Intrighi e tensioni nell’alta società di New York: Bertha e George Russell protagonisti de “The Gilded Age”
Nel dramma di Julian Fellowes “The Gilded Age”, Bertha Russell emerge come la regina indiscussa dell’alta società di New York. Interpretata da Carrie Coon, Bertha ha scalato la vetta attraverso mezzi leciti e illeciti, imponendosi tra i cosiddetti “Quattrocento”. Al suo fianco, il marito George Russell, un implacabile magnate interpretato da Morgan Spector, noto come il “barone ladro con una coscienza”. La trama di Bertha ripercorre molti momenti chiave della vita di Alva Vanderbilt, una figura storica reale dell’età dorata di New York.
Sul piccolo schermo, Bertha ha fatto amicizia con Ward McAllister, ha organizzato un sontuoso ballo nella sua residenza sulla Fifth Avenue, e ha trionfato nella “Guerra delle Opere”, proprio come Alva. Ma mentre la sua ascesa sembra perfetta, sotto la superficie si celano tensioni e conflitti. Alla fine della seconda stagione, Bertha aveva stabilito un’alleanza con il Duca di Buckingham, ma le malelingue mettono in dubbio i mezzi usati per ottenere tale legame. Inoltre, Bertha e George sono in disaccordo sui progetti matrimoniali della figlia Gladys.
Il modello storico di Alva Vanderbilt
Alva Vanderbilt, nata Alva Erskine Smith, proveniva da una ricca famiglia del Sud, la cui fortuna era legata al commercio del cotone e, indirettamente, alla schiavitù. Dopo la guerra civile americana, la famiglia si trasferì a New York, dove Alva cercò di entrare nei circoli sociali più esclusivi. Nel 1875 sposò William Kissam Vanderbilt, nipote del magnate delle ferrovie Cornelius Vanderbilt. Questa unione le permise di accedere a una vasta ricchezza, ma il vero obiettivo di Alva era l’accettazione sociale.
La sua determinazione culminò nel leggendario ballo in costume del 1883, che segnò l’ingresso ufficiale dei Vanderbilt nell’élite di New York. Alva, nonostante le sue origini meridionali, riuscì a consolidare la sua posizione nella scena sociale dell’età dorata. La sua dimora, la Marble House di Newport, rimane un simbolo del suo successo sociale. Tuttavia, le tensioni matrimoniali con William divennero insostenibili, portandola a chiedere il divorzio nel 1895, un passo audace per una donna del suo tempo.

Le conseguenze del divorzio e l’influenza di Alva
Il divorzio di Alva Vanderbilt da William Vanderbilt fu un evento significativo, non solo per la sua vita personale ma anche per la società dell’epoca. Alva citò l’adulterio di William come motivo principale, e ricevette un ingente accordo finanziario. La sua decisione di divorziare, in un periodo in cui era considerato un tabù sociale, influenzò molte altre donne dell’alta società a seguire il suo esempio. La custodia dei loro tre figli, tra cui la figlia Consuelo, rimase ad Alva, che continuò a esercitare un controllo stretto sulla loro vita.
Alva orchestrò il matrimonio di Consuelo con il Duca di Marlborough, nonostante Consuelo avesse altri affetti. Questo matrimonio di convenienza, celebrato nel 1895, fu un evento sociale di grande rilievo, ma segnato da tensioni e infelicità. Consuelo trovò la felicità solo dopo il divorzio dal duca nel 1921, e il successivo matrimonio con Jacques Balsan. La vicenda di Consuelo riflette le pressioni e le aspettative che le giovani donne dell’epoca dovevano affrontare, spesso sacrificate sull’altare delle ambizioni familiari.
Nel frattempo, Alva si reinventò come una prominente attivista per il suffragio femminile negli Stati Uniti. Utilizzò la sua influenza e le sue risorse per promuovere la causa, ospitando eventi e guidando movimenti per l’uguaglianza politica. Il suo impegno culminò con il suo ruolo attivo nelle parate per il diritto di voto delle donne a New York. Alva trascorse gli ultimi anni della sua vita in Francia, vicina a Consuelo, e continuò a sostenere la lotta per i diritti delle donne fino alla sua morte nel 1933.