Storia

In Corea del Sud c’è un cimitero militare nordcoreano

Un misterioso cimitero militare ospita soldati nordcoreani in Corea del Sud.

Il Cimitero Militare per i soldati nordcoreani, conosciuto localmente come il “Cimitero del Nemico”, si trova accanto a un’autostrada a sud della Zona Demilitarizzata inter-coreana (DMZ). Nascosto senza segnaletica, i due cimiteri adiacenti si ergono su una collina circondata da orti. Uno accoglie i resti dei soldati nordcoreani caduti durante la Guerra di Corea, mentre l’altro ospita infiltrati e spie uccise nel Sud dal 1953 in poi.

Fondato nel 1996, il cimitero accoglie centinaia di tombe per lo più non identificate, tutte orientate verso nord come segno di rispetto. La Corea del Nord, distante solo 5 chilometri, non ha mai reclamato i corpi, poiché farlo avrebbe significato ammettere la responsabilità per diverse operazioni clandestine. Il sito ospitava anche 541 volontari cinesi, successivamente rimpatriati per riposare nel “Cimitero dei Martiri che Resistevano all’America e Aiutavano la Corea” a Shenyang, in Cina.

Mantenuto al minimo e raramente visitato, si vocifera che l’intelligence sudcoreana monitori il cimitero per individuare eventuali simpatizzanti nordcoreani che si recano a rendere omaggio. Questo luogo silenzioso e trascurato è avvolto nel mistero e solleva domande sul passato e sulle tensioni mai sopite tra le due Coree.

Tra coloro che sono sepolti qui si trova Kim Sung Il, coinvolto nell’attentato del 1987 a un aereo della Korean Air, e 29 membri dell’Unità 124, che nel 1968 tentarono di infiltrarsi in Corea del Sud con l’obiettivo di assassinare il Presidente Park Chung Hee. Di questi, solo due sopravvissero; uno tornò in Corea del Nord e divenne Vice Ministro della Difesa, mentre l’altro rimase in Corea del Sud e divenne pastore.

Un luogo di segreti e silenzi

Il cimitero si presenta come un luogo di segreti e silenzi, un simbolo delle tensioni durature tra Nord e Sud Corea. Le tombe, rivolte verso la madrepatria mai riconosciuta, raccontano storie di uomini inviati in missioni impossibili, i cui destini sono stati sigillati da un conflitto ancora irrisolto. La mancanza di visitatori e l’assenza di segnaletica contribuiscono al mistero che avvolge questo luogo.

La presenza di un cimitero del genere in Corea del Sud è un promemoria tangibile delle operazioni segrete e delle schermaglie che hanno segnato le relazioni tra le due nazioni. La sua esistenza solleva domande sull’eredità di questi conflitti e sul modo in cui i ricordi di queste operazioni vengono gestiti da entrambi i lati della penisola coreana.

I protagonisti delle missioni segrete

Ogni tomba racconta la storia di una missione segreta, di un’operazione che spesso non ha avuto successo. Kim Sung Il, legato al famigerato attentato del 1987, rappresenta un esempio di come la guerra fredda si sia manifestata in atti di terrorismo. Le sue azioni e quelle dei suoi compagni sono state cancellate dalla storia ufficiale, ma le loro tombe rimangono a testimoniare il loro ruolo in un conflitto più grande.

L’Unità 124, con il suo audace tentativo di assassinare un presidente sudcoreano, simboleggia l’intensità delle operazioni militari segrete. La storia di questi uomini, sopravvissuti e caduti, riflette la complessità delle relazioni inter-coreane. Le loro vite, ora silenziose, continuano a influenzare le percezioni e le politiche tra Nord e Sud.