Scienza

Il segreto per ricordare i sogni? Risvegli lenti e sonno leggero

Trascorriamo circa un terzo della nostra vita dormendo, eppure la maggior parte dei sogni svanisce appena ci svegliamo.

Anche quando un sogno sembra chiaro al momento del risveglio, basta iniziare le prime attività quotidiane per dimenticarlo completamente. Questo fenomeno dipende da vari fattori, tra cui la fase del sonno in cui ci svegliamo e la predisposizione individuale a ricordare le esperienze oniriche.

Gli studi scientifici confermano che tutte le persone sognano regolarmente, anche se alcune sostengono di non farlo mai. La differenza sta nella capacità di ricordare i sogni, che può essere migliorata con alcune strategie. Il momento del risveglio è uno degli elementi più influenti: se avviene in modo brusco o durante una fase di sonno profondo, i ricordi tendono a svanire immediatamente.

Diversi esperimenti scientifici hanno dimostrato che le persone che si svegliano direttamente dalla fase REM – in cui i sogni sono più vividi e narrativi – hanno maggiori possibilità di ricordare cosa hanno sognato. Inoltre, il risveglio lento e graduale favorisce la memorizzazione, mentre alzarsi di colpo o essere interrotti da una sveglia rumorosa può cancellare rapidamente il ricordo del sogno.

Uno studio del 2017, condotto dal Centro di ricerca neuroscientifica di Lione, ha rivelato che chi ricorda spesso i sogni tende a svegliarsi più volte durante la notte, con brevi periodi di veglia. Questo suggerisce che il tempo di veglia tra le fasi del sonno possa influenzare il trasferimento del sogno nella memoria a lungo termine. Tuttavia, risvegli troppo frequenti possono anche indicare disturbi del sonno.

Fattori che influenzano il ricordo dei sogni

Oltre al momento del risveglio, altri elementi influenzano la capacità di ricordare i sogni. Uno studio del 2024, condotto dalla Scuola IMT Alti Studi di Lucca, ha coinvolto oltre 200 partecipanti, dimostrando che le persone più giovani ricordano più sogni rispetto agli anziani. Inoltre, il fenomeno del sogno bianco – la sensazione di aver sognato senza ricordare il contenuto – è più comune nelle fasce di età avanzata.

Anche la stagionalità ha un ruolo: in inverno si ricordano meno sogni rispetto alla primavera e all’autunno. Questo potrebbe essere legato ai ritmi circadiani, che regolano i processi fisiologici nell’arco delle 24 ore. La quantità e la qualità della luce naturale potrebbero influenzare il sonno e, di conseguenza, la memoria dei sogni.

Persona che si sveglia
Sogni, ecco come si ricordano (Freepik Foto) – www.qrios.it

La connessione tra sogno e immaginazione

Uno degli aspetti più curiosi emersi dagli studi è la correlazione tra la propensione a sognare a occhi aperti e la capacità di ricordare i sogni notturni. Le persone che tendono a fantasticare spesso durante il giorno sembrano essere più predisposte a mantenere traccia dei loro sogni. Questo suggerisce che il processo mentale alla base della fantasia e della memoria onirica sia in qualche modo collegato.

Infine, il contenuto emotivo dei sogni gioca un ruolo cruciale: quelli più intensi, spaventosi o coinvolgenti tendono a rimanere impressi con maggiore facilità. Questo riflette il modo in cui il cervello elabora i ricordi della vita quotidiana, dando priorità alle esperienze emotivamente rilevanti. Per ricordare più sogni, può essere utile svegliarsi lentamente, annotarli subito e sviluppare una maggiore consapevolezza della propria attività onirica.