L’importanza di amare l’apprendimento nell’era dell’IA
Stiamo perdendo la voglia di imparare? Questa è una delle preoccupazioni che emergono con l’avvento dell’IA. Invece di imparare da soli, possiamo chiedere all’IA di darci risposte, tradurre testi, risolvere problemi e persino trascrivere manoscritti medievali. È tutto troppo facile e, come l’acqua, gli esseri umani tendono a seguire il percorso di minor resistenza. Questo potrebbe essere un grande problema: se non sentiamo la necessità di imparare, ci preoccuperemo davvero di farlo? E senza esercizio mentale, la nostra mente potrebbe atrofizzarsi?
Gli studiosi parlano di “demenza digitale” e i ricercatori analizzano se l’IA potrebbe causare un declino delle nostre capacità cognitive. Con lo sviluppo rapido dell’IA, potremmo non avere bisogno di imparare in futuro, almeno non nello stesso modo di oggi. Forse dobbiamo imparare ad amare l’apprendimento per evitare di cadere nel “marciume cerebrale”. È qui che Æthelstan, primo re d’Inghilterra, entra in scena.
Æthelstan, nipote di Alfredo il Grande e figlio di Edoardo il Vecchio, è noto per aver creato il regno d’Inghilterra come lo conosciamo oggi. Fu incoronato nel 925 e vinse una grande vittoria nella battaglia di Brunanburh nel 937. Secondo il professor David Woodman, biografo di Æthelstan, questo re era un paradosso: un grande leader militare e un appassionato sostenitore dell’apprendimento.
Æthelstan incoraggiò gli studiosi alla sua corte e facilitò lo scambio di testi e conoscenze. Seguendo le orme di suo nonno Alfredo, promosse l’uso di un linguaggio erudito anche nei documenti più ordinari. I diplomi emessi a suo nome erano opere di erudizione letteraria progettate per impressionare e dimostrare i progressi culturali della sua corte.
Æthelstan e l’amore per l’apprendimento
Æthelstan è stato un vero amante dell’apprendimento e un promotore di una cultura erudita tra i suoi cortigiani. Questo amore per il sapere si manifestava anche in modi innovativi, come il presunto “Gospel Dice”, un gioco allegorico che permetteva ai giocatori di studiare i Vangeli. Era, in termini moderni, un’esperienza di apprendimento gamificata.
La sua dedizione all’apprendimento, anche sotto pressione, ci offre una lezione su come affrontare le sfide e opportunità dell’IA. L’accesso immediato alle informazioni tramite modelli linguistici avanzati può essere utile, ma rischiamo di perdere la profondità e il coinvolgimento che derivano dalla lettura attenta e dall’analisi approfondita.
Il valore intramontabile della lettura
La bellezza della pagina stampata ci riporta all’epoca di Æthelstan e degli anglosassoni. I manoscritti miniati del X secolo, vere opere d’arte, richiedono uno studio dettagliato proprio perché tanto impegno è stato investito in essi. Anche se molti di questi manoscritti sono ora digitalizzati, l’opportunità di toccare le pagine di velluto in una biblioteca è un’esperienza ineguagliabile.
Nonostante i vantaggi dell’IA, non dovremmo permettere che il potenziale di apprendimento scivoli via per una risposta rapida o una soluzione facile. Come suggerisce David Woodman, dovremmo mantenere la lettura attenta e usare strumenti come l’IA per avanzare nella conoscenza. Æthelstan, amante dell’apprendimento, approverebbe un approccio pragmatico che combina il meglio di entrambi i mondi.