La storia di un uomo e di una città cancellati dalla memoria collettiva
Senkichi Awaya, il sindaco di Hiroshima, si trovava nella sala da pranzo della residenza del sindaco quando, alle 8:15 del mattino del 6 agosto 1945, il cielo si illuminò con un flash abbagliante. Accanto a lui c’erano il figlio adolescente Shinobu e la nipote Ayako. La moglie Sachiyo, nel frattempo, era uscita per prendere della frutta. In quell’istante, la prima delle due bombe atomiche mai usate in guerra esplose, spazzando via la parte anteriore della casa degli Awaya, situata a circa un chilometro da Ground Zero.
Senkichi, Shinobu e Ayako furono tra i 70.000 che morirono all’istante quando “Little Boy”, sganciata dal B-29 Enola Gay, esplose sopra Hiroshima. Nei giorni successivi, il bilancio delle vittime salì a 120.000, mentre i feriti gravi morivano senza cure mediche. La città, priva di ospedali funzionanti e personale sanitario, si trasformò in un incubo distopico.
Hiroshima divenne una città di desolazione, con i soccorritori incapaci di assistere i superstiti e migliaia di sopravvissuti che si rifugiavano nelle montagne circostanti. I sintomi del avvelenamento da radiazioni iniziarono a manifestarsi tra i superstiti, con vomito, diarrea e sanguinamento interno. Una tragedia nella tragedia si svolgeva mentre il nome di Senkichi Awaya scompariva dalla storia.
Nato nel 1893 a Sendai, Senkichi Awaya apparteneva a una famiglia della classe media che prosperava grazie all’apertura del Giappone al commercio internazionale. L’arrivo della ferrovia portò prosperità economica e legami culturali con Tokyo, e la famiglia Awaya abbracciò l’educazione élitaria e la cultura occidentale. Senkichi, influenzato dalla sua madre devota, divenne un cristiano impegnato e un servitore pubblico devoto.
La spinta verso la modernità
Negli anni ’20, Senkichi iniziò una carriera come amministratore civile, lavorando per il Ministero degli Affari Interni. Fu assegnato alla Prefettura di Hiroshima, dove sviluppò le competenze necessarie per un amministratore di alto livello. Nonostante le turbolenze politiche del tempo, riuscì a mantenere i suoi principi e la sua fede, divenendo una figura influente nella sicurezza pubblica.
Sotto l’influenza del filosofo cristiano pacifista Uchimura Kanzō, Senkichi approfondì la propria fede e sostenne una visione del Giappone come guida naturale dell’Asia orientale. Le sue esperienze nei corsi di studio biblico lo influenzarono profondamente, plasmando il suo approccio alla leadership e al servizio pubblico.

Il suo ultimo dovere
Nel 1943, con la guerra che volgeva al peggio per il Giappone, Senkichi fu nominato sindaco di Hiroshima. La città, un importante snodo militare, si preparava per un’invasione imminente. Senkichi era determinato a servire la sua città, nonostante la consapevolezza che la fine potesse essere vicina.
Sotto la sua guida, Hiroshima cercò di affrontare la minaccia imminente, implementando misure di difesa come i tagliafuoco e la razionamento. Tuttavia, il destino aveva altri piani. Il 6 agosto 1945, la devastazione portata da “Little Boy” segnò la fine della sua vita e della città che aveva servito.
La famiglia Awaya, come molte altre, subì enormi perdite. Le figlie di Senkichi, Yatsuko e Motoko, si presero cura della madre ferita, solo per perderla a causa dell’esposizione alle radiazioni. La loro storia divenne un simbolo della caduta del Giappone, un paese che aveva conosciuto la modernità solo per essere distrutto dalla guerra.
Nel dopoguerra, il Giappone affrontò la ricostruzione sotto l’occupazione alleata. Senkichi Awaya, un prodotto di un regime passato, fu dimenticato. Eppure, la sua storia, come quella di Hiroshima, rimane un potente promemoria dei costi umani della guerra e delle complessità della memoria storica.