Sindaco per scherzo? In questo paese, è una capra. Vediamo come ciò è stato possibile.
La politica sa sorprendere, ma a volte la realtà supera anche la satira. In una cittadina americana dove l’umorismo si fonde con la tradizione locale, il ruolo più alto dell’amministrazione è stato affidato a una capra. Non un simbolo, non una mascotte: una vera capra, con tanto di fascia e incarico ufficiale.
Tutto nasce da un evento annuale, un po’ fiera di paese, un po’ rito collettivo. In molte zone rurali degli Stati Uniti, le elezioni simboliche per “cariche onorarie” sono un modo per rafforzare la comunità, raccogliere fondi o semplicemente sorridere insieme. Ma a Fair Haven, Vermont, questo gioco ha assunto una visibilità inattesa.
L’idea era semplice: coinvolgere i bambini nella vita civica. Per rendere il concetto più accessibile, il comune ha aperto le candidature a… qualsiasi animale domestico. E quando una capra di nome Lincoln ha vinto, nessuno si è tirato indietro: è diventata ufficialmente il sindaco onorario della città.
L’effetto è stato travolgente. La notizia ha fatto il giro del mondo, tra risate, curiosità e anche qualche riflessione più seria su come percepiamo le istituzioni e la partecipazione civica.
Una fascia tricolore con le corna
Lincoln è diventata una vera celebrità locale. Ha partecipato alle parate, posato per le foto ufficiali e visitato le scuole. Il suo “mandato” non prevedeva responsabilità amministrative, ma ha avuto un impatto reale: ha aumentato la partecipazione dei cittadini, ha portato attenzione mediatica e ha aiutato a raccogliere fondi per un nuovo parco giochi.
Dopo Lincoln, anche altri animali si sono candidati, e la tradizione continua. Gatti, cani, persino un lama sono finiti sulle schede. Ogni anno, la cittadina elegge un nuovo sindaco non umano, dimostrando che la democrazia può essere anche un atto di leggerezza e comunità.

Quando l’ironia avvicina i cittadini
Al di là del folklore, la storia della capra-sindaco ha acceso una luce su un tema importante: il distacco tra cittadini e politica. In un tempo in cui la sfiducia cresce, un gesto simbolico e giocoso può avvicinare le persone alle istituzioni.
La scelta di un animale, con tutta la sua innocenza e imprevedibilità, ha ridato voce a una piccola comunità. E forse, senza volerlo, ha ricordato a tutti che guidare un paese – anche solo per finta – può essere un atto di amore verso chi ci vive. Anche se a quattro zampe.