Perché?

11 parole che esistono in altre lingue per descrivere i parenti (e che in italiano ci mancano)

Hai mai desiderato un modo più preciso per indicare, ad esempio, il fratello minore del marito o la sorella maggiore della moglie? In italiano, termini come “cugino”, “suocera” o “cognato” sono piuttosto generici. Ma in altre lingue del mondo esistono parole molto più specifiche per descrivere con precisione i vari tipi di parentela.

Questo fenomeno è tipico dell’inglese: da una parte ha parole molto dirette e comuni come mother, uncle, brother, ma dall’altra manca totalmente di termini per indicare legami familiari più complessi o sfumati. Così, ad esempio, con in-law si copre tutto il mondo dei parenti acquisiti, senza distinguere tra suocero, cognata, genero ecc. — distinzioni che invece in italiano abbiamo ben chiare.

Ma attenzione: altre lingue vanno anche oltre l’italiano, arrivando a indicare con parole diverse la sorella maggiore della moglie, il fratello minore del marito, o addirittura la seconda moglie del fratello maggiore! In questo articolo vedremo 11 esempi di termini esistenti in altre lingue per indicare parenti che in inglese (e talvolta anche in italiano) non hanno un nome preciso.

1. Parole per i parenti acquisiti (che in inglese mancano del tutto)

In inglese tutto diventa “in-law”, senza distinzione. Al contrario:

  • Hindi: jethani è la moglie del fratello maggiore del marito; devrani è la moglie del fratello minore.
  • Swahili: shemeji può indicare un cognato o una cognata, ma varia a seconda della linea familiare.
  • Tagalog: bayaw è il cognato (ma solo quello maschile), e cambia se è fratello del marito o della moglie.

In italiano distinguiamo tra suocero, suocera, cognato, genero, nuora… ma queste lingue aggiungono uno strato di dettaglio ulteriore, spesso legato alla posizione nella famiglia (maggiore, minore) o al genere.

2. Parole per i parenti di sangue

Anche in questo caso, l’inglese è poco preciso: “brother” può indicare un fratello maggiore o minore, così come “cousin” vale per tutti i cugini, senza distinzione di sesso o lato familiare.

  • Coreano: oppa è il fratello maggiore (se sei una donna); hyung se sei un uomo. dongsaeng vale per i fratelli minori, maschi o femmine.
  • Cinese: gēge è il fratello maggiore, dìdi quello minore; lo stesso vale per le sorelle (jiějie maggiore, mèimei minore).
  • Turco: abla indica la sorella maggiore, abi il fratello maggiore.

Queste distinzioni esistono anche in italiano in modo parziale (fratello maggiore/minore), ma senza termini autonomi. Al contrario, alcune lingue integrano queste sfumature direttamente nel vocabolario.

Perché queste parole ci affascinano?

Le parole che una lingua ha — o non ha — ci dicono molto su ciò che quella cultura considera importante. Se una lingua distingue tra diversi tipi di cognati o cugini, significa che quelle differenze sono socialmente e culturalmente rilevanti. Viceversa, l’inglese semplifica e generalizza, rendendo a volte più difficile comprendere certi legami.

Conoscere questi termini ti aiuta a vedere la tua famiglia con occhi nuovi e a capire meglio anche le famiglie degli altri. Un piccolo viaggio linguistico che arricchisce il modo in cui parli — e pensi — delle persone a cui vuoi bene.