La causa di estinzione dei canguri antichi può essere dovuta alla mancanza di cibo. Ecco cosa dicono gli scienziati.
I canguri come li conosciamo oggi provengono da antichi antenati già presenti nella preistoria. Secondo uno studio recente condotto da paleontologi della Flinders University e del Museum and Art Gallery of the Northern Territory (MAGNT) i canguri preistorici dell’Australia meridionale avevano una dieta più varia di quanto si pensasse precedentemente. Il risultato apre nuove prospettive circa la loro sopravvivenza, sulla loro resilienza ai cambiamenti climatici e sull’estinzione della megafauna australiana.
Mediante delle tecniche avanzate di analisi dell’usura dentale, gli scienziati hanno preso in esame i modelli microscopici presenti sui denti fossilizzati dei canguri. I risultati, pubblicati su Science, suggeriscono che molti canguri appartenevano a specie generaliste, capaci di adattarsi a diversi tipi di alimentazione in risposta ai cambiamenti ambientali.
La ricerca si è concentrata sui fossili provenienti dalla Victoria Fossil Cave, localizzata nell’area patrimonio dell’umanità delle Naracoorte Caves, in Australia meridionale. Gli studiosi hanno sono andati contro l’idea secondo cui le specie estinte oltre 40.000 anni fa fossero scomparse a causa di diete troppo specializzate.
Uno dei più ricchi depositi di fossili di canguri del Pleistocene (tra 2,6 milioni e 12.000 anni fa) è rappresentato dalla Naracoorte Caves. Secondo l’idea del dottor Sam Arman, principale autore dello studio, la maggior parte dei canguri preistorici di Naracoorte aveva un’alimentazione flessibile e ampia, fattore che ha probabilmente contribuito alla loro capacità di resistere ai cambiamenti climatici.
In cosa consiste lo studio
Mediante la tecnica del Dental Microwear Texture Analysis, il team ha confrontato la dieta di 12 specie estinte con quella di 17 specie moderne. I risultati di questo test ha smentito la teoria secondo cui alcune specie si sarebbero estinte per una dieta troppo rigida. Infatti, la maggior parte, era composta da mangiatori misti, in grado di nutrirsi sia di arbusti che di erba. Il professor Gavin Prideaux ha sottolineato come l’anatomia distintiva dei canguri a muso corto (sthenurines) avesse portato molti studiosi a pensare che non fossero in grado di adattarsi ai cambiamenti della vegetazione, e che ciò ne avesse causato l’estinzione. Tuttavia, questa nuova ricerca dimostra il contrario.
Studiare il ruolo ecologico della megafauna australiana aiuterà anche a comprendere l’evoluzione degli attuali ecosistemi del continente e la vulnerabilità dell’Australia all’introduzione di grandi mammiferi come maiali, cammelli, cervi e cavalli. Inoltre, il dottor Arman ha fatto un’interessante analogia con la sua auto 4×4 dicendo che la maggior parte delle volte non c’è bisogno della trazione integrale, ma quando serve, è essenziale e dunque anche i canguri preistorici avevano la capacità di nutrirsi di cibi più difficili solo nei periodi di scarsità.

Come sarà esteso lo studio
I ricercatori sperano di adattare il loro studio ad altre specie che appartengono al Pleistocene australiano, soprattutto quelli che coprono il periodo tra 60.000 e 40.000 anni fa, di particolare importanza per l’estinzione della megafauna. Per trovare cosa ha causato l’estinzione, bisognerà approfondire anche altri fattori come la dimensione del corpo, la locomozione e l’interazione con l’ambiente e con l’arrivo degli esseri umani. Grant Gully, curatore del Flinders Palaeontology Lab, ha dichiarato che questo studio segna un passo cruciale per comprendere l’ecologia delle specie megafaunali australiane.
Analizzando 2650 scansioni di denti fossili, il gruppo di ricerca ha potuto esaminare la variabilità alimentare tra individui e regioni, confrontandola con quella delle specie moderne. Chi ha condotto lo studio ha riconosciuto il contributo dei Meintangk, Marditjali e Potaruwutj, custodi tradizionali della regione di Naracoorte, oltre che il lavoro di volontari, degli studenti e degli scienziati che hanno contribuito alla raccolta dei fossili. Questo progetto, frutto della collaborazione tra la Flinders University e il MAGNT, utilizza tecniche innovative per approfondire la conoscenza degli ecosistemi preistorici australiani.