Negli ultimi anni, l’interesse verso le discipline STEM – scienza, tecnologia, ingegneria e matematica – è cresciuto tra le nuove generazioni.
Tuttavia, per molti studenti e studentesse provenienti da contesti etnici e culturali minoritari, l’accesso a questi percorsi resta complesso. Le difficoltà non riguardano solo l’offerta formativa, ma anche la fiducia nelle proprie capacità e il modo in cui si percepisce il proprio ruolo nella società
Sono sempre più evidenti, però, i segnali di cambiamento: molti giovani trovano nella propria identità culturale una risorsa, non un ostacolo. Sentirsi rappresentati e valorizzati – anche nei contesti accademici – può fare la differenza. La visibilità di figure di successo nel mondo scientifico che condividono background simili è uno stimolo potente: dimostra che i talenti non hanno confini di etnia o provenienza.
Non si tratta solo di modelli di riferimento. Il sostegno della famiglia, della scuola e della comunità gioca un ruolo fondamentale. Quando i giovani crescono in ambienti che celebrano la diversità e incoraggiano l’ambizione, sono più motivati a intraprendere carriere considerate difficili o “non tradizionali”. È così che l’interesse per lo studio delle materie STEM può diventare un percorso naturale, e non una sfida da affrontare da soli.
A questo si aggiunge l’importanza di politiche educative inclusive, in grado di offrire borse di studio, esperienze pratiche e percorsi di orientamento. Programmi di mentorship e tirocini dedicati aiutano a colmare il divario di opportunità, fornendo competenze reali e rafforzando l’autostima. Anche la costruzione di reti tra pari – studenti, studentesse e giovani professionisti – contribuisce a creare un ecosistema in cui sentirsi riconosciuti e sostenuti.
L’identità come risorsa per crescere nella scienza
Quando l’identità culturale è vissuta in modo positivo, diventa una leva potente per affrontare ostacoli e pregiudizi. Studi dimostrano che ragazzi e ragazze che sviluppano un forte senso di appartenenza alla propria comunità ottengono migliori risultati scolastici e mostrano maggiore determinazione nel proseguire in ambiti STEM.
Non solo: sentirsi parte di un gruppo, di una storia condivisa, aiuta a costruire una mentalità resiliente, fondamentale per affrontare gli alti e bassi di percorsi accademici complessi. In questo modo, l’identità non viene rinnegata per adattarsi, ma diventa un valore aggiunto da portare nel mondo della scienza e della tecnologia.

Come costruire ambienti STEM più inclusivi
Affinché sempre più giovani si sentano accolti e motivati a intraprendere studi scientifici, è essenziale che scuole e università lavorino in modo consapevole. Creare programmi che raccontino anche il contributo delle culture minoritarie alla storia della scienza è un primo passo. Questo approccio aiuta a superare la visione eurocentrica e mostra come il sapere sia sempre stato frutto di scambi e contaminazioni.
Investire nella formazione dei docenti, nella creazione di spazi sicuri per il dialogo, e nella valorizzazione della diversità tra gli studenti, non solo migliora le esperienze individuali ma rafforza anche il tessuto sociale. La scienza ha bisogno di punti di vista diversi: stimolare la partecipazione di tutte le componenti della società è, di fatto, un investimento sul futuro.