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Potremmo pagare per chiudere i macelli come abbiamo fatto con le centrali a carbone?

Esplorare l’opportunità di chiudere i macelli come le centrali a carbone

L’industria alimentare è famosa per le sue strategie di lobby, volte a influenzare i politici, confondere il pubblico e politicizzare i risultati scientifici. Un esempio recente di questa tattica è il ritardo nel Regno Unito nel vietare agli inserzionisti di cibo spazzatura di bersagliare i bambini, o la reazione orchestrata contro un rapporto che raccomandava di ridurre il consumo di carne rossa e abbracciare diete più vegetali.

Quando le prove scientifiche indicano la necessità di ridurre prodotti dannosi per l’ambiente o la salute, le industrie coinvolte tendono a resistere. Un elemento centrale di questa resistenza è il concetto di “asset bloccati”: investimenti che perdono valore o cessano di generare reddito prima del previsto a causa di cambiamenti nelle condizioni di mercato, nella tecnologia o nelle politiche. Questo concetto è stato centrale nei dibattiti sulla transizione energetica.

La produzione di proteine di origine animale, in particolare carne di manzo e latticini, ha impatti ambientali che superano di gran lunga quelli delle proteine vegetali. Anche se nuove tecnologie possono ridurre questi impatti, i problemi vanno oltre le emissioni di metano dei bovini, includendo deforestazione, perdita di biodiversità, scarsità d’acqua e inquinamento.

Con l’aumento della popolazione mondiale e l’intensificarsi delle restrizioni sull’uso del suolo, sarà necessario produrre il maggior quantitativo possibile di cibo nutriente sul minor terreno possibile, riducendo così l’uso di suolo per alimenti di origine animale.

Gestione degli asset bloccati nel settore alimentare

L’obiettivo di ridurre i cibi di origine animale comporta non solo un cambiamento nelle abitudini di consumo, ma anche nella gestione degli investimenti delle aziende alimentari. Queste aziende devono essere trasparenti con gli investitori e il pubblico, indicando quali dei loro asset non sono compatibili con un futuro sostenibile e pianificando la loro eliminazione graduale.

È fondamentale che i finanziatori e gli investitori collaborino con le aziende per gestire queste transizioni, piuttosto che semplicemente revocare i finanziamenti. La chiusura di un impianto di lavorazione della carne e la creazione di un business di proteine vegetali richiede risorse e supporto consistenti.

Chi paga per gli asset bloccati?

Un problema complesso è determinare chi dovrebbe sostenere i costi degli asset bloccati. Molti pensano che i responsabili dell’inquinamento dovrebbero pagare, come accaduto in Germania, dove le aziende private possono essere ritenute responsabili per i danni climatici causati. Tuttavia, questo approccio richiede una leadership politica forte e un supporto pubblico costante.

Un’alternativa scomoda è quella di pagare i responsabili dell’inquinamento per ritirare anticipatamente i loro asset, come avvenuto in Germania con le centrali a carbone. Questo metodo, pur sembrando ingiusto, potrebbe rivelarsi più efficace nel fermare l’inquinamento in tempi brevi piuttosto che attendere un consenso politico, aziendale e pubblico.

In sintesi, affrontare il problema degli asset bloccati nel settore alimentare richiederà un’azione concertata tra aziende, investitori e governi, con l’obiettivo comune di promuovere un sistema alimentare più sostenibile e sano per il futuro.