Il mais lo mangiamo ogni giorno e lo diamo per scontato, eppure è servito molto tempo affinché diventasse il prodotto che è ora.
Sai che il mais è una pianta davvero antica e con una storia affascinante? Beh, un gruppo di ricercatori dell’Università di York e dell’Università di Copenaghen ha fatto una scoperta incredibile: hanno analizzato il DNA di alcuni frammenti di mais risalente a circa 1.000 anni fa!
Questi campioni sono stati trovati in alcuni siti archeologici nell’Arkansas, nella regione degli Ozark, negli Stati Uniti. L’obiettivo di questa ricerca era capire come si è evoluto e diffuso il mais nel corso della storia.
È come un viaggio nel tempo! Immaginati di poter vedere come il mais si è adattato a diverse condizioni climatiche e ambientali, come si è diffuso da un luogo all’altro e come è stato selezionato dagli agricoltori nel corso dei secoli.
È incredibile pensare che questa pianta possa raccontare storie di migrazioni, adattamenti e innovazioni. Sin dalla sua scoperta, e dalla sua continua selezione, è diventato un alimento importantissimo.
Il segreto del mais antico
I ricercatori hanno scoperto che il mais di 1.000 anni fa ha una stretta relazione genetica con le varietà Northern Flint, che sono ancora coltivate oggi. Queste varietà sono famose per essere resistenti al freddo e sono le antenate di molte delle varietà commerciali moderne che troviamo al supermercato. Durante il trasporto dal Sud-Ovest degli Stati Uniti alle Grandi Pianure, il mais ha subito una selezione genetica. Un gene chiave identificato è il WAXY1, che influisce sulla collosità e masticabilità del mais. Questo è un aspetto molto apprezzato in molte cucine tradizionali!
E non solo: gli agricoltori di 1.000 anni fa non si limitavano a piantare il mais e basta. Selezionavano attivamente le migliori caratteristiche genetiche. È incredibile pensare che il mais sia stato introdotto almeno due volte nell’America del Nord orientale. Le varietà locali venivano incrociate per adattarsi alle condizioni ambientali più difficili dell’Est. In un certo senso, questi agricoltori erano dei veri e propri scienziati!

Illustrazione di una piantagione di mais (Pexels FOTO) – qrios.it
L’impatto de mai sul mondo moderno
E ora, perché tutto questo è importante per noi oggi? Beh, lo studio aiuta a ricostruire il percorso del mais dal Messico agli Stati Uniti. E offre dati preziosi per i coltivatori moderni, permettendo di recuperare in primis la diversità perduta, cioè è possibile risalire a varianti e varietà che nel corso del sono andate perdute. Inoltre, sapere e conoscere quali varianti e varietà sono state prodotte in passato, potrebbe permetterci di sviluppare nuove varietà più resistenti, soprattutto per far fronte alle continue sfide dovute ai cambiamenti climatici.
L’analisi del DNA antico dimostra quanto fossero attivi gli agricoltori preistorici nella selezione e miglioramento delle colture. Il percorso evolutivo del mais ha contribuito alla sua diffusione globale e alla sua importanza economica. E chi lo sa? Le informazioni genetiche che stiamo scoprendo oggi potrebbero essere la chiave per innovare l’agricoltura moderna.