L’orologio dell’apocalisse, in inglese chiamato Doomsday Clock, nel 2022 compie 75 anni. Infatti, dal 1947 ticchetta quasi senza sosta; tuttavia, non calcola secondi, minuti e ore per come siamo abituati a pensarli. Si tratta, invece, di un orologio che cerca di calcolare quanto l’umanità sia vicina alla fine del mondo e al giorno del giudizio. Come ogni anno, pochi giorni fa è stato fissato un nuovo orario: nel 2022, così come è da gennaio 2020, mancano 100 secondi alla mezzanotte.
L’orologio dell’Apocalisse: un orologio che non segna le ore
L’orologio dell’Apocalisse non è un vero e proprio orologio con lancette che scandiscono il tempo. È il disegno di un orologio che punta ad avvisare l’intera popolazione su quanto sia vicina la fine del mondo. Si rivolge alla popolazione perché sono proprio le azioni pericolose, spesso legate alla tecnologia e allo sfruttamento dell’ambiente, che portano l’umanità verso la distruzione. Possiamo dire che l’Orologio dell’Apocalisse non è altro che una metafora che ogni anno ci ricorda quali sono i pericoli da affrontare se non vogliamo arrivare alla mezzanotte, ovvero alla distruzione.
L’Orologio dell’Apocalisse fu creato 74 anni fa, esattamente nel 1947. L’anno non è casuale; è, infatti, l’anno in cui gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica hanno iniziato la più grande corsa agli armamenti nucleari. Nonostante sia nato con lo scopo di misurare la minaccia nucleare, nel 2007 il cambiamento climatico è stato incluso nel calcolo dei minuti.
Chi l’ha inventato e muove le lancette
La nascita dell’Orologio dell’Apocalisse si deve ad un gruppo di ricercatori americani conosciuti come Chicago Atomic Scientists. Questi ricercatori avevano partecipato al Progetto Manhattan, il programma di ricerca militare che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche. Dopo i bombardamenti americani ai danni del Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, i ricercatori iniziarono a pubblicare un bollettino e successivamente una rivista, il Bulletin of the Atomic Scientists.
L’artista Martyl Langsdorf realizzò la copertina per il primo numero della rivista; inizialmente pensava di usare il simbolo dell’uranio, ma percependo un forte senso di urgenza disegnò un orologio per comunicare che il tempo scorreva velocemente e c’era poco tempo per agire. Fu proprio l’artista a scegliere di settare il primo calcolo a 7 minuti prima di mezzanotte.
Da allora, il Consiglio per la Scienza e la Sicurezza del Bulletin si riunisce due volte ogni anno per discutere i cambiamenti e, contestualmente, reimpostare l’ora dell’Orologio. Dalle iniziali 23:53 del 1947 ci sono stati diversi eventi che hanno contribuito in maniera importante all’avanzamento; tra questi, il coinvolgimento degli USA nella Guerra del Vietnam o i test nucleari di India e Pakistan nel 1998. Altrettanti eventi hanno invece permesso un balzo indietro delle lancette, che hanno recuperato minuti importanti per l’Orologio dell’Apocalisse. Per esempio, la caduta del muro di Berlino e lo scioglimento dell’Unione Sovietica.
L’Orologio dell’Apocalisse: una metafora imperfetta
Nel corso degli anni molti scienziati si sono interrogati sulla metafora dell’Orologio dell’Apocalisse, criticandone alcuni aspetti. Ovviamente bisogna chiarire fin da subito che non si tratta di un calcolo su base scientifica. Anzi, come detto in precedenza si tratta di una metafora, che però a sua volta è stata criticata per essere imperfetta.
L’orologio, infatti, prende in considerazione tipi di rischio diversi, che hanno caratteristiche differenti e che, soprattutto, si verificano in scale temporali diverse. Basti pensare proprio ai due esempi citati prima, l’utilizzo di armi nucleari e il cambiamento climatico. Altri teorici affermano che sia in ogni caso complesso considerare come veritieri i minuti indicati dall’Orologio dell’Apocalisse. Nei decenni le lancette si sono spostate con velocità molto diverse tra di loro: inizialmente, i ticchettii erano di minuti, ora invece ci si sposta di pochi secondi. Non vi è alcun dubbio sul fatto che rappresenti un interessante espediente che ogni anno ricorda quanto le nostre azioni possano mettere fine alla nostra esistenza sul piante Terra.