Negli ultimi anni, il cambiamento climatico ha iniziato a influenzare profondamente il comportamento delle specie migratorie.
Tra queste, le farfalle monarca stanno mostrando un’inaspettata tendenza a prolungare la loro permanenza in Iowa prima di intraprendere la lunga migrazione verso il Messico. Un recente studio condotto dalla Montana State University ha rivelato che, tra il 2003 e il 2019, le monarca hanno ritardato la loro partenza autunnale di circa nove giorni.
L’ecologa Diane Debinski, a capo della ricerca, ha analizzato i dati raccolti da un appassionato di farfalle, Harlan Radcliff, il quale per 17 anni ha registrato meticolosamente le osservazioni delle monarca presso la base militare di Camp Dodge, in Iowa. Grazie a questo straordinario database, gli scienziati hanno potuto evidenziare come le variazioni climatiche stiano modificando i ritmi stagionali di questa specie.
Uno degli aspetti più sorprendenti dello studio è che, contrariamente alle aspettative, il periodo di arrivo delle monarca in Iowa non è cambiato nel corso degli anni. Tuttavia, la loro permanenza nella regione si è allungata, probabilmente a causa di un clima più caldo e di una fioritura prolungata della loro pianta ospite, l’asclepiade. Questo fenomeno potrebbe avere conseguenze sia positive che negative sulla sopravvivenza della specie.
Secondo i ricercatori, un periodo di permanenza più lungo potrebbe offrire maggiori opportunità di riproduzione, aumentando la popolazione locale delle monarca. Tuttavia, questo stesso cambiamento potrebbe rappresentare un rischio, esponendo le farfalle a un maggiore numero di predatori e parassiti, oppure intrappolandole in una stagione che non consente loro di completare la migrazione.
Il ruolo della pianta ospite: un equilibrio delicato
La fioritura dell’asclepiade, pianta fondamentale per la sopravvivenza delle monarca, ha seguito un andamento simile a quello delle farfalle, prolungandosi nel tempo. I dati raccolti dagli erbari storici del Midwest hanno confermato che le piante di asclepiade vengono oggi trovate in fioritura più a lungo rispetto al passato, in perfetta sincronia con la permanenza delle monarca.
Tuttavia, questa sincronizzazione non è garantita ovunque. Se in altre regioni la pianta dovesse rispondere in modo diverso ai cambiamenti climatici, si potrebbe creare un disallineamento tra la disponibilità del cibo e la presenza delle larve. Questo potrebbe portare a una drastica riduzione della popolazione, un fenomeno già osservato in altre specie migratorie.

Quali sono le possibili conseguenze?
Uno dei maggiori timori degli scienziati riguarda il rischio di una “trappola evolutiva”: se le monarca iniziassero a riprodursi troppo tardi nella stagione, alcune larve potrebbero non riuscire a svilupparsi in tempo per la migrazione, condannandole a morte certa con l’arrivo del freddo.
Questo studio rappresenta un passo fondamentale per comprendere come il clima stia influenzando le specie migratorie e sottolinea l’importanza di monitorare attentamente questi cambiamenti. Solo attraverso una strategia di conservazione mirata, che tenga conto di questi nuovi dati, sarà possibile proteggere il futuro delle farfalle monarca e di molte altre specie in pericolo.