Un’eruzione storica cambiò drasticamente il clima europeo, le informazioni sono nelle pietre solari.
La scoperta delle “sole stone” (pietre del sole) sull’isola danese di Bornholm offre uno sguardo affascinante sulla vita delle popolazioni neolitiche e sulla loro interazione con l’ambiente. Circa 4.900 anni fa, queste comunità praticavano sacrifici rituali di pietre incise con motivi solari e agricoli, in un periodo in cui un’eruzione vulcanica significativa aveva oscurato il sole per un lungo periodo.
La ricerca condotta da archeologi e climatologi dell’Università di Copenaghen ha rivelato che questi eventi climatici estremi hanno avuto conseguenze devastanti sulle società agricole dell’epoca. L’eruzione vulcanica, avvenuta intorno al 2900 a.C., ha provocato un raffreddamento del clima, riducendo la radiazione solare e portando a un periodo di freddo intenso.
Gli studiosi hanno utilizzato l’analisi dei nuclei di ghiaccio provenienti dalla Groenlandia per documentare la presenza di zolfo nell’atmosfera, un chiaro indicatore di un’eruzione vulcanica massiccia. Questi dati hanno confermato che il raffreddamento climatico ha avuto un impatto diretto sulla capacità di queste popolazioni di coltivare i loro terreni, portando a raccolti scarsi e a una crisi alimentare.
Rune Iversen, un archeologo che ha partecipato agli scavi al sito di Vasagård, ha spiegato come le “sole stone” rappresentassero un simbolo di fertilità per le comunità neolitiche. Queste pietre, realizzate in ardesia e decorate con motivi solari, venivano probabilmente sacrificate per garantire il ritorno del sole e la prosperità dei raccolti. La scoperta di un gran numero di queste pietre nel sito, insieme a resti di rituali, come ossa di animali e oggetti di ceramica, suggerisce che la popolazione cercasse di appeasare forze superiori di fronte a un cambiamento climatico così drammatico.
Altri elementi negativi
Oltre alla crisi climatica, il periodo attorno al 2900 a.C. fu caratterizzato anche da altri eventi negativi per le popolazioni neolitiche. Nuove analisi del DNA su resti umani hanno rivelato che la peste era diffusa e devastante. Questi fattori, combinati, contribuirono a una significativa trasformazione culturale. La cosiddetta Cultura del Funnel Beaker, che era stata dominante in Nord Europa fino a quel momento, iniziò a declinare. I cambiamenti nelle pratiche funerarie e religiose furono evidenti, con la costruzione di nuovi luoghi di culto e strutture in legno, come palizzate e case cultuali, che sostituirono le tradizionali fosse di sacrificio.
L’esposizione di quattro delle “sole stone” al Museo Nazionale di Danimarca a Copenaghen, a partire dal 28 gennaio, rappresenta un’opportunità unica per esplorare la storia neolitica e il culto del sole in Scandinavia. Queste pietre non solo offrono uno spaccato della vita quotidiana di quel tempo, ma anche un’importante testimonianza della resilienza delle popolazioni di fronte a eventi climatici estremi.

Culto del Sole ed eventi naturali
La connessione tra il culto del sole e gli eventi naturali è un tema ricorrente nella storia umana. La scoperta di queste pietre del sole suggerisce che, anche se le popolazioni neolitiche non avevano le conoscenze scientifiche moderne, avevano comunque una profonda consapevolezza dell’importanza del sole e dei cicli naturali per la loro sopravvivenza. Il loro tentativo di sacrificare queste pietre può essere visto come un modo per cercare di controllare o influenzare il mondo che li circondava, un desiderio di proteggere le loro comunità da ulteriori calamità.
La ricerca sui “sole stone” di Bornholm non solo arricchisce la nostra comprensione del Neolitico in Scandinavia, ma ci invita anche a riflettere su come le società umane hanno sempre cercato di adattarsi e rispondere a sfide ambientali e climatiche. È un potente promemoria della vulnerabilità delle civiltà di fronte alla natura e della continua ricerca umana di significato e stabilità in un mondo in costante cambiamento.