Sembra strano, ma è così. l’estinzione dei dinosauri ha in qualche modo influenzato l’evoluzione di quelle che saranno le viti odierne.
Immagina di scoprire semi di uva che risalgono a sessanta milioni di anni fa! Questo è esattamente ciò che è emerso da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Plants. I ricercatori del Field Museum hanno messo in luce come la morte dei dinosauri abbia avuto un impatto sorprendente sulla diffusione dell’uva nel mondo. È affascinante pensare che eventi così lontani nel tempo possano influenzare la vegetazione che vediamo oggi.
L’obiettivo principale di questa ricerca è dimostrare come l’estinzione dei dinosauri abbia modificato le strutture forestali e le modalità di dispersione dei semi. In sostanza, la scomparsa di questi giganti ha aperto la strada a nuove opportunità per le piante rampicanti, come l’uva.
I ricercatori hanno analizzato i semi fossili della famiglia Vitaceae, che include le uve, in diverse regioni del Neotropico, una zona compresa tra il centro e il Sud America. Hanno scoperto che la storia evolutiva di queste piante è molto più complessa di quanto si pensasse, e questo studio offre uno sguardo affascinante su come la vita vegetale si sia adattata nel corso dei millenni.
La scoperta di questi semi fossili, risalenti al Paleocene e all’Oligocene, ha permesso agli scienziati di ricostruire una storia evolutiva dettagliata della famiglia Vitaceae, svelando un intreccio complesso di eventi di estinzione e dispersione.
La scoperta
Per arrivare a queste conclusioni, gli scienziati hanno raccolto fossili di semi di uva da quattro paleoflore neotropicali in Colombia, Panama e Perù. Questi semi risalgono a un periodo compreso tra sessanta e diciannove milioni di anni fa. Utilizzando tecniche avanzate come la tomografia computerizzata, hanno esaminato la struttura interna dei semi e condotto analisi morfologiche dettagliate per identificare le specie.
Una delle scoperte più emozionanti è stata la descrizione di nove nuove specie di semi fossili di uva, alcune delle quali rappresentano cladi che oggi sono rari o addirittura assenti nel Neotropico. Tra queste, spicca Lithouva susmanii, il più antico esempio noto della famiglia Vitaceae nell’emisfero occidentale, rinvenuto in rocce di circa sessanta milioni di anni.

Illustrazione di alcuni grappoli d’uva (Pixabay FOTO) – qrios.it
Implicazioni ecologiche ed evolutive
La fine dei dinosauri ha avuto un impatto significativo sugli ecosistemi forestali. Con la scomparsa di grandi erbivori, le foreste sono diventate più dense e stratificate, creando nuove opportunità ecologiche per le viti. Le piante rampicanti come l’uva hanno potuto prosperare grazie alla fitta copertura arborea, sfruttando le nuove configurazioni forestali. Inoltre, la diversificazione di uccelli e mammiferi dopo l’estinzione ha probabilmente facilitato la dispersione dei semi di uva, accelerando la loro diffusione geografica.
È affascinante pensare a come la vita si adatti e si evolva in risposta a cambiamenti così drammatici! Lo studio suggerisce anche che la famiglia Vitaceae ha una storia complessa, fatta di eventi di estinzione e dispersione. I fossili trovati sono solo lontani parenti delle uve attuali, e i dati supportano l’idea di un’origine sudamericana per il gruppo evolutivo che ha dato vita alla vite comune.