Il ritorno dei lupi in Scozia potrebbe aiutare a ripristinare le foreste e combattere il cambiamento climatico.
Le Highlands scozzesi sono un luogo di incredibile bellezza, ma il loro ecosistema è cambiato parecchio negli ultimi secoli. Un tempo, boschi e vallate erano popolati da predatori che mantenevano in equilibrio la fauna selvatica. Poi, l’uomo ha deciso che certe specie erano scomode e ha iniziato a cacciarle fino all’estinzione locale. Tra queste, il lupo, che un tempo dominava questi territori. La sua scomparsa ha avuto conseguenze enormi, anche se all’epoca nessuno ci aveva fatto troppo caso.
Senza predatori naturali a tenerli sotto controllo, i cervi rossi hanno iniziato a moltiplicarsi senza freni. Il problema? Si nutrono dei germogli degli alberi, impedendo ai boschi di crescere e diffondersi. Questo significa meno foreste, meno biodiversità e soprattutto una capacità ridotta di assorbire anidride carbonica. In un’epoca in cui la lotta ai cambiamenti climatici è più urgente che mai, perdere questa opportunità è un lusso che forse non possiamo permetterci.
Oggi, per contenere il numero dei cervi, si ricorre alla caccia controllata, ma è una soluzione che ha i suoi limiti. Alcuni scienziati e ambientalisti hanno quindi rilanciato un’idea che a prima vista potrebbe sembrare azzardata: riportare i lupi nelle Highlands. Un’ipotesi che fa discutere, perché se da un lato potrebbe ristabilire l’equilibrio naturale, dall’altro solleva dubbi tra allevatori e cacciatori, preoccupati per il loro bestiame e le loro attività.
In Europa, però, i lupi sono tornati in molte zone dove erano scomparsi e i risultati non sono stati poi così disastrosi. In alcuni paesi, il loro ritorno ha persino portato benefici economici, grazie al turismo naturalistico e alla riduzione dei danni causati dai cervi. Ma la domanda resta: potrebbe funzionare anche in Scozia?
Un impatto enorme sul clima e sull’ambiente
Uno studio dell’Università di Leeds ha cercato di rispondere a questa domanda, simulando cosa succederebbe se i lupi tornassero a vivere in quattro aree delle Highlands. I ricercatori hanno scoperto che un branco stabile, con circa 167 esemplari, riuscirebbe a ridurre la popolazione di cervi rossi abbastanza da permettere ai boschi di ricrescere da soli, senza bisogno di recinzioni o interventi umani.
Ma la cosa davvero sorprendente è un’altra: questa rigenerazione naturale delle foreste potrebbe arrivare ad assorbire un milione di tonnellate di CO₂ all’anno. Per dare un’idea, si tratta del 5% dell’obiettivo di rimozione del carbonio fissato per le foreste britanniche entro il 2050. E se vogliamo parlare di numeri più concreti, ogni lupo avrebbe un “valore” di circa 154.000 sterline all’anno, perché aiuterebbe ad assorbire 6.080 tonnellate di CO₂. Insomma, una sorta di guardia forestale con il manto grigio e le zanne affilate.

Può davvero funzionare?
Questa è la prima volta che qualcuno prova a mettere in relazione la reintroduzione dei lupi con la lotta ai cambiamenti climatici nel Regno Unito. Secondo gli scienziati, la connessione tra crisi climatica e perdita di biodiversità è chiara e servono soluzioni che coinvolgano la natura stessa, invece di affidarci solo alla tecnologia o alla gestione umana.
Il dibattito, però, è tutt’altro che chiuso. Gli allevatori e i gestori della fauna selvatica temono che i lupi possano rappresentare un problema per il loro lavoro, mentre altri vedono in questa possibilità un’occasione unica per ristabilire l’equilibrio ecologico perduto. La questione è complessa e prima di prendere una decisione serviranno molte discussioni, valutazioni e – inevitabilmente – qualche compromesso. Ma una cosa è certa: se i lupi tornassero davvero nelle Highlands, il loro impatto non si limiterebbe solo alla fauna selvatica, ma potrebbe cambiare per sempre anche il modo in cui affrontiamo la crisi climatica.