Il 13 dicembre 1918 Mario Lombardo, ufficiale di fanteria, e Maria di Cara diventano genitori di una bellissima bambina che chiamano Rosalia Lombardo. Poco prima di compiere due anni la bambina si spegne causa, si pensa, una broncopolmonite derivante dall’influenza spagnola. Il padre, che non accettava la perdita dell’amata figlia, decide di affidarla al miglior imbalsamatore, Alfredo Salafia, rendendola la bambina mummificata.
Breve accenno alla vita di Salafia
Alfredo Salafia nasce a Palermo il 7 novembre 1869. É conosciuto per essere stato uno dei migliori imbalsamatori italiani. La sua tecnica si basava sull’iniezione di sostanze chimiche. Nel 1900, dopo aver sperimentato a lungo il suo metodo per impagliare animali, ottenne il permesso di sperimentare il composto su cadaveri umani presso la Scuola Anatomica del prof. Randaccio. Si dimostrò un’ottima tecnica anche con i cadaveri umani, suscitò quindi grande interesse.
Venne convocato per restaurare il corpo di Francesco Crispi, noto patriota e politico italiano, sostenitore della spedizione dei mille alla quale partecipò. Il corpo, imbalsamato a Napoli, giunse però a Palermo in condizioni precarie. Riuscì comunque a restaurare il cadavere meritandosi l’approvazione da parte della stampa. Salafi venne a quel punto riconvocato per l’imbalsamazione di personaggi di spicco, in modo da poter esporre le loro salme. Nel 1920, un ufficiale di fanteria, Mario Lombardo, chiede aiuto al noto imbalsamatore, per rendere la figlia “immortale”, facendo divenire la piccola una bambina mummificata.
Tecnica utilizzata per la bambina mummificata
Non si sa effettivamente di cosa sia morta la bambina, date le continue testimonianze che vanno a mutare. C’è chi afferma che sia morta per difterite, altri dicono sia stato a causa del tifo. Ma queste malattie sono improbabili dato che chi moriva a causa di tali patologie doveva essere avvolto in un lenzuolo impregnato di bicloruro di mercurio e trasportato con un apposito carro al cimitero per il seppellimento. Si pensa dunque che il tutto sia dovuto dalla spagnola, altrimenti non sarebbe stata possibile l’imbalsamazione. La bambina, mummificata nel 1920, è ancora conservata ottimamente e ha tenuto con se per 90 anni la segreta tecnica di Salafia. Ma Dario Piombino-Mascali, antropologo, è riuscito a capire la misteriosa tecnica utilizzata dal noto imbalsamatore.
Gli ingredienti per “l’immortalità”
Trova nel 2009 un manoscritto di Salafia con elencati gli ingredienti utilizzati per mummificare la piccola Rosalia. “Una parte di glicerina, una parte di formalina satura sia di solfato di zinco che di cloruro e una parte di una soluzione alcolica satura di acido salicilico”, così scrive Salafia, forse sperando che qualcuno un giorno possa riutilizzare tale tecnica. La miscela da lui creata e iniettata nel corpo di Rosalia, è riuscita con la formalina ad uccidere tutti i batteri, con la glicerina si è assicurato che il corpo non si seccasse e con l’acido salicilico ha impedito la presenza di eventuali funghi nella carne. Infine, con lo zinco lo scopo era quello di pietrificare il corpo della bambina facendola assomigliare ad una bambola.
La “bella addormentata”
Un fatto che ha colpito i visitatori sono i suoi occhi. Giurano infatti di averla vista sbattere le palpebre mostrando i suoi occhi azzurri, ancora intatti, definendola “la bella addormentata“. All’inizio si è pensato fosse causato dalle temperature che il corpo subisce all’interno della cripta, causando la contrazione delle palpebre ma Dario Piombino-Mascali negò questa ipotesi. Affermò che lo suo sbattere le palpebre è dovuto ad una semplice illusione ottica, causata dall’angolazione con cui la luce delle finestre colpisce la tomba. Man mano che la luce cambia, Rosalia sembra aprire e chiudere gli occhi più volte nella giornata. Piombino-Mascali fece questa scoperta quando un giorno, mentre gli operai spostavano la sua bara muovendo leggermente il corpo, notò come i suoi occhi in realtà non fossero mai stati chiusi.
La bambina mummificata è conservata nelle Catacombe dei Cappuccini in Sicilia, ed è stato uno degli ultimi cadaveri ad essere ammesso all’interno delle catacombe. Una foto scattata a Rosalia Lombardo nel 2009 mostra dei leggeri segni di decomposizione, venne quindi portata in un punto più asciutto delle catacombe e la sua bara venne collocata in un recinto di vetro sigillato con azoto gassoso per prevenirne la decomposizione. Nonostante ciò, la bambina mummificata ancora oggi risulta essere uno dei corpi meglio conservati nelle catacombe nonché opera migliore di Alfredo Salafia