Tartarughe che solcavano i cieli, sembra fantascienza ma è realtà: ecco uno dei misteri più affascinanti della paleontologia.
Nel nostro immaginario, le tartarughe sono lente, pacifiche e pesanti. Le vediamo muoversi con calma su spiagge o fondali, portando il loro guscio come un’armatura naturale. Eppure, milioni di anni fa, esisteva una specie così diversa da sembrare uscita da un racconto fantastico. Tartarughe che volavano, o meglio, planavano.
Non si trattava di creature dotate di ali o piume. Il loro volo non era quello elegante di un’aquila né quello caotico di un pipistrello. Era qualcosa di più simile a una discesa controllata, uno scivolare nell’aria tra le cime degli alberi, sfruttando la forma del corpo per planare da un punto all’altro della foresta.
A lungo queste teorie sono rimaste ai margini della paleontologia. La mancanza di fossili completi e la difficoltà nell’interpretare le strutture ossee avevano relegato l’idea nel campo delle ipotesi audaci. Ma recenti scoperte in Asia hanno riacceso il dibattito, portando alla luce resti che raccontano una storia affascinante.
Questi fossili hanno rivelato tartarughe dotate di ampie costole piatte e arti allungati, caratteristiche compatibili con una forma di volo planato. In un ecosistema dominato da predatori e dalla competizione per il cibo, spostarsi in aria poteva essere una soluzione sorprendentemente efficace.
Una forma di volo inaspettata
Il protagonista di queste scoperte è un antico rettile chiamato Yi qi, una tartaruga vissuta oltre 160 milioni di anni fa, con un corpo che sembrava pensato per librarsi tra i rami. I suoi arti anteriori, simili a quelli degli scoiattoli volanti moderni, erano connessi da membrane che agivano come ali primitive.
Questa capacità di planare potrebbe aver aiutato questi animali a sfuggire ai predatori, cercare cibo o trovare rifugi sicuri. Non erano veri e propri volatori, ma riuscivano a sfruttare l’aria per muoversi più agilmente rispetto ai loro parenti più “terrestri”.

Un’evoluzione dimenticata nei cieli del Giurassico
Questi resti preistorici provengono principalmente da aree oggi parte della Cina e della Mongolia. I ricercatori che li hanno analizzati hanno sottolineato come la struttura scheletrica di queste tartarughe le renda uniche nel loro genere. Nessun altro rettile noto mostra le stesse combinazioni anatomiche.
Anche se oggi le tartarughe sono legate all’acqua e alla terra, un tempo potevano dominare anche l’aria. È un dettaglio che rivoluziona il modo in cui guardiamo alla loro evoluzione. Quei gusci, oggi simbolo di lentezza, un tempo proteggevano creature capaci di lanciarsi nel vuoto e volare tra i dinosauri.