Scienza

Le rose canine e il mistero dei cromosomi: svelato il segreto della loro riproduzione unica

Il trucco del centromero che svela il segreto della riproduzione delle dogrose.

C’è una pianta, comune nei giardini ma sorprendente per i biologi, che da tempo sfida le regole classiche dell’ereditarietà: la rosa canina, o *dogrose*. Queste piante, oltre a essere apprezzate per i loro fiori e i frutti ricchi di vitamina C, nascondono un comportamento genetico fuori dall’ordinario. A differenza della maggior parte degli organismi, che ricevono metà del materiale genetico da ciascun genitore, la rosa canina segue un modello asimmetrico di trasmissione dei cromosomi.

Per decenni questo fenomeno è stato un enigma. Ma oggi, una nuova ricerca pubblicata su *Nature* getta luce su quello che potrebbe essere il meccanismo alla base: la dimensione dei centromeri, le strutture centrali dei cromosomi che svolgono un ruolo chiave nella divisione cellulare. I risultati suggeriscono che la diversa grandezza di questi “ganci molecolari” influenzi profondamente il modo in cui i cromosomi vengono trasmessi da una generazione all’altra.

I centromeri sono i punti dove si attaccano i microtubuli durante la divisione delle cellule. Se queste strutture variano in grandezza, possono agire con forza diversa nel processo di separazione cromosomica. In pratica, la loro dimensione può decidere quali cromosomi entrano nei semi e quali no, influenzando così la composizione genetica finale della pianta figlia.

il ruolo dei centromeri nella selezione genetica

Nel caso della rosa canina, si è scoperto che i centromeri di dimensioni differenti sono responsabili della trasmissione irregolare dei cromosomi. Alcuni vengono trasmessi più frequentemente di altri, rompendo la simmetria tipica della genetica. Questo comportamento, osservato grazie a tecniche avanzate di sequenziamento del DNA, ha permesso ai ricercatori di tracciare una mappa dettagliata del patrimonio genetico di queste piante.

Grazie a questi strumenti, è stato possibile vedere per la prima volta come la struttura del centromero incida direttamente sulla distribuzione del materiale ereditario. Una scoperta che apre nuove prospettive non solo sul piano teorico, ma anche per applicazioni pratiche.

nuove prospettive per l’agricoltura e la genetica vegetale

Capire questo meccanismo potrebbe cambiare il modo in cui sviluppiamo nuove varietà vegetali. Se si potrà manipolare la dimensione dei centromeri, sarà forse possibile indirizzare l’eredità genetica e ottenere piante con caratteristiche precise: più resistenti, produttive o adattabili a condizioni difficili.

Inoltre, le conoscenze acquisite dalle rose canine potrebbero aiutare a studiare altre specie vegetali con meccanismi riproduttivi insoliti. Questo contribuirebbe a una comprensione più profonda dell’evoluzione e della diversità biologica, con potenziali applicazioni in ambiti come la conservazione ambientale e la sicurezza alimentare globale.