Scoperto in Egitto il fossile di Bastetodon, un letale ed impressionante superpredatore vissuto 30 milioni di anni fa.
Milioni di anni fa, l’Africa era un mondo completamente diverso da quello che conosciamo oggi. Niente savane sterminate o deserti infuocati, ma foreste lussureggianti e corsi d’acqua brulicanti di vita. In questo ambiente selvaggio, la natura aveva dato vita a predatori spaventosi, capaci di imporsi con forza nella catena alimentare. Sopravvivere non era affatto semplice: ogni creatura, dalla più piccola alla più grande, doveva lottare ogni giorno per non finire tra le fauci di qualche bestia affamata.
Grazie ai fossili, oggi possiamo ricostruire un pezzo di quel mondo perduto. Ogni ritrovamento racconta una storia di evoluzione, adattamenti e battaglie per la sopravvivenza. E alcuni di questi fossili appartengono a creature che, in vita, non avevano praticamente rivali. Il deserto egiziano, che un tempo era una foresta rigogliosa, è uno dei luoghi migliori per scoprire questi antichi predatori dimenticati.
I grandi cacciatori preistorici erano mostri di potenza e strategia. Alcuni dominavano grazie alla velocità, altri con denti affilati come lame. Ogni specie aveva sviluppato il proprio modo di restare in cima alla catena alimentare. Ma la verità è che, non importa quanto fosse forte un animale, prima o poi qualcosa di più grande e spaventoso arrivava a prenderne il posto.
Le spedizioni scientifiche si concentrano proprio su quei luoghi dove il tempo ha nascosto i segreti dell’evoluzione. Uno di questi è la Depressione del Fayum, un’area dell’Egitto ricchissima di fossili. Ed è proprio lì che i ricercatori hanno fatto una scoperta incredibile: un cranio quasi intatto di un predatore mai visto prima. E la sua storia è roba da film.
Un ritrovamento eccezionale nel cuore dell’Egitto
Nel bel mezzo di uno scavo, quando ormai sembrava che non ci fosse più nulla da trovare, un membro del team ha notato qualcosa spuntare dal terreno: una serie di denti enormi. Da quel momento, il lavoro è diventato febbrile. Alla fine, sotto strati di roccia vecchi di 30 milioni di anni, è emerso un teschio quasi completo. Il proprietario? Un nuovo superpredatore: Bastetodon.
Questo bestione, grande più o meno quanto un leopardo, era un carnivoro spietato. Aveva mascelle potentissime e denti affilati, perfetti per strappare la carne delle sue prede. Non si accontentava di piccole creature: probabilmente cacciava primati, antenati di ippopotami ed elefanti, oltre ai piccoli iraci. Il suo nome è un omaggio alla dea egizia Bastet, divinità felina associata alla protezione e alla forza. Il team di ricerca Sallam Lab ha scelto questo nome anche perché il Bastetodon aveva un muso corto e denti che ricordavano quelli di un grosso felino.

Il predatore che riscrive la storia dell’evoluzione
Lo studio pubblicato sul Journal of Vertebrate Paleontology ha rivelato che il Bastetodon non era solo un feroce cacciatore, ma anche la prova che gli Hyaenodonta, il gruppo di carnivori a cui apparteneva, avevano un’origine tutta africana. Questo ha portato i ricercatori a rivedere vecchi fossili scoperti oltre un secolo fa nella stessa zona, tra cui un altro predatore dimenticato: Sekhmetops, un hyaenodonte ancora più grande, il cui nome è un omaggio alla dea leonina Sekhmet.
Gli hyaenodonti non sono rimasti confinati in Africa. Le analisi mostrano che i loro discendenti si sono spinti fino in Asia, Europa, India e Nord America, diventando alcuni dei carnivori più letali del loro tempo. Poi, circa 18 milioni di anni fa, il clima della Terra ha subito enormi cambiamenti, aprendo l’Africa a nuovi predatori: gli antenati di felini, canidi e iene. Questi nuovi cacciatori, più adattabili, hanno finito per soppiantare gli hyaenodonti, che alla fine si sono estinti, lasciando il dominio della savana ai loro successori.