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Chimica, il “berkelocene” è il primo composto organometallico con berkelio-249

Per decenni, gli scienziati hanno cercato di comprendere il comportamento degli elementi transuranici, ovvero quelli oltre l’uranio nella tavola periodica.

Ora, un gruppo di ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory ha realizzato una scoperta rivoluzionaria: il berkelocene, il primo composto organometallico contenente il berkelio. Questa molecola, caratterizzata da legami diretti tra berkelio e carbonio, sfida le attuali conoscenze sulla chimica degli attinidi tardivi, gli elementi più pesanti del blocco f.

Il berkelocene è un composto in cui un atomo di berkelio-249 è racchiuso tra due anelli ciclopentadienilici, formando una struttura altamente simmetrica. Questo tipo di architettura molecolare è simile a quella di altri composti della stessa famiglia, come il famoso uranocene (contenente uranio) e il ferrocene (contenente ferro). Tuttavia, nessuno aveva mai osservato un legame covalente diretto tra il berkelio e il carbonio, rendendo questa scoperta un passo fondamentale nella chimica degli elementi superpesanti.

Un aspetto sorprendente del berkelocene è che il berkelio in questa molecola assume un stato di ossidazione +4, una configurazione che non era prevista per questo elemento. Secondo le tendenze della tavola periodica, ci si aspettava che il berkelio si comportasse in modo simile al terbio, un lantanide con proprietà chimiche apparentemente affini. Tuttavia, le analisi sperimentali e i calcoli teorici hanno dimostrato che il berkelio-carbonio bond è più stabile in questa forma, suggerendo che gli attinidi hanno una reattività più complessa di quanto si pensasse.

Ottenere questa molecola è stato un processo estremamente complesso. Il berkelio-249 è un elemento altamente radioattivo e viene prodotto solo in quantità microscopiche nei reattori nucleari specializzati. Per sintetizzare e analizzare il berkelocene, il team di ricerca ha dovuto progettare laboratori su misura, con glovebox avanzati che permettono di lavorare in condizioni prive di ossigeno e umidità. Senza queste precauzioni, il composto sarebbe stato troppo instabile per essere studiato.

Una scoperta con radici storiche

Il nome berkelocene non è casuale: il berkelio stesso fu scoperto nel 1949 proprio a Berkeley, dal celebre chimico Glenn Seaborg e dal suo team. Questo nuovo composto rappresenta una connessione ideale tra il passato e il presente, dimostrando come la ricerca sugli elementi transuranici continui a evolversi. Il lavoro pionieristico di Seaborg, che ha contribuito alla scoperta di diversi elementi superpesanti, ha gettato le basi per studi come quello sul berkelocene.

Per caratterizzare la molecola, i ricercatori hanno utilizzato tecniche all’avanguardia, come la diffrazione a raggi X su singolo cristallo, che ha permesso di osservare con precisione la struttura atomica del composto. Inoltre, sofisticati calcoli quantomeccanici condotti da esperti in chimica teorica hanno rivelato dettagli inaspettati sulle proprietà elettroniche del berkelio, fornendo nuove informazioni sulla sua interazione con gli elementi circostanti.

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Berkelocene, le nuove scoperte (Freepik Foto) – www.qrios.it

Implicazioni per la chimica nucleare e i materiali avanzati

Questa scoperta ha implicazioni profonde per diversi ambiti scientifici. Comprendere meglio la chimica degli attinidi è cruciale per migliorare la gestione dei rifiuti radioattivi, poiché permette di prevedere con maggiore precisione il comportamento di elementi come il berkelio nei depositi di scorie nucleari. Inoltre, i composti organometallici degli attinidi potrebbero avere applicazioni nella sintesi di nuovi materiali avanzati, con proprietà uniche ancora da esplorare.

Il berkelocene è solo l’inizio. Gli scienziati sperano di sintetizzare altri composti organometallici con attinidi ancora meno studiati, come il californio e l’einsteinio. Ogni nuova molecola scoperta potrebbe rivelare segreti sulla stabilità nucleare, sull’ingegneria dei materiali e sulla chimica degli elementi superpesanti, aprendo la strada a nuove tecnologie in campi che vanno dall’energia nucleare alla catalisi avanzata.