Sono stati studiati dei crani appartenenti ai cosiddetti vichinghi, e alcuni di essi soffrivano di alcune patologie non proprio semplici da curare.
Ecco un’idea per un viaggio nel passato: immagina di poter osservare da vicino i crani dei Vichinghi, scoprendo i segreti che custodiscono. Grazie alla tecnologia moderna, questo è possibile! Uno studio, condotto dalla Università di Göteborg, ha svelato informazioni incredibili sulla salute di questa antica popolazione. Lo studio, intitolato “Viking skulls reveal severe morbidity”, si è concentrato su Varnhem, una provincia della Svezia famosa per le sue tombe e scheletri ben conservati.
Varnhem è un vero e proprio scrigno di tesori archeologici, e gli studiosi hanno sempre cercato di carpire i segreti che nascondono questi resti. In passato, avevano già analizzato un gran numero di denti della popolazione vichinga di Varnhem, ma ora, grazie all’uso della tomografia computerizzata (CT), sono riusciti a fare un passo avanti. L’obiettivo principale era scoprire se la CT potesse fornire ulteriori informazioni sulle patologie ossee e dei tessuti duri, senza danneggiare i reperti.
La CT, come una sorta di macchina del tempo, ha permesso di ottenere immagini tridimensionali dettagliate, analizzando i vari elementi scheletrici, come il cranio e la mandibola. In questo modo è possibili cogliere alcuni dettagli che, con le tecniche classiche, è impossibile da svolgere.
È stato un lavoro di squadra, guidato da Carolina Bertilsson, assistente di ricerca e dentista, in collaborazione con specialisti in radiologia odontoiatrica e un archeologo del museo di Västergötland.
Segni di sofferenza
Lo studio ha esaminato 15 individui, tutti adulti tra i 20 e i 60 anni, appartenenti alla tarda era vichinga, circa tra il X e il XII secolo. È stato un viaggio nel passato che ha rivelato una realtà sorprendentemente difficile. I risultati hanno evidenziato una serie di patologie dentali, come la carie dentale, la malattia parodontale e le distruzioni periapicali. Inoltre, sono state identificate alterazioni ossee, come crescite patologiche nel cranio e nella mandibola. Sembra che la salute orale di allora fosse davvero compromessa.
Ma non è tutto. Lo studio ha rivelato anche segni di infezioni, come la sinusite e l’otite (infezioni all’orecchio). Inoltre, sono state trovate evidenze di osteoartrite e modifiche ossee secondarie, come la sclerotizzazione del processo mastoideo. Un quadro clinico che racconta di una vita difficile, piena di dolore e sofferenza.

Illustrazione della tomografia computerizzata (Bertilsson et al., 2025 FOTO) – qrios.it
La CT: una finestra sul passato
La CT si è dimostrata un metodo non invasivo che preserva l’integrità dei resti archeologici, permettendo diagnosi dettagliate e una comprensione più profonda delle condizioni di salute della popolazione vichinga. È come se la CT fosse una finestra sul passato, che ci permette di osservare da vicino la vita di queste persone, svelando i segreti che nascondono le loro ossa.
I risultati indicano che gli individui soffrivano di numerose patologie orofacciali e infettive. La mancanza di cure mediche moderne rendeva le infezioni particolarmente gravi e persistenti. Le evidenze scheletriche forniscono una maggiore comprensione del dolore e delle sofferenze vissute da queste persone. È un viaggio nel passato che ci fa riflettere sulla fragilità della vita e sulla resilienza dell’essere umano.