L’uso della droga risale ai tempi più antichi. In passato rappresentava una parte fondamentale del rapporto con le divinità, un collegamento con la medicina, una connessione con il proprio corpo. La droga veniva spesso assunta da artisti, scienziati, filosofi per stimolare o aumentare le proprie doti, espandere la mente. Alcuni sono tra le menti più conosciute al mondo. Ecco una lista dei più illustri personaggi che, abitualmente, facevano uso di droghe:
Gabriele D’annunzio e il suo “piatto freddo”
Gabriele D’Annunzio, importante letterato italiano, faceva uso di cocaina e altre droghe che potessero fargli provare emozioni intense dandogli la possibilità di vivere una vita frenetica. Ciò è stato documentato da lui stesso nel suo diario definendolo il suo “piatto freddo” preferito di cui usufruiva prima delle orge. Per lui, infatti, la cocaina era quasi sempre associata al sesso, definendo l’orgia come “possibile follia, gioco di tensioni estreme, potere inaudito di percepire le distinzioni fra le cose”. Da alcuni biglietti ritrovati scritti dalle sue amanti, si è arrivati alla conclusione che obbligasse esse a farne uso.
Sigmund Freud e la droga come medicina
Sigmund Freud, noto psicoanalista, neurologo, nonché filosofo, era anch’egli un amante della “polvere bianca”, tanto da prescriverla pure ai suoi pazienti. Egli, infatti, affermava che tale droga potesse combattere la depressione, l’indigestione ed era perfetta come afrodisiaco e anestetico, infine notò che fame e la fatica scomparivano. Addirittura, Freud scrisse una lettera alla fidanzata Martha in cui dichiarò di voler scrivere un saggio a favore della cocaina per poter dare un posto ad essa tra i medicinali. Sotto prescrizione di Freud, iniziò ad assumere anche lei tale droga “per renderla più forte e per farle venire le guance di colore rosso”. Descrisse la coca come cura per la dipendenza da alcol e morfina. Ne diede, infatti, ad un suo amico medico, Ernst von Fleischl-Marxow, che usufruì della morfina a causa di un dolore cronico al pollice ferito mentre dissezionava. Ma nonostante le buone intenzioni di Freud di eliminargli una dipendenza, gliene aggiunse un’altra, portandolo alla morte 7 anni dopo. Nel 1890 ne sospese però l’uso durante le sedute in quanto mise in pericolo di vita un suo paziente.
Francis Crick e la “visione” del DNA
Famoso per il suo Premio Nobel per la Medicina, Francis Crick ammise di aver vinto tale riconoscimento grazie all’uso dell’LSD. Infatti, mentre faceva gli esperimenti su quello che verrà poi definito DNA, lui con altri ricercatori di Cambridge, erano sotto effetto dell’allucinogeno. Dichiarò di aver avuto in quel momento la visione della doppia elica (struttura del DNA).
Richard Feynman e le intuizioni allucinanti
Il famoso fisico Richard Feynman, vincitore del Premio Nobel per la Pace, fu un assiduo consumatore di droga tra cui LSD, Marijuana e Ketamina. Anche lui riuscì ad avere diverse intuizioni tramite le varie allucinazioni che queste droghe sfogavano. Smise successivamente data la sua paura di poter perdere la capacità di pensiero.
Steve Jobs e le sue capacità creative
Steve Jobs, sviluppatore della Apple, attribuì anche all’LSD le sue capacità creative. Arrivò addirittura a biasimare Bill Gates sostenendo che se avesse fatto uso di qualche droga sicuramente avrebbe avuto almeno un minimo di immaginazione. Forse non sapeva che effettivamente anche Gates era entrato per un breve periodo nel tunnel della droga ma non tollerò la mancanza di sonno.
Vincent Van Gogh e il suo amore per l’assenzio
Van Gogh, oltre ad essere noto per le sue opere, è divenuto famoso per la sua pazzia che lui poi esponeva su tela. Il colore che predomina nelle sue opere è il giallo, ma vi siete mai chiesti il perché di tale scelta? Il famoso pittore abusava dell’assenzio, un liquore altamente tossico che agisce sul sistema nervoso provocando attacchi epilettici e, inoltre, provoca la cromatopsia, un disturbo visivo che consiste nell’insorgenza di immagini colorate falsamente di giallo.
Charles Beaudelaire e i sonetti alla droga
Considerato il maggior esponente del simbolismo, Charles Beaudelaire era un accanito consumatore di droghe. Dedica ad essa un’intera opera, divisa in tre parti. La prima, “Del vino e dell’hashish” mette a confronto due sostanze che, a parer suo, aumentano la socializzazione; la seconda parte, “i paradisi artificiali”, comprende le riflessioni del poeta. Tali riflessioni contengono il suo rapporto con le droghe e l’eccitazione da esse provocato. Attribuisce, quindi, a essa uno stato di tranquillità che mostra paradisi illusori; infine, nell’ultima parte, “un mangiatore di oppio” sottolinea pregi e difetti dell’oppio e dell’hashish.
Coca-Cola, una vera e propria droga
In questo caso non parliamo di una persona ma di una bibita famosa a livello mondiale. La Coca Cola era inizialmente nata come rimedio per il mal di testa e la stanchezza. Essa era una combinazione di noci di cola, pianta tropicale non dannosa per la salute, e cocaina, da lì nacque appunto il nome. Nel 1903 venne eliminato l’uso della droga dalla bevanda, dati gli ormai evidenti effetti deleteri.
In definitiva, possiamo affermare che le sostanze “illegali” in alcuni casi hanno aiutato le persone a compiere grandi gesti. Nonostante ora vangano viste di cattivo occhio, dati i danni che comportano e l’abuso da parte dei giovani per il semplice divertimento, all’epoca venivano utilizzate come stimolatori per la mente. Ma la domanda è: queste menti eccelse sarebbe riuscite a tirare le loro conclusioni senza usufruire di queste sostanze?