Nel Queensland, in Australia, è stata fatta una scoperta paleontologica straordinaria: un blocco di roccia, conservato per anni in una scuola.
Si è rivelato contenere una delle più alte concentrazioni di impronte fossili mai documentate nel Paese. L’analisi condotta dal dottor Anthony Romilio dell’Università del Queensland ha rivelato ben 66 impronte, risalenti a circa 200 milioni di anni fa, nel periodo del Giurassico inferiore.
Gli esperti hanno identificato le impronte come appartenenti alla specie Anomoepus scambus, un piccolo dinosauro erbivoro con zampe di lunghezza compresa tra 15 e 50 cm. Le tracce mostrano chiaramente che questi dinosauri camminavano su tre dita e si muovevano a una velocità inferiore ai 6 km/h, probabilmente attraversando una zona umida o un antico corso d’acqua.
Il masso con le impronte era stato scoperto 20 anni fa nella miniera di Callide, vicino a Biloela, e successivamente donato alla scuola locale. Tuttavia, la sua importanza scientifica è rimasta inosservata fino a poco tempo fa, quando la comunità ha contattato il dottor Romilio dopo aver appreso delle sue ricerche su impronte simili nella regione di Mount Morgan.
Un altro blocco di due tonnellate, con impronte più grandi appartenenti a un dinosauro con zampe di 80 cm, è stato trovato utilizzato come delineatore di parcheggio presso la miniera. Un terzo campione, incastonato nella resina e usato come fermalibri, contiene ulteriori segni fossili. Questi ritrovamenti dimostrano come reperti scientificamente significativi possano rimanere inosservati per anni, anche in luoghi di uso quotidiano.
Tecnologie avanzate per uno studio dettagliato
Per analizzare le impronte, i ricercatori hanno impiegato tecnologie all’avanguardia, come scansioni 3D e filtri luminosi speciali, che hanno permesso di rivelare dettagli nascosti nei fossili. Grazie a queste tecniche, è stato possibile ottenere modelli digitali ad alta risoluzione, ora disponibili online per la comunità scientifica e il pubblico.
L’uso di queste tecnologie è fondamentale per comprendere meglio il comportamento e la distribuzione dei dinosauri nel periodo Giurassico. Poiché in Australia non sono stati trovati resti scheletrici di dinosauri di quell’epoca, queste impronte offrono un’unica testimonianza sulla loro esistenza e sulle loro abitudini.

Un nuovo capitolo per la paleontologia australiana
Questa scoperta rappresenta un importante passo avanti per lo studio dei dinosauri in Australia e apre la porta a nuove ricerche nella regione del Queensland. Gli scienziati ora sperano di individuare altri siti con impronte fossili e, magari, trovare anche resti ossei che possano confermare ulteriormente la presenza di dinosauri erbivori in questa zona.
Il progetto è stato reso possibile grazie al supporto di Batchfire Resources, della Biloela State High School e del Banana Shire Council. Questi contributi dimostrano l’importanza della collaborazione tra istituzioni accademiche e comunità locali per la conservazione e lo studio del nostro patrimonio preistorico.