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“Lo Squalo”: il film che ha cambiato il cinema e ha dato vita al mito dell’eroe qualunque

Negli anni ’60, Hollywood attraversò una profonda crisi. I grandi studi di produzione erano in difficoltà e il pubblico sembrava allontanarsi dal classico ottimismo cinematografico.

Molti film di quel decennio trasmettevano atmosfere cupe e finali drammatici, specchio di un’epoca segnata da tensioni e incertezze sociali. Il decennio iniziò con la morte della protagonista in Psycho (1960) di Alfred Hitchcock, e si concluse con gli epiloghi tragici di Easy Rider e Butch Cassidy (entrambi del 1969). In mezzo, film come Bonnie and Clyde e Il laureato lasciavano lo spettatore con una sensazione di smarrimento e disillusione.

Ma gli anni ’70 portarono una ventata di cambiamento. Una nuova generazione di registi, cresciuti con il miglior cinema europeo e internazionale, si fece strada grazie alla fiducia di produttori disposti a scommettere su nomi allora emergenti come Martin Scorsese, George Lucas e Steven Spielberg. Proprio Spielberg, nel 1974, iniziò le riprese di Lo Squalo, adattamento del romanzo di Peter Benchley.

L’estate successiva, il film divenne un successo senza precedenti. Con Lo Squalo, nacque il concetto moderno di blockbuster: un film evento, capace di attrarre masse e ridefinire il modo in cui Hollywood produceva e distribuiva le sue opere. A 50 anni dalla sua uscita, Lo Squalo è considerato un classico assoluto e continua a emozionare intere generazioni.

Il trionfo dell’eroe qualunque

Il protagonista del film non è un supereroe, né un agente segreto o un soldato d’élite. È un uomo semplice, della classe media, dotato di coraggio, senso morale e umanità. Martin Brody, il capo della polizia di Amity Island, incarna l’ideale dell’eroe comune: imperfetto ma determinato, fragile ma risoluto.

Accanto a lui troviamo il biologo marino Matt Hooper e il rude pescatore Quint: insieme formano un trio eterogeneo ma efficace, rappresentando diversi strati della società. Lontani da interessi personali, uniscono le forze in mare aperto per affrontare la minaccia. Il mare diventa così il palcoscenico di una battaglia epica, lontano dai compromessi e dalle manipolazioni della terraferma.

Un messaggio sempre attuale

La prima parte del film, ambientata sulla terra, mette in luce le dinamiche che spesso precedono le crisi: ritardi, sottovalutazioni, interessi economici che prevalgono sulla sicurezza. Quando il pericolo arriva, chi dovrebbe agire preferisce minimizzare o rimandare. Solo quando il problema colpisce da vicino, scatta finalmente la reazione.

Il messaggio di Lo Squalo è chiaro e diretto: ci vuole coraggio per affrontare il pericolo, ma anche onestà per riconoscerlo. Ed è proprio l’uomo comune, quello che inizialmente sembra il meno adatto alla missione, a dimostrarsi all’altezza. Un messaggio semplice, ma potente, che ancora oggi riesce a coinvolgere e ispirare.