Tra i migliori registi italiani e non solo, c’è senza dubbio Paolo Sorrentino. Il cineasta napoletano ha riscontrato successo durante il corso della sua ricca carriera, tanto da arrivare a girare prodotti internazionali. Del suo cinema colpisce il modo in cui viene utilizzata la simbologia, finalizzata a esteriorizzare ciò che i protagonisti solitari provano. C’è un’atmosfera malinconica ad avvolgere le vicende raccontate dal regista, il quale si rifà certamente a grandi autori come Fellini e Paul Thomas Anderson.
Inoltre, Sorrentino è abile nel restituire allo spettatore la soggettività dei suoi personaggi, i quali affrontano un percorso esistenziale contraddittorio ma necessario, esprimendo la loro visione della realtà. Il cineasta sta girando un nuovo film nella sua Napoli, ma un terribile incidente ha rallentato le riprese, poiché il costumista della troupe è morto in mare: vai su https://chronist.it/ per saperne di più. Riflettendo sui 9 film da lui realizzati, è possibile individuare quali sono i migliori: di seguito la classifica.
5. L’uomo in più
Esordio alla regia per Paolo Sorrentino, L’uomo in più è un film del 2001 che narra le vicende di due omonimi – Tony e Antonio – i quali condividono i passi dello stesso percorso individuale, segnato dalla solitudine e dalla malinconia. Si tratta di due uomini le cui carriere sono in declino, e soffrono a causa delle numerose contraddizioni interne alle rispettive vite. Il cineasta dimostra una certa maturità nel dipingere due personalità differenti, ma che in realtà vengono accomunate dall’illusione. Se il calciatore è costantemente depresso e perciò spento, il musicista è invece ben più travolgente, ma alla fine per entrambi il conto da pagare è il medesimo.
4. Le conseguenze dell’amore
Film del 2004, Le conseguenze dell’amore si ricorda per il ritmo dilatato dalla routine noiosa vissuta dal protagonista interpretato da Toni Servillo, attore feticcio di Sorrentino. Essendo questo lungometraggio incentrato su un contabile della mafia, è persuasivo notare come egli sia rinchiuso in una specie di prigione sotto forma di albergo. Tuttavia, è l’amore a spingerlo alla ribellione. I sentimenti sono quel moto in grado di smuovere la realtà, specie quando quest’ultima è senza stimoli.
3. La grande bellezza
La grande bellezza è un film del 2013, vittorioso agli Oscar nella categoria del Miglior Film Straniero (2014). Sorrentino rielabora a suo modo La Dolce Vita di Federico Fellini, inserendo il protagonista-giornalista all’interno di una società borghese nella Roma dei giorni nostri. La vita mondana appare superflua, anacronistica e perciò incomprensibile. I personaggi qui presenti risultano volgari nella loro mondanità, e le metafore instillate da Sorrentino durante il film avvalorano la crisi esistenziale vissuta da Jep Gambardella.
2. Il divo
Il divo, datato 2008, rientra tra i migliori film di Sorrentino. Il declino in questo caso è politico, e riguarda il governo di Andreotti, qui rappresentato con dei formalismi pop travolgenti. Il nucleo portante del lungometraggio è l’iperrealismo, i cui tratti kafkiani caratterizzano la solitudine di un uomo che gioca a fare l’erudito. La dinamicità accompagna i giochi di potere, le scritte in sovrimpressione e, infine, il punto di vista del discusso protagonista. L’Italia è vittima di una critica feroce in Il divo.
1. È stata la mano di Dio
Il miglior film di Paolo Sorrentino si intitola È stata la mano di Dio (2021), l’opera più personale e intima che il regista abbia mai realizzato. Al suo nono lavoro, il cineasta appare ormai maturo al punto giusto, tanto da equilibrare una prima parte insolita nel suo approccio cinematografico, concentrandosi sulla scrittura dei personaggi, sui dialoghi e le situazioni comiche. Da Napoli e per Napoli, il regista racconta l’amore per la sua città svelando il motivo per cui ha dovuto lasciarla, condividendo il suo precoce lutto. Si tratta di un film delicato, che nella seconda parte lascia spazio ai simbolismi propri del cinema di Sorrentino per dipingere il cambiamento esistenziale del giovane protagonista.