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Stato di Yap: la valuta è una moneta in pietra calcarea da 4 tonnellate

Per tutti noi, il denaro è carta, metallo. In Micronesia, nello Stato di Yap, si ha a che fare con una tipologia di valuta completamente diversa dalla nostra. La popolazione utilizza difatti delle grandi monete in pietra calcarea. É la più grande valuta fisica del mondo e il suo nome è Rai.

La nascita della Rai

La leggenda racconta che circa 500-600 anni fa, un uomo chiamato Anagumang guidò una spedizione dalla sua isola natale, Yap, all’isola di Palau, a 300 miglia di distanza. L’equipaggio fu colpito dalla quantità di pietra calcarea presente in quest’isola. Allora, i nativi di Palau permisero ad Anagumang e ai suoi uomini di estrarre la roccia in cambio di perline, polpa di cocco e copra (polpa essiccata del cocco). Venne stabilito in questo modo un insolito scambio economico tra le due isole. All’inizio le pietre venivano scolpite a forma di pesce. Successivamente, si optò per una forma più pratica, ossia a forma di disco.

Le monete di pietra dello Stato di Yap: i primi Bitcoin
Credits: Medium

Le monete in pietra: il peso della ricchezza

Queste monete in pietra non venivano spostate date le dimensioni. La più grande pesa circa 4 tonnellate con un diametro pari a 3,65 metri. Di conseguenza, questa valuta è passata dall’essere una forma di denaro concreta a un qualcosa di astratto. Anche se la pietra non veniva spostata quando la si usava per pagare, tutti sapevano che quella aveva un nuovo proprietario. Per garantire che la proprietà fosse nota, veniva utilizzato un registro orale all’interno della comunità. Secondo alcune ricerche, questo registro, tramandato di generazione in generazione, ha aiutato la comunità a registrare e comunicare i cambiamenti nella proprietà del rai, per cose come regali di nozze, allettamenti politici o persino pagamenti di riscatti.

In effetti, non è importante che la pietra sia sull’isola per contare come denaro. Secondo una storia, dei marinai, durante il trasporto di una gigantesca valuta, vennero colpiti da una tempesta. Ciò comportò la perdita della moneta. Una volta tornato sull’isola, l’equipaggio raccontò l’accaduto. La popolazione decise a quel punto che la moneta di pietra era ancora utilizzabile. Nonostante si trovasse in fondo all’oceano, quella moneta di pietra faceva ancora parte dell’economia di Yap.

moneta di pietra rai
Credits: Jeff Shea

Le monete in pietra come Bitcoin

Le monete in pietra ricordano i Bitcoin. Questa criptovaluta viene classificata come mezzo di scambio volatile, non come moneta. Inoltre, le transizioni dei Bitcoin sono registrate su un libro pubblico chiamato blockchain. Esattamente come accade per le monete in pietra, questo agisce come un sistema di contabilità che registra la proprietà della valuta digitale. Infine, con entrambe le valute, le persone sono le proprie banche e hanno il potere di mantenere l’economia. Come con le rai, le informazioni sul valore e sulla proprietà dei Bitcoin sono gestite collettivamente.

Le monete in pietra
Credits: Pixabay

Crollo della valuta

Nel 1871, un capitano irlandese-americano, David O’Keefe, naufragò vicino a Yap e venne aiutato dagli indigeni. Il capitano, notata la quantità di noci di cocco presenti, cercò di acquistarle con l’intenzione di rivenderle ai produttori di olio di cocco. Gli isolani non avevano però nessun interesse a ricevere forme di pagamento straniere. Decise allora di aiutare la popolazione con l’estrazione della pietra calcarea utilizzata per la creazione del denaro locale. Questo portò a un aumento della produzione e, di conseguenza, ci fu una forma di inflazione. A quel punto, il capo vietò agli isolani di usare le pietre ottenute da David O’Keefe, in quando raccolte con troppa semplicità. Le uniche monete di pietra accettate erano quelle estratte tradizionalmente, con il sudore e il sangue degli yapesi.

Le monete in pietra son rimaste la valuta principale fino al XX secolo. Anche se il denaro attuale ha sostituito la vecchia valuta, le rai sono ancora scambiate in modo tradizionale tra gli abitanti dello Yap. Si tratta di un simbolo nazionale e sono addirittura rappresentate sulla targa automobilistica locale.

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