sistemi digestivi differenti tra di loro e le cui diete sono molto variegate.