Il Parco dei Mostri: le misteriose sculture del bosco di Bomarzo

Nei pressi di Bomarzo, un piccolo paese del Lazio, c’è un parco unico e misterioso. Si tratta del Parco dei Mostri, chiamato anche Sacro Bosco di Bomarzo. È uno dei parchi più strani in Italia, avvolto in un fitto mistero che tocca sia le sue strane statue, sia la vita privata dell’architetto che lo progettò.

La storia del Parco dei Mostri

Il Parco dei Mostri è un bosco di circa 3 ettari in cui sono presenti 37 figure strane; sono proprio le sculture, le fontane e gli obelischi presenti nel parco ad attrarre i visitatori e celare dei misteri. Il parco è stato commissionato all’architetto Pirro Ligorio a metà del 1500 da parte del principe Pierfrancesco Orsini. In molti credono che sia il principe sia l’architetto che progettò il parco fossero legati alla sfera dell’esoterismo.

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Una delle Sfingi all’ingresso del parco
Credits: Daderot via Wikimedia Commons

Orsini pensò un parco unico nel suo genere. I canoni della cultura architettonica e naturalistica italiani tipici del XVI secolo prevedevano strutture geometriche molto razionali, ampie terrazze e giochi d’acqua ad abbellire. Il Parco dei Mostri invece è qualcosa di molto più eccentrico. Lungo il percorso nel bosco si possono trovare molte figure enigmatiche, scolpite in blocchi di pietra e che hanno ben poco di razionale; ci sono, infatti, mostri, draghi, animali esotici, e obelischi con iscrizioni scolpite. Il Parco dei Mostri rappresenta, quindi, una soluzione architettonica insolita: gli elementi presenti non sembrano essere coerenti tra di loro, né per il tema né per le proporzioni. 

Dopo la morte dell’architetto e del principe, il parco rimase abbandonato per oltre 300 anni. A metà del 1900, la famiglia Severi Bettini iniziò a prendersene nuovamente cura, scoprendo le sculture che la natura aveva nascosto nel corso dei secoli. Il Parco dei Mostri iniziò ad attrarre molti intellettuali e artisti, tra questi anche Salvador Dali e Johann Wolfgang von Goethe. 

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Statua di Nettuno
Credits: Daderot via Wikimedia Commons

Sacro Bosco di Bomarzo: quali misteri si celano?

Nonostante siamo passati più di 500 anni dalla sua creazione, il Parco dei Mostri cela ancora oggi alcuni misteri rimasti. Scienziati e studiosi si sono interrogati a lungo per cercare di spiegare il labirinto di sculture che si trovano all’interno del bosco. Hanno trovato temi molto antichi, risalenti alla letteratura degli anni della sua costruzione, con riferimenti all’Orlando Furioso di Ariosto, ma anche più lontani, come per esempio Petrarca. 

Diversi filologi credono che il Parco dei Mostri di Bomarzo fosse voluto dal principe come dedica alla moglie; distrutto per la sua morte, avrebbe chiesto di rappresentare gli ostacoli della loro relazione tramite le sculture. Altri, invece, hanno letto un percorso esoterico riguardante l’uomo: immaginando un percorso interno, le diverse sculture rappresenterebbero gli ostacoli che la vita ci pone di fronte.

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Cerbero, il cane a tre teste
Credits: Marcos Méndez Filesi

Le protagoniste misteriose del Parco dei Mostri: le principali sculture

Il Parco dei Mostri di Bomarzo si estende per oltre 3 ettari, dove conifere e sculture sono integrate tra di loro in maniera perfetta. Le sculture sono fatte di basalto, un materiale da costruzione reperibile facilmente lungo il confine tra Lazio e Umbria. Il materiale, quindi, non è l’elemento più interessante; ciò che intriga i visitatori è il significato nascosto dietro alle diverse sculture protagoniste del parco. Tra tutte, solo alcune sculture sono state restaurate nel XX secolo; molte altre, invece, sono maggiormente degradate e alcune iscrizioni si sono addirittura perse nel tempo. 

La scultura più celebre del Parco dei Mostri è l’orco: una figura rappresentante una faccia enorme con la bocca spalancata. All’interno della bocca è nascosta una sala con panche. La forma particolare della scultura regala un effetto di eco quasi spaventoso. Oggi non si vede più, ma l’incisione originale sulla scultura dell’orco recitava Lasciate ogni pensiero voi ch’entrate. Si tratta di un riferimento proprio alla porta di ingresso dell’Inferno dantesco. Altro riferimento a Dante si vede nella statua di Cerbero: è il cane a tre teste, a guardia dell’Inferno.

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Credits: Federico Mantova via Flickr

Lungo il parco, le sculture alternano raffigurazione di mostri e di animali mitologici. A guardia dell’ingresso si trovano due sfingi con il corpo di leone e senza ali. Troviamo anche un elefante, simbolo delle imprese di Annibale durante le Guerre Puniche; oppure rappresentazioni di dei, come la fontana con Nettuno, dio dei mari, o Cerere, dea delle messi. 

Sono state formulate numerose ipotesi differenti sull’origine del parco; alcuni convengono sulla teoria dell’esoterismo, e il Parco dei Mostri potrebbe semplicemente essere un modo di tradurre in arte la visione del mondo di un uomo. Altri leggono una ricerca a voler trarre in inganno: la sua aurea misteriosa è ciò che rende speciale il parco ancora oggi dopo 500 anni.

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