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Nickel, deforestazione e diritti violati: perché la Norvegia ha detto no alla miniera in Indonesia

La Norvegia si ritira da un colosso minerario francese: in gioco ambiente e diritti umani

In una decisione significativa, il fondo sovrano norvegese da 1.600 miliardi di dollari ha annunciato l’esclusione della società mineraria francese Eramet dal proprio portafoglio di investimenti. Il motivo? Le attività del gruppo in Indonesia, ritenute dannose per l’ambiente e per le comunità indigene locali. Il Government Pension Fund Global, il più grande fondo sovrano al mondo, deteneva fino al 30 giugno una quota dello 0,44% di Eramet, per un valore stimato di 6,8 milioni di dollari.

La raccomandazione è arrivata dal Consiglio Etico del fondo, che ha segnalato un “rischio inaccettabile” di gravi danni ambientali e violazioni dei diritti umani legati alle operazioni della miniera di nickel nella regione di Halmahera, gestita dalla controllata PT Weda Bay Nickel (WBN). Le autorità indonesiane hanno recentemente confermato che parte dell’attività estrattiva è avvenuta senza le necessarie autorizzazioni, su circa 148 ettari di foresta statale.

Questa vicenda mette in luce il crescente conflitto tra la corsa globale al nickel – fondamentale per le batterie dei veicoli elettrici – e la tutela di ecosistemi fragili. L’Indonesia è oggi il primo produttore mondiale di nickel, ma il caso della miniera di Weda Bay solleva interrogativi su quanto sia davvero “verde” la transizione ecologica, se a farne le spese sono le foreste tropicali e i diritti dei popoli indigeni.

Biodiversità e diritti a rischio

La miniera si trova sull’isola di Halmahera, nel cuore di una delle aree a più alta biodiversità del pianeta: il Wallacea Biodiversity Hotspot. L’intera concessione mineraria è stata classificata nel 2024 come habitat critico, con la presenza di numerose specie endemiche e minacciate. L’espansione delle attività industriali rischia di compromettere equilibri ecologici delicatissimi.

Ma le conseguenze non sono solo ambientali. La zona interessata include anche i territori abitati dai Tobelo della foresta, una popolazione indigena isolata e non in contatto con il mondo esterno. Secondo l’organizzazione Survival International, le attività minerarie potrebbero stravolgere in modo irreversibile l’ambiente, la cultura e la salute di questa comunità vulnerabile.

Transizione energetica globale, impatti locali

Il passaggio a tecnologie più sostenibili e all’elettrificazione dei trasporti ha spinto verso una domanda crescente di metalli come il nickel. Tuttavia, ciò che dovrebbe servire a ridurre le emissioni globali può tradursi, paradossalmente, in nuove forme di pressione su territori e popolazioni già a rischio.

Il caso di Halmahera evidenzia l’urgenza di adottare criteri più rigorosi per rendere l’estrazione di materie prime davvero sostenibile. Le aziende e gli investitori devono bilanciare l’esigenza di innovazione con la responsabilità ambientale e sociale. La scelta della Norvegia di disinvestire da Eramet manda un messaggio chiaro: non si può parlare di futuro “green” senza rispetto per la natura e per chi la abita.