Anna Iberti: chi era la donna simbolo della Repubblica Italiana?

Il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica, una delle celebrazioni più importanti per l’Italia. Questa data ricorda lo storico referendum che, nel 1946, sancì la fine della monarchia e la nascita della Repubblica Italiana. Un progetto politico nell’aria già dai tempi di Mazzini, ma che divenne realtà solamente nel secolo scorso, dopo il sanguinoso e turbolento conflitto mondiale. L’Italia era ancora immersa nelle macerie del fascismo, il dopoguerra lasciò milioni di poveri nelle strade italiane, eppure, quando pensiamo al 2 giugno del 1946, un’immagine corre subito alla nostra mente: il sorriso gioioso di Anna Iberti.

Anna Iberti: storia di un simbolo italiano

Anna Iberti
Anna Iberti. Foto:. Repubblica

Anna Iberti è diventata il simbolo della nascita della Repubblica Italiana. Il 15 giugno 1946, in occasione di un reportage sui festeggiamenti per i risultati del referendum, sulla copertina del settimanale Tempo appariva il celebre scatto raffigurante Iberti: il viso della donna, all’epoca ventiquatrenne, spuntava dalla pagina del Corriere della Sera che, a caratteri cubitali, proclamava la nascita della Repubblica. Autore dello scatto era Federico Patellani, fotoreporter di guerra e caposcuola del fotogiornalismo in Italia. Non a caso fu scelta una donna come immagine simbolo del referendum: era la prima volta, infatti, che le donne erano chiamate al voto. Quel giorno, la presenza femminile alle urne superò di gran lunga quella degli elettori uomini.

Tornando ad Anna Iberti, il volto icona solo da qualche anno ha un nome e cognome. A lungo, infatti, il simbolico sorriso della donna è rimasto anonimo. Patellani, morto nel 1977, non raccontò a nessuno i dettagli di quello scatto, neanche ai suoi parenti. A svelare il suo nome fu la figlia della donna, Gabriella Nasi, che rispose ad un appello della testata Repubblica in un articolo inchiesta sulla misteriosa ragazza in copertina, nel 2015. Prima di allora, tutto ciò che avevamo erano le 41 fotografie di prova scattate per l’occasione dalla Leica di Patellani, conservate nel Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo.

Un anonimato conservato anche per volere della donna che, stando a quanto raccontato dalla sua famiglia, era molto riservata sul fatto. Anna Iberti era una giovane donna milanese, moglie di Franco Nasi, uno dei primi giornalisti de Il Giorno (all’epoca dello scatto la donna era ancora nubile). Di lei sappiamo che aveva studiato presso le scuole magistrali, e nel ‘46 lavorava come impiegata nell’amministrazione del quotidiano socialista Avanti!. Ed è proprio sul terrazzo della sede dell’Avanti! che Patellani scattò la celebre foto, in via Senato 38, a Milano. Sappiamo dunque che non si trattava di uno scatto “spontaneo”: non si sa, invece, come e perché il fotografo scelse proprio lei come modella.

Sappiamo anche che quel palazzo ospitava molte testate nazionali fin dal regime mussoliniano, e sarebbe quindi presumibile che Patellani frequentasse spesso la sede. La donna sposò Franco Nasi nel 1949 e, dopo il matrimonio, lasciò il posto da impiegata nella testata e si dedicò alla cura dei figli, senza dimenticare la sua vocazione per il sociale. Di quella donna misteriosa si vociferava fosse una partigiana, ma non era così. Tuttavia, Anna Iberti si interessava molto ai problemi della comunità, ad esempio si impegnò come volontaria per i progetti del CAM di Milano, il Centro ausiliario per i minori. Da più di 70 anni il suo volto viene riproposto su tutte le copertine di giornale, locandine, manifesti e murales (come quello che si trova a Milano, dove è ritratta con bambini e staffette), in ricordo di quella giornata gloriosa. Morì nel 1997, all’età di 75 anni.

Anna Iberti
Credits: Archivio Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo

L’autore dello scatto era un monarchico

Ben più noto invece è l’autore dello scatto, Federico Patellani. Sulla scia della scuola giornalistica americana, Patellani, classe 1911, si dedicò alla fotografia neorealista, con un occhio attento alla società italiana del dopoguerra. Tempo, il giornale su cui apparve la foto simbolo di Anna Iberti, voleva ricalcare le orme della rivista statunitense Life, offrendo un nuovo tipo di racconto del reale. Patellani infatti ideò il metodo dei cosiddetti fototesti, foto, cioè, accompagnate da brevi didascalie che spiegassero meglio il contenuto o aggiungessero nuovi dettagli o sfumature, una tecnica ancora oggi molto diffusa. La testata fu il primo esempio di fotogiornalismo in Italia.

Patellani fu anche fotografo di guerra, si dedicò alla causa operaia italiana realizzando reportage sulla Fiat e Italsider, ma fotografò anche stelle del cinema e Miss Italia. E infine, il dettaglio che non vi aspettereste: Federico Patellani era un monarchico. E proprio poche settimane il celebre scatto, nei giardini del Quirinale, aveva fotografato l’ex famiglia reale, il re Umberto di Savoia con i piccoli principi. Quella foto sarebbe diventata il simbolo dell’Italia monarchica. A svelarlo è stato proprio suo figlio, Aldo, in un’intervista. Ironico, non è vero?

Il destino, però, aveva in serbo qualcosa di diverso per lui. Più che il destino, sarebbe corretto dire la volontà degli italiani, che dopo una guerra sanguinosa e terribile si alzavano in piedi per voltare pagina. Viva la Repubblica Italiana!

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