Un’isola remota e una prigione inaspettata per un imperatore caduto.
Tra l’Africa e il Sud America, nel mezzo dell’Oceano Atlantico meridionale, a 1.200 miglia dalla terra più vicina, si trova un’isola di 47 miglia quadrate, all’incirca della dimensione di Disney World. Questa è l’isola di Sant’Elena, con una popolazione di circa 4.000 persone, meno di un decimo dei visitatori giornalieri di Disney World. Su questa isola remota si trova la Longwood House, che per sei anni fu la prigione di Napoleone Bonaparte. Dopo la sconfitta a Waterloo, i britannici decisero di esiliare l’ex imperatore francese in modo definitivo, portandolo in questo angolo lontano del mondo.
La Longwood House, una graziosa fattoria di un solo piano con sala da pranzo, tavolo da biliardo e un curato giardino, divenne la dimora di Napoleone. Nonostante fosse un prigioniero, Napoleone trovò una sorta di pace in questo luogo. L’ex imperatore, noto per le sue campagne militari e il carattere bellicoso, iniziò a vivere una vita più tranquilla. Questa transizione segnò l’inizio di un nuovo capitolo nella sua vita, uno molto diverso da quello vissuto in Europa.
Nel 1815, le potenze europee dovevano decidere il destino di Napoleone. Dopo la sua fuga dall’isola d’Elba e il suo ritorno al potere in Francia, fu catturato di nuovo e inviato a Sant’Elena per evitare ulteriori tentativi di fuga. L’isola, ancora oggi estremamente remota, offriva la sicurezza necessaria per tenere l’ex imperatore lontano dai suoi sostenitori. Michel Dancoisne-Martineau, il curatore della Longwood House, descrive Sant’Elena come un luogo di quiete e isolamento, una realtà che Napoleone iniziò ad apprezzare nel tempo.
Michel, che si trasferì sull’isola nel 1985 per un tirocinio estivo, si innamorò della sua serenità e vi rimase per decenni. Lavorando nei giardini della Longwood House, Michel scoprì l’atmosfera unica dell’isola, che resta immutata nel tempo. Anche Napoleone, durante i suoi ultimi anni, si dedicò alla cura dei giardini, mescolando fiori e ortaggi, trovando in essi un rifugio per la contemplazione e la riflessione.
La vita in esilio di Napoleone
Napoleone arrivò alla Longwood House nel 1815 e vi rimase fino alla sua morte nel 1821. Nonostante fosse un esilio, la sua vita a Sant’Elena non era spartana. Aveva uno staff a disposizione e alcuni dei suoi generali più fedeli si unirono a lui volontariamente. La casa era dotata di una grande sala da pranzo e di una sala con un tavolo da biliardo, luoghi dove Napoleone organizzava cene e riceveva visite. Tuttavia, la sua condizione di prigioniero lo costrinse a rivedere le sue ambizioni di ritorno al potere.
Durante il suo soggiorno, Napoleone si dedicò alla lettura e alla scrittura delle sue memorie, riflettendo sui suoi successi e fallimenti. Nonostante la sua determinazione iniziale a tornare in gioco, nel tempo iniziò ad accettare la sua situazione, concentrandosi su una vita più semplice e significativa. Il giardino divenne il suo rifugio, un luogo dove poteva passeggiare e meditare sul suo passato e sulle sue scelte.

Sant’Elena oggi
Oggi, la Longwood House appare quasi come ai tempi di Napoleone, grazie agli sforzi del governo francese che ha ricreato gli arredi originali. Sant’Elena, tuttavia, ha visto un cambiamento demografico, con una popolazione in declino e un ritmo di vita che rimane lento e tranquillo. Nonostante ciò, l’isola continua ad attirare visitatori, desiderosi di esplorare questo angolo remoto e di scoprire la storia che vi si cela.
Ogni anno circa 4.000 persone visitano la Longwood House, attirate non solo dalla figura storica di Napoleone, ma anche dalla bellezza incontaminata e dall’isolamento di Sant’Elena. Per molti, come per Michel, l’isola rappresenta un luogo di rifugio e contemplazione, lontano dalle frenesie del mondo moderno. Questo fascino ha permesso a Sant’Elena di rimanere un luogo di pace, proprio come lo era per Napoleone nei suoi ultimi anni di vita.