Whatsapp, Instagram, Telegram…queste sono alcune delle app che ci stanno accompagnando nell’arco della nostra vita. Appena ci svegliamo controlliamo il cellulare, in bagno cerchiamo qualcosa su internet che tenga occupata la nostra seduta. Insomma, siamo sempre attaccati a questo dannato web, ma ci ricordiamo com’era la vita prima che internet prendesse il sopravvento? Avete mai pensato a disintossicarvi? In Cina molte persone se lo son completamente dimenticato, in quanto dedicano intere giornata a navigare sul web, arrivando addirittura a impazzire in assenza di internet. Si è quindi pensato di creare un centro di disintossicazione da internet.
L’eroina… quella digitale
Lo psichiatra Tao Ran afferma che internet può diventare una droga che disconnette dalla realtà. Deciso a “ristabilire l’ordine”, Tao Ran che non solo è psichiatra ma anche colonnello dell’esercito, apre nel 2004 un centro di riabilitazione a Daxing.
Tale struttura è una vera e propria base militare dedicata a ragazzi di età compresa tra i 13 e i 20 anni. Viene dato a loro una mimetica, corrono ogni mattina all’alzabandiera, fanno esercitazioni fisiche, vengono addestrati all’uso delle armi (finte) e se si disubbidisce è pronta per i pazienti una vera e propria cella di isolamento.
Un paziente di 16 anni, Wang Yunchao, raccontò la sua esperienza in un documentario dedicato al centro, Web Funkie. Il giovane affermò di essere arrivato a stare 10 ore al giorno a giocare a World of Warcraft. Il padre, per spaventarlo, arrivò a cercare di accoltellarlo per, come dice lui, “farlo tornare obbediente”. Continua col dire che Wang era diventato “peggio di un estraneo”. Decise quindi di far tornare suo figlio quello di una volta grazie al famoso centro di disintossicazione da internet di Daxing.
Dopo la creazione di questo centro di disintossicazione da internet sotto forma di base militare, sono nati altri 250 campi di rieducazione.
Da centro di disintossicazione da internet a centro di tortura
Nel 2009, Deng Senshan, 15 anni, venne portato dai genitori al centro di disintossicazione di Nanning. Dopo essere stato uno studente modello per anni, un giorno scopre gli Internet Cafè. I suoi dopo scuola si consumavano all’interno di queste strutture, a volte ci rimaneva fino a notte. Il padre, deciso a far restare il figlio in casa, decise di regalargli un computer. La situazione degenerò, il ragazzo non mangiava, non dormiva, rimaneva sempre attaccato al PC. Stanchi di questa situazione, i genitori conclusero fosse meglio portarlo in un centro di disintossicazione da internet, ma non durò molto. 12 ore dopo il ragazzo venne ritrovato morto. Deng Senshan venne preso in consegna dai consulenti in divisa nera, chiuso in una stanza e riempito di botte. Dopo tale avvenimento, il centro venne chiuso e furono arrestate 13 persone.
Nel centro di Nanchang, venne imposta una disciplina ferrea arrivata al limite dell’immaginabile. Infatti, l’ “educazione” imposta in questo centro era paragonabile alla vera e propria tortura. Dei loro pazienti, o per meglio dire, delle loro vittime raccontano: “Usano il ‘longbian’ (bastone di metallo) per picchiarci finché non obbediamo e i nuovi arrivati vengono chiusi nella ‘piccola stanza nera per sette giorni.” Un altro ragazzo venne ritrovato nella provincia orientale di Anhui, morto, con il corpo coperto di ferite.
Una 16enne, tornata dal centro di disintossicazione, dopo essere stata torturata per diverso tempo, decise di far provare lo stesso a sua madre. La legò, la rinchiuse in una stanza, la torturò e la lasciò morire di fame. In un diario scritto dall’adolescente su un social network afferma di essere stata prelevata da due uomini con la forza e portata all’ “Accademia per la Difesa della Scienza e Tecnologia”, di Jinan. Ma non si trattava di un centro di recupero ma di un centro torture. Scrive infatti che venne costretta a stare in piedi per ore, a non dormire e a mangiare nel gabinetto. Dopo quattro mesi fuggì con la sola intenzione di vendicarsi dei genitori. Una volta avvenuta tale tragedia, altri “pazienti” vennero chiamati a testimoniare, affermando tutto ciò che la ragazza disse, denunciando pure il fatto che venivano sottoposti a sedute di elettrochoc.
Cosa fare in alternativa al centro di disintossicazione?
La dipendenza da internet ormai sta diventando un problema serio per tutto il mondo che possiamo vedere sotto vari aspetti:
- Cyber-Relational Addiction
Tendenza a instaurare relazioni amorose o di amicizia sul web. - Net-Compulsions
Comportamenti compulsivi messi in atto tramite internet (giochi d’azzardo, commercio in rete, aste online) - Information-Overload
Ricerca compulsiva di informazioni sul web. - Cybersexual-Addiction
Uso compulsivo di siti pornografici o comunque dedicati al sesso virtuale. - Computer-Addiction
Utilizzo del computer per giochi virtuali, soprattutto giochi in cui il soggetto può costruirsi una falsa identità
I soggetti più a rischio risultano essere persone che hanno età compresa tra i 15 e i 40 anni. Presentano difficoltà comunicative e le personalità più vulnerabili tendono a soffrire di disturbi ossessivi-compulsivi e/o tendenti all’isolamento. Si nascondono in un mondo virtuale per non affrontare la realtà. Sono state create delle apposite terapie in cui si ha, al contrario del centro di disintossicazione, la possibilità di avere un uso controllato di internet. Durante tale terapia, viene fatta un’analisi comportamentale e viene formulato il caso.
Fasi della terapia
Si inizia con una riduzione del tempo passato sul web: ad esempio, da 40 ore settimanali si dimezza a 20. Queste 20 ore devono essere distribuite in periodi di tempo specifici: ad esempio dalle 20 alle 22 entro settimana, dalle 13 alle 15 il fine settimana. L’utilizzo di internet può essere regolato tramite “la pratica dell’opposto“, in modo da aiutare il paziente ad interrompere le abitudini virtuali. Ad esempio, se la persona è abituata a connettersi il mattino, verrà proposto di sostituire tale attività con un’altra, ad esempio una doccia. Se si connette la sera come rientra da lavoro, si può proporre dello sport e così via. Se si collega tutto il giorno può venir proposto di fare intervalli da 30 minuti l’uno.
Per interferire con l’uso di internet possono essere usati degli “ostacoli esterni“, ossia attività da svolgere che renderà impossibile il collegamento al web. Ad esempio, se la persona alle 9.30 deve uscire, le verrà proposto di collegarsi alle 8.30 in modo da avere solo un’ora per navigare.
Vengono poi usate delle “carte promemoria” che aiuteranno il paziente a raggiungere il suo obiettivo. Il paziente scrive 5 conseguenze negative dello stare sempre collegato su internet e 5 benefici che potrà ottenere se riesce a raggiungere l’obiettivo di disintossicarsi. La persona potrà tenere queste carte e guardarle ogni qualvolta voglia, per invogliarsi a fare di più.
Per regolare l’uso di internet, verranno utilizzati i programmi filtro, sfruttati solitamente dai genitori per i bambini, in modo da evitare l’accesso ad essi a determinati siti.
Verso la fine della terapia il paziente può prendere appunti sulle fasi della terapie che per lui son più state utili, in modo da riutilizzarle in caso di ricaduta. Son comunque sempre disponibili dei gruppi di supporto per minimizzare tale rischio.
“L’utilizzo dei social network ha avvicinato considerevolmente le persone lontane da noi, ma portandoci via chi ci è sempre stato vicino.”