Fino al 2017 si riteneva che Homo sapiens fosse comparso circa 200.000 anni fa, basandosi sui reperti fossili trovati in Etiopia.
Tuttavia, nuove scoperte hanno retrodatato l’origine della nostra specie di almeno 100.000 anni, portandola a circa 300.000 anni fa. Questo cambiamento si deve ai fossili rinvenuti a Jebel Irhoud, in Marocco, che hanno fornito prove convincenti di un’evoluzione più antica e complessa di quanto si pensasse.
Nel sito marocchino sono stati scoperti 16 fossili appartenenti ad almeno cinque individui, tra cui crani, ossa lunghe e denti. La struttura facciale di questi individui è molto simile a quella degli esseri umani moderni, ma la loro scatola cranica è più allungata, suggerendo tratti arcaici. Accanto ai resti umani, sono stati rinvenuti anche utensili in pietra e ossa di animali, che hanno permesso di ricostruire le abitudini alimentari di questi antichi sapiens.
L’analisi dei resti animali indica che questi primi Homo sapiens si nutrivano di gazzelle, zebre, gnu e uova di struzzo, un chiaro segnale di adattabilità alle condizioni ambientali dell’epoca. Questo suggerisce che il Nord Africa, all’epoca molto diverso da oggi, fosse un ambiente favorevole per la sopravvivenza e lo sviluppo della nostra specie.
Le nuove scoperte confermano che Homo sapiens ha avuto un’origine pan-africana e non si è evoluto in un’unica regione dell’Africa. Prima di disperdersi negli altri continenti, la nostra specie si sarebbe diffusa all’interno del continente africano, un processo supportato anche da studi genetici recenti.
Strumenti litici e diffusione in Africa
Parallelamente ai fossili di Jebel Irhoud, nel sud della Tunisia, a Wadi Lazalim, sono stati rinvenuti strumenti in pietra risalenti a circa 300.000 anni fa. Questi reperti dimostrano che Homo sapiens era già presente e attivo in diverse aree del continente in epoca molto antica, fornendo nuove informazioni sulla sua diffusione.
Il modello più accreditato della dispersione umana suggerisce che i nostri antenati abbiano attraversato il Sahara per raggiungere il Nord Africa, prima di partire alla conquista del resto del mondo. Tuttavia, non esistono ancora prove certe di questo passaggio, e la ricerca continua per ricostruire con precisione il percorso migratorio dei primi sapiens.

Evoluzione biologica e culturale
Le industrie litiche trovate nel Nord Africa indicano una grande varietà di strategie di adattamento, sia alle foreste tropicali dell’Africa centrale che agli ambienti di prateria e boschivi. Questo dimostra che Homo sapiens possedeva già una grande flessibilità culturale e tecnologica, fondamentale per la sua sopravvivenza e diffusione.
Infine, queste scoperte rafforzano l’idea che l’evoluzione biologica e culturale siano strettamente collegate. Così come gli organismi si adattano geneticamente ai cambiamenti ambientali, anche la cultura si evolve e si modifica per rispondere alle nuove sfide. L’arsenale tecnologico e cognitivo di Homo sapiens è stato uno degli elementi chiave che gli ha permesso di diventare la specie dominante sul pianeta.