Nel corso dei secoli, il concetto di zoo ha subito trasformazioni profonde, riflettendo i mutamenti nella visione del rapporto tra esseri umani e animali.
Originariamente nati come collezioni private destinate a mostrare potere e ricchezza, gli zoo si sono evoluti nel tempo in luoghi pubblici di intrattenimento, curiosità e, solo più tardi, di educazione.
Durante il XIX secolo, le esposizioni zoologiche assumevano spesso un carattere spettacolare: gli animali venivano tenuti in gabbie strette, con poca attenzione al loro comportamento o alle necessità ambientali. In quel periodo, la funzione principale degli zoo era quella di offrire uno spettacolo esotico, piuttosto che una riflessione sulla biodiversità o la conservazione.
Parallelamente, in molte esposizioni internazionali e fiere coloniali si assisteva alla presentazione pubblica di persone provenienti da culture non europee. Questi eventi, oggi giudicati con severità per il loro carattere disumanizzante, riflettevano una mentalità coloniale diffusa, in cui l’alterità era oggetto di osservazione e meraviglia.
In questo contesto storico si colloca l’attività di Carl Hagenbeck, figura centrale nello sviluppo del concetto di zoo moderno. Proveniente da una famiglia di commercianti di animali, Hagenbeck iniziò a sperimentare nuovi metodi di esposizione, cercando un equilibrio tra intrattenimento, educazione e maggiore attenzione al comportamento animale.
Il passaggio a un modello più naturalistico
A partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento, Hagenbeck propose un’idea allora inedita: realizzare ambienti che simulassero l’habitat naturale degli animali. Nacque così il Tierpark Hagenbeck ad Amburgo, uno dei primi esempi di zoo senza gabbie, dove gli animali erano separati dai visitatori attraverso fossati o barriere invisibili.
Questa scelta segnò un importante cambiamento nell’approccio alla zoologia pubblica. Le nuove strutture permettevano una osservazione più realistica degli animali, riducendo lo stress e favorendo comportamenti più vicini a quelli naturali. Al tempo stesso, l’esperienza del pubblico diventava più immersiva e meno improntata all’idea di “collezione vivente”.

Una trasformazione che influenza ancora oggi
Nonostante il contesto storico e le sue contraddizioni, l’eredità di Carl Hagenbeck ha lasciato un segno duraturo. Il suo contributo ha avviato una trasformazione strutturale e concettuale degli zoo, che oggi sono sempre più orientati verso la conservazione, l’etologia e l’educazione ambientale.
Molti zoo contemporanei si basano ancora su principi introdotti alla fine dell’Ottocento: ambienti realistici, arricchimento comportamentale e osservazione scientifica. Anche se restano discussioni aperte sul ruolo stesso degli zoo nella società moderna, l’idea che gli animali debbano vivere in condizioni che rispettino le loro esigenze naturali continua a guidare l’evoluzione di queste istituzioni.