L’attivismo climatico può assumere molte forme, non serve incollarsi agli edifici.
Nel rigido inverno inglese del 2018, un gruppo di cittadini si riuniva regolarmente fuori dal sito di fracking di Preston New Road, nel Lancashire, per opporsi alle perforazioni esplorative che stavano generando preoccupazione nella popolazione locale. Le trivellazioni, infatti, avevano provocato una serie di terremoti tra il 2018 e il 2019, suscitando timori per la sicurezza delle abitazioni e la salute dell’ambiente circostante. Tra i manifestanti c’erano anche le famose “Nanas del Lancashire”, simbolo di una protesta popolare e trasversale.
La risposta istituzionale fu però deludente per molti. Nonostante l’opposizione del Consiglio della Contea di Lancashire, il governo britannico dell’epoca autorizzò comunque i lavori e alzò i limiti di magnitudo per i terremoti causati dal fracking. Questo alimentò la sensazione diffusa di impotenza politica, un sentimento comune tra molti cittadini impegnati per la giustizia climatica.
Il ruolo delle azioni radicali
L’attivismo climatico assume molte forme, e tra le più visibili ci sono quelle più radicali. Alcuni attivisti, spesso descritti dai media come “nemici dell’ordine”, scelgono azioni eclatanti per attirare l’attenzione su questioni urgenti. Gruppi come Just Stop Oil o Extinction Rebellion usano strategie dirompenti – come incollarsi agli edifici o rovesciare zuppe su opere d’arte – per rompere il silenzio mediatico sul collasso climatico.
Ma queste azioni non nascono nel vuoto. Secondo recenti studi, le tattiche radicali aprono spazi per forme di attivismo più moderate, come l’educazione ambientale, il lavoro nei centri climatici, il lobbying o la partecipazione a progetti comunitari. Ogni contributo, grande o piccolo, contribuisce a mantenere viva la pressione sociale e politica per affrontare la crisi ecologica.
Un movimento fatto di molte voci
In un movimento così complesso e interconnesso, nessuna voce è superflua. Alcuni attivisti trovano forza nella comunità, altri nel lavoro dietro le quinte. Mentre le restrizioni legali contro le proteste ambientali aumentano in molti Paesi, cresce anche la determinazione di chi non vuole arrendersi. La lotta contro il fracking in Lancashire è un esempio concreto: una vittoria ottenuta grazie a un ampio spettro di azioni, dalle manifestazioni di strada al dialogo istituzionale, dall’attivismo visibile alle iniziative silenziose ma efficaci.
La conclusione che emerge è chiara: non esiste un solo modo giusto per fare attivismo. In un’epoca di crisi climatica, ogni forma di impegno è preziosa. Che si tratti di un cartello alzato sotto la pioggia o di una mail inviata a un consigliere locale, ogni azione conta. E proprio dalla diversità delle strategie nasce la forza collettiva del cambiamento.